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Dichiarazione di Paolo GUZZANTI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) 


 

Reazionari solo da noi.

  • (27 giugno 2008) - fonte: Il Giornale - Paolo Guzzanti - inserita il 27 giugno 2008 da 31

    Scena: il Parlamento madrileno, le Cortes. Zapatero siede sui banchi del governo. Due commessi fanno entrare un uomo con la faccia da impiegato. Si siede, ma lo fanno rialzare: «Stia pure in piedi, davanti alle Cortes Generales», dice Zapatero.
    Cinque deputati dell’apposita commissione cominciano a interrogarlo e lo fanno sudare. Lui compulsa carte, spiega, nega, si riprende, si fa riprendere. Che cosa succede?
    Succede che il Parlamento spagnolo ha chiesto conto a un magistrato del suo operato e ha voluto verificare la sua subordinazione alla suprema autorità delle Cortes. Nei palchi, belle spagnole si fanno vento con grandi ventagli e una di loro lancia un fiore al primo ministro: «Viva Zapatero!». Un sogno? No. La Spagna di Zapatero, dopo aver sorpreso l’Europa con una politica energica contro gli immigrati illegali e clandestini contro i quali ha fatto intervenire i brutti ceffi del Terceiro de Estranjeros è decisa a far funzionare il principio secondo cui soltanto il Parlamento detiene il potere, l’unico potere che esiste in una democrazia parlamentare elettiva, mentre i giudici sono soltanto una parte dell’apparato impiegatizio dello Stato che in nome e per conto delle Cortes, rispettosamente, applica le leggi. Un sogno? Sì, un sogno spagnolo. E in Italia? Oh, l’Italia, come ha ricordato Cossiga in Senato, è l’unico Paese in cui la sinistra si batta per il primato dei giudici sul Parlamento che la sinistra italiana vorrebbe – possibilmente – in galera. Anche nella Francia controrivoluzionaria l’aristocrazia voleva i deputati in ceppi e i giudici in trionfo: ovunque siano esistite parrucche, reazionari col codino e controrivoluzionari, là i giudici sono stati portati in trionfo e gli eletti dal popolo in galera. La sinistra italiana non è soltanto arretrata: è reazionaria. Non sveliamole in un sol colpo quanto è fascista, altrimenti si arrabbia. In Italia e soltanto in Italia un giudice può dire: «Io al primo ministro gli faccio un c... così, gli do sei anni e poi voglio vedere come governa». In Spagna un tal giudice, anzi giudichessa, sarebbe appesa per i pollici davanti alle Cortes Generales e ancora starebbe lì balbettando, implorando, sapendo di essere perduta per sempre. Ma questa invece è l’Italia, e questa la sinistra italiana, che non discende dall’illuminismo ma dall’albero, rompendosi le noci di cocco sulla testa e sognando la democrazia in manette.

    Fonte: Il Giornale - Paolo Guzzanti | vai alla pagina
    Argomenti: parlamento, immigrati, governo, sinistra, europa, giudici, magistratura, democrazia, clandestini, senato, legge | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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