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Dichiarazione di Paolo GIARETTA

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

"Finiamola di mettere in discussione la leadership di Walter". - Intervista

  • (24 giugno 2008) - fonte: Il Gazzettino - Giorgio Gasco - inserita il 27 giugno 2008 da 31

    Arturo, ora basta, lascia lavorare in pace Walter. Paolo Giaretta , senatore e coordinatore veneto del Pd, fermo sostenitore dell'ex sindaco di Roma, rivolge un "accorato" appello a Parisi affinché la smetta di mettere in discussione la leadership di Veltroni, ritenendo «che questo è un tema che non frega punto alla gente». E che, piuttosto, è meglio continuare a costruire il dialogo con gli italiani, ascoltando per dare le risposte attese.

    Giaretta , torna a salire il grado di litigiosità nel Pd. Non potrete più dare la colpa i comunisti. Ora è resa dei conti.
    «Continuiamo ad avere il vizio congenito di partire dalla parte sbagliata...».
    E continuate a farvi del male.
    «Già, continuiamo a partire del Palazzo piuttosto che dalla società...».
    Stesso vizio pre-elettorale.
    «Infatti. Vorrei sentir parlare di inflazione e potere d'acquisto, condizione dei ceti più deboli, diritto al lavoro, precarietà, sicurezza... i temi sui quali dimostrare di avere risposte. Poi, dopo, possiamo parlare dello strumento politico "necessario per"».
    Parisi parla di«solitudine crescente del partito tra gli elettori».
    «E non è una contraddizione con la sua offensiva anti-Veltroni? Perciò dico che non mi appassiona l'idea che, al primo passo di un lungo cammino, ci si debba interrogare se quel passo è giusto, se il capo è adatto o bisogna cambiarlo... cosa frega agli italiani».
    È un'altra vostra (del centrosinistra) peculiarità: a differenza del centrodestra, non avete ancora trovato il leader condiviso; c'era Prodi poi basta Prodi, c'é Veltroni ora non va più bene.
    «Tra il cesarismo berlusconiano e la distruzione sistematica di ogni leader, c'é una via di mezzo. Quindi, diamo a Veltroni il tempo per costruire il tracciato».
    Però la critica di Parisi...
    «Capisco i termini della suo duro attacco, non altrettanto l'alternativa che propone...».
    Forse il ritorno del "suo" Prodi.
    «Sì, vabbè. È evidente che per due volte (nel '96 e nel 2001) abbiamo chiesto la fiducia agli italiani con una formula di maggioranza coagulata al motto "tutti insieme contro Berlusconi", e per due volte non siamo riusciti a governare».
    Però nel 2006 quella formula è servita per vincere.
    «Come no, ma abbiamo vinto solo perché gli altri si sono divisi».
    Tutti i veltroniani, anche Cacciari, dicono: guardiamo oltre. Ma dove?
    «Ribalto la questione: partiamo dalla proposta, poi troveremo i compagni».
    Sta dicendo che finora la proposta del Pd non c'è stata?
    «Sto dicendo che la proposta c'é, gli italiani ci hanno concesso una fiducia non sufficiente dimostrando però interesse».
    E qui si inserisce l'attacco di Parisi.
    «Senta un po', bisogna partire dal programma elettorale. Parlando di cose concrete, perfezionando la proposta programmatica del Pd, facendo capire che di quanto ci occupiamo sono i problemi dei cittadini. Al contrario, se alla prima sconfitta distraiamo l'attenzione buttandola sulla resa dei conti per silurare chi gestiva... le vendette postume non servono a niente».
    Perché non fare subito un congresso, ipotesi scartata come fosse lebbra, almeno sarebbe l'occasione per rilegittimare Veltroni e tacitare il Parisi di turno.
    «Ma cosa serve! Abbiamo fatto le primarie otto mesi fa. Agli italiani non piace vedere che tutto si brucia per ripartire da capo, vogliono stabilità. A Parisi dico: lavoriamo con quelli che hanno contribuito a conquistare il consenso, costruiamo un partito "sulle cose"... il centrodestra insegna: ha dato la sensazione di essere in grado di capire i problemi del Paese.
    Comunque, il congresso è previsto per l'autunno 2009, prima ci sono le amministrative e le europee: è ridicolo pensare ad una primavera preparando un congresso nazionale con queste scadenze».
    Parisi è stufo della subalternità del "governo ombra" al calendario "del governo sole". Vista la voglia di dialogo a tutti i costi con Berlusconi, forse non ha torto.
    «Attenzione. Occorre un'iniziativa più forte del governo ombra. Ma la ricerca di un rapporto più decoroso e civile con la maggioranza non è per fare un piacere a Berlusconi, ma per il bene del Paese».
    Affrontare i problemi dei veneti: con il Pd regionale, federato con il nazionale, verrebbe meglio. Però rischiate che il governatore Galan con il Partito Veneto della Libertà vi batta sul tempo.
    «Noi siamo già federati grazie allo Statuto approvato dalle tremila persone dell'assemblea costituente nazionale. Possiamo scegliere alleanze, programmi e candidati. E abbiamo anche costituito il gruppo di parlamentari (sono 23) coordinati da Calearo. Dall'altra parte, dal Pdl, leggo tante interviste, ma il partito veneto non si vede».

    Fonte: Il Gazzettino - Giorgio Gasco | vai alla pagina
    Argomenti: sicurezza, Berlusconi, lavoro, prodi, veltroni, pdl, pd, veneto, sindaco di Roma, governo ombra, galan, precarietà, statuto, senatore | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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