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Dichiarazione di Valter VELTRONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Pse, l'alt a Rutelli "Una casa comune, basta divisioni"

  • (10 giugno 2008) - fonte: La Repubblica - Giovanna Casadio - inserita il 10 giugno 2008 da 31

    Veltroni va subito al sodo. A Poul Nyrup Rasmussen, il presidente del Partito socialista europeo - che lo accoglie con una pacca sulla spalla "Hi, Walter" - spiega la sua teoria del "doppio movimento": quant'è importante cioè cambiare "le attuali case politiche europee" vecchie e superate e, dall'altro lato, lo sforzo del Pd per "non arretrare verso "identità pre-esistenti".
    E qui, dà una bacchettata al malumore e alle nostalgie interne al Partito democratico: quelle di Rutelli e degli altri ex della Margherita che non vogliono morire socialisti e non intendono accasarsi con il Pse a Strasburgo.
    Minacciano anzi, di continuare a fare i separati in casa, com'è ora con gli ex diessini nel Pse e gli ex dielle nelle file dei democratici di Bayrou.
    "Ogni ritorno alle vecchie identità - avverte il segretario - è un gravissimo e lacerante errore, inviterei ciascuno a non retrocedere in una soluzione puramente identitaria". Ci vuole una grande "casa dei progressisti".

    Giornata berlinese per Veltroni. Alla Willy-Brandt-Haus, dove è stato invitato dalla Spd a parlare del futuro delle socialdemocrazie europee arenate sulla spiaggia della globalizzazione, ha un'ora di privato faccia a faccia con Rasmussen.
    "Il Pse è insufficiente", l'identificazione ideologica e "persino le denominazioni di carattere ideologico sono insufficienti", sostiene il leader del Pd.
    Tuttavia i Democratici italiani non finiranno mai nel gruppo misto dell'europarlamento.
    Con buona pace di Rosy Bindi e Pierluigi Castagnetti per i quali un periodo di "decantazione" potrebbe essere proficuo.
    "No, nel gruppo misto in Europa il Pd non andrà, non ci saranno soluzioni di parcheggio".
    Chi può davvero pensare di mandare "nella cayenna" del misto il Pd? Rincara Lapo Pistelli.
    L'ex dielle, europarlamentare liberaldemocratico nella passata legislatura e Luciano Vecchi, ex ds e eurodeputato nelle file del Pse, accompagnano Veltroni nella missione berlinese.

    La prospettiva di una federazione delle forze progressiste europee non dispiace a Veltroni. Il "piano segreto di D'Alema", uscito ieri su Repubblica, lo fa sbottare al mattino mentre si imbarca all'aeroporto di Fiumicino: "Segreto? Di D'Alema?
    Ma se l'ho suggerito io...". Alla fine del colloquio con Rasmussen non vuole addentrarsi in ipotesi, parla della tela da tessere.
    Il presidente del Pse gli ha dato carta bianca: "Facciamo insieme qualcosa di nuovo", è l'apertura di Rasmussen.

    Il Pd si è impegnato a organizzare dopo l'estate un congresso di tutte le forze del campo progressista europeo: la prima di molte altre iniziative per smuovere le acque.
    I tempi, poi. Non sarà immediato ma "nel giro di qualche mese", o a cavallo delle europee (che sono tra un anno), "prima o dopo, bisogna che questa configurazione delle famiglie politiche europee si manifesti".
    È il pressing del segretario.
    Colloquio di Veltroni anche con Martin Schulz, il capogruppo socialista a Strasburgo che domani a Napoli sarà al seminario del Pse.
    È vero che Schulz ha detto che i socialisti non possono cambiare identità per fare un piacere al Pd?.
    Chiedono i cronisti.
    E lui: "Nessuno degli interlocutori con i quali ho discusso ha mai mostrato chiusura rispetto alla necessità di ampliare le proprie identità".
    Come potrebbero, con i partiti socialisti in crisi nera, a cominciare dalla Spd che i sondaggi danno al 16%.
    Le grane insomma non abitano in Europa: sono la maretta nel Pd, gli attacchi.
    A partire da quello di Famiglia cristiana, che apprende dopo il colloquio con Rasmussen.


    Fonte: La Repubblica - Giovanna Casadio | vai alla pagina
    Argomenti: europa, pd, socialismo, pse | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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