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Dichiarazione di Fabrizio CICCHITTO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) 


 

«L’urgenza c’è il Parlamento può farcela» - Intervista

  • (03 luglio 2008) - fonte: Il Mattino - Gino Cavallo - inserita il 03 luglio 2008 da 31

    Roma. Giornata calda a Montecitorio. E non c’entra (solo) l’afa che grava sulla capitale, c’entra piuttosto l’aspro scontro sulla giustizia che ha cancellato dal lessico della politica il concetto stesso di dialogo. Per Fabrizio Cicchitto, che guida il gruppo del Pdl alla Camera, è l’inevitabile risultato di una escalation orchestrata da una parte della magistratura che ha la sua sponda politica in Antonio Di Pietro.

    Lo scenario di una legislatura costituente è perciò definitivamente archiviato?
    «Il fatto è che si è materializzato un convitato Di Pietro, mi passi il gioco di parole. E questo ha cambiato i termini della questione, una vicenda giudiziaria molto discutibile a Milano e la storia delle intercettazioni a Napoli. Due questioni che implicano l’uso politico della giustizia. A senso unico, contro Berlusconi, manco a dirlo».
    E in tutto questo Veltroni che ruolo ha?
    «All’epoca del caso Unipol come Forza Italia non abbiamo cavalcato la tigre. Speravamo che questo interrompesse il circolo vizioso che ha segnato la politica italiana di questi ultimi quindici anni. E invece ora Veltroni mostra di non avere la forza, o piuttosto la cultura politica, di fare altrettanto. Si limita a ripetere in tono moderato quello che Di Pietro urla e, così facendo, porta il Pd ad assumere una posizione pasticciata. E debole, da qualunque parte la si valuti: La verità è che a Di Pietro è stato lasciato uno spazio politico enorme che lui sta utilizzando in tutti i modi e senza scrupoli».
    Lo scontro più duro ora è sulle intercettazioni. Si arriverà allo stop per decreto o siamo fuori tempo massimo?
    «Le condizioni in linea di principio esistono. Certo, in Parlamento c’è già un percorso tracciato che contiamo di completare in tempo. Naturalmente la possibilità di mutarlo esiste sempre».
    Intanto la maggioranza incassa il via libera del capo dello Stato al «lodo Alfano». Torna il sereno tra Palazzo Chigi e il Colle?
    «In questa vicenda il presidente Napolitano si è sempre comportato con grande equilibrio. E c’è una grande differenza rispetto alla musica suonata sia da Ciampi che da Scalfaro».
    Equilibrio che lei non riconosce nell’operato del Csm?
    «Altro che equilibrio. Con il suo parere il Csm ha ignorato il richiamo del capo dello Stato ed ha debordato dai suoi ruoli e dai suoi compiti. Quel termine «irrazionale» maschera malamente quello che non poteva essere emesso: un giudizio di incostituzionalità. E le dichiarazioni di Mancino sono inaccettabili. Si è votato un documento politico che testimonia la volontà di giocare a tutto campo un ruolo che al Csm non compete. Quasi a voler dire che in questa materia il Parlamento avrebbe una sovranità limitata».

    Fonte: Il Mattino - Gino Cavallo | vai alla pagina
    Argomenti: giustizia, intercettazioni, parlamento, di pietro, pdl, presidente Napolitano, Lodo Maccanico, Csm | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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