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Dichiarazione di Luigi BOBBA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

«No, non entreremo mai nel Pse» - Intervista

  • (10 giugno 2008) - fonte: Liberal - Susanna Turco - inserita il 10 giugno 2008 da 31

    Una volta tanto, tra Bindi e teodem c’è comunanza dì vedute. «Con le vecchie logiche balcanizziamo il Pd», dice l’ex ministro all’Unità. E il piddino Luigi Bobba raddoppia la dose: «Se il partito non lavora seriamente sull’identità, la balcanizzazione diventa realtà», spiega. Cosi, nel giorno in cui Famiglia Cristiana randella il Pd preconizzando una prossima fuoriuscita dei cattolici, e Paola Binetti assicura al governo l’appoggio «di tutti i teodem» su ciò che riguarda le politiche perla famiglia, l’immagine che del Pd restituisce l’ex presidente delle Acli - per quanto ottimistica - è piuttosto fosca. Anche perché, nel frattempo, infuria la tempesta sulla collocazione europea. Un tema sul quale il teodem non ha dubbi: «Nel Pse, mai».
    Bobba, anche lei è con un piede fuori dal Pd, come fa pensare l’endorsement della Binetti?
    Guardi, anzitutto bisogna dire che la legislazione a favore della famiglia non è un tema dei cattolici: il calo demografico è pericoloso, è una questione che riguarda futuro, e quindi tutti. Una priorità.
    Anche lei si affida a Tremonti?
    Finora ho sentito chiacchiere. Di concreto ho visto due segnali che non mi hanno convinto: l’aver sbaraccato il ministro della Famiglia; l’aver dichiarato che quest’anno non ci sono i soldi e quindi ci si limiterà al bonus bebè: il contrario di rinnovare il sistema di tassazione per le famiglie.
    E se alla fine il quoziente familiare arrivasse davvero, lo voterà?
    Se e quando, lo valuterò. Per ora vigilo, ma temo il peggio. Anche con Prodi ci furono grandi annunci.
    Da tanto scetticismo se ne deduce che lei non è fra i cattolici che, secondo Famiglia cristiana, «si stanno interrogando sul perché della loro permanenza nel Pd».
    Sono sempre dell’idea che non si può fondare un partito e poi abbandonarlo dopo sei mesi: gli elettori ti inseguirebbero col forcone.
    Il settimanale dei paolini torna ad attaccare la presenza dei radicali e dice che «le attese dei cattolici sono state tradite».
    D’accordo con Rutelli, ho chiesto all’Ipsos una indagine sul voto cattolico in queste elezioni, con un focus su quanto abbiano pesato i radicali. Bisogna capire cosa è capitato davvero.
    E lei che idea si è fatta?
    Secondo la mia percezione - non è affatto detto che sia la realtà - nel migliore dei casi si è trattato di un risultato a somma zero.
    Ma lei pensa che che Famiglia cristiana abbia ragione?
    Il Pd ha tradito le attese dei cattolici?
    Penso che il tema vero sia nella costruzione del futuro del Pd. In particolare due aspetti: assumere una concezione positiva della laicità, accettando che i valori che nascono dalle religioni sono un elemento vivificante della democrazia; e considerare una risorsa, anziché un ingombro, la vasta e diffusa presenza dei cattolici nel Paese. Il Pd avrebbe tutto da guadagnare.
    Fuori i cattolici dalla riserva indiana?
    Un cattolico deve sentirsi un cittadino del Pd al cento per cento: non può andare che si percepisca come una minoranza, una ridotta.
    Oggi è così?
    La sfida è aprire una discussione nel Pd: la sua identità è ancora in formazione.
    Nemmeno si sa ancora a che gruppo europeo si iscriverà...
    Beh, certo non potremo confluire tutti nel Pse, sia pure con un restyling nel nome. Sarebbe come dire che la sfida che abbiamo iniziato non ha ambizioni di contaminare culture diverse.
    E allora vi dividerete tra Pse e Alde? Se fosse una soluzione transitoria non la butterei a mare. Ma nell’Alde ci sono anche i radicali, lo sa? Certo, sarebbe una contraddizione. La vera sfida, in prospettiva, è fare i democratici in Europa. Non le pare una scelta minoritaria? Già, ma non si vuole restare nella minorità: l’ambizione è un orizzonte democratico europeo. Certo, potrà costare posti e visibilità. Ma ormai il Rubicone delle appartenenze l’abbiamo superato. Dopo il voto il Pd è parso dominato da spinte centrifughe: ex margherita di qua, ex ds di là. Proprio come prima del Rubicone. Difficoltà legate all’identità di un partito in costruzione. Ma rintanarsi nelle identità precedenti sarebbe un errore. Vede anche lei il rischio di balcanizzazione del partito? Vedo la necessità che il Pd ci si dedichi a costruirla, questa identità: fino ad allora, faremo come il popolo ebraico che rimpiange le cipolle d’Egitto. Se uno non un nuovo orizzonte politico, cerca di tornare all’antico. Anche con riunioni, associazioni, correnti... Io non demonizzo la storia di nessuno, ma se la nostra identità è un richiamo «come eravamo» allora non ci siamo. Associarsi va bene, ma solo se si guarda al futuro: altrimenti il rischio della balcanizzazione diventa una realtà.

    Fonte: Liberal - Susanna Turco | vai alla pagina
    Argomenti: pd, radicali, pse, cattolici chiesa partiti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (2)

  • Inserito il 12 giugno 2008 da 31
    Un cattolico è il praticante di un culto religioso. Non è un politico (benchè in Italia si confondano deleteriamente le cose). La politica, (come lo Stato Italia) è laica. L'italia ha per capitale Roma. Un cattolico, sempre che lo lascino entrare, va a professare la sua fede in Vaticano che, come Città/Stato, geograficamente parlando, ha per capitale Città del Vaticano. I cattolici, e solo loro, hanno comunque la possibilità di andare in una delle tante chiese messe generosamente a disposizione dall'Italia. Tutto ciò è regolato da un trattato. "I Patti Lateranensi". Patti ignorati dai cattolici per primi. In Italia poi, unico Paese al mondo, molta politica è suddita di un solo culto: il cattolicesimo, anche se la professione di culti diversi è garantita dalla Costituzione Italiana. Quindi il buddismo, il cattolicesimo, l'islamismo, lo scintoismo etc. hanno gli stessi diritti e doveri verso lo Stato italiano. Ma, vista l'ingerenza aggressiva dei cattolici, che va spesso contro gli insegnamenti dei suoi stessi profeti, una revisione dei Patti Lateranensi, come sta avvenendo in Spagna, sarebbe molto utile per far sì che ognuno governi il proprio stato senza interferire nelle questioni del vicino. Economia compresa.
  • Inserito il 11 giugno 2008 da 499
    "Un cattolico deve sentirsi un cittadino del Pd al cento per cento: non può andare che si percepisca come una minoranza, una ridotta." Ma sentirsi solo un "cittadino" no???? Dobbiamo per forza specificare la religione? ed un cittadino buddista o islamico o ebreo è forse di serie B? "La realtà è che quando un clericale usa la parola libertà intende la libertà dei soli clericali (chiamata libertà della Chiesa) e non le libertà di tutti. Domandano le loro libertà a noi laicisti in nome dei principi nostri e negano le libertà altrui in nome dei principi loro" GAETANO SALVEMINI Che attualità!!!!!

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