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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Pres. del Consiglio   (Partito: PdL) 


 

Plaudo al leader del Pd "Ma se non regge, parlerò con D’Alema’'

  • (10 luglio 2008) - fonte: La Repubblica - Claudio Tito - inserita il 10 luglio 2008 da 31

    «Ma sì, certo che Veltroni ha fatto bene a prendere le distanze». Silvio Berlusconi è nero. Il «No Cav day» di martedì lo ha innervosito persino a migliaia di chilometri di distanza. Per lui, quella è solo «spazzatura». E se c’è una nota positiva in quel che è accaduto in piazza Navona, è solo l’aperta dissociazione manifestata dal segretario del Pd.
    In questa fase il premier ha deciso di ammorbidire i toni con l’opposizione. O almeno con quella parte di opposizione pronta a dialogare. Gia l’altro ieri aveva evitato con attenzione di «sparare» nel mucchio quando gli hanno chiesto della protesta «girotondina». Ha fatto di tutto per non includere nella sua raffica di critiche anche il Pd. Tant’è che ieri, appena finita la conferenza stampa a conclusione del G8 in Giappone, il Cavaliere ha consegnato poche parole per stroncare le offese nei suoi confronti, del Papa e del capo dello Stato. E tra le poche parole c’è anche un specie di "lasciacondotto" per il leader democratico.
    «Ha fatto bene a prendere le distanze -dice lasciandola sala stampa che ha ospitato l’ultimo briefing di Toyako - ma voi, comunque, non andate dietro a quelle cose di piazza Navona. davvero sono de minimis».
    Del resto, questa è una fase troppo delicata per risfoderare la spada e menare fendenti verso tutta la minoranza. In aula alla Camera c’è il lodo Alfano, a Milano oggi la Corte d’appello inizia ad esaminare la richiesta di ricusazione di Nicoletta Gandus, il giudice che si occupa del processo Mills.

    Con il Quirinale è da poco è tornato il sereno e forse già domani potrebbe esserci un incontro per riferire l’esito del G8, ma anche per parlare di quanto è accaduto a Piazza Navona. Tutti passaggi che possono segnare un inversione di tendenza nel clima burrascoso instauratosi tra il Polo e il Pd. E soprattutto sullo «scudo» giudiziario che proteggerà le più alte cariche dello Stato, l’inquilino di Palazzo Chigi si aspetta un segnale di distensione da parte di Veltroni. Certo, non un voto favore ma almeno una forma di ostruzionismo non al calor bianco.
    E che la manifestazione di Piazza Navona nelle ultime ore abbia catalizzato l’attenzione del premier, Berlusconi lo ha fatto capire a tutti i suoi collaboratori. Ha chiesto prestissimo la rassegna stampa per leggere i titoli sul «No Cav day» quando in Italia i giornali erano appena usciti in edicola. Ha chiamato ripetutamente Roma per capire cosa stesse succedendo. E soprattutto a margine del summit, non ha risparmiato colpi verso Di Pietro, i «girotondini» e persino contro i «prodiani» presenti in piazza.
    «Una cosa vergognosa - si è sfogato con i suoi - questa non è politica, sono solo insulti. Ma così facendo, ottengono un solo risultato: rendermi ancora più forte. Quella non è democrazia. È linciaggio. Contro il Papa hanno fatto anche di peggio. Mi vergogno».
    Al punto che qualcuno del suo staff ha pensato ad una lettera di scuse da inviare al Pontefice. Nei confronti dei Democratici, però, nessun affondo. Nelle telefonate avute con la Capitale, infatti, ce n’è stata una con i vertici della Lega. Nella quale è stata di nuovo espressala richiesta di ridurre lo scontro con l’opposizione per rendere più agevole il percorso parlamentare del federalismo fiscale. Una richiesta che, associata alla necessità di non far saltare la fragile tregua sulla giustizia, ha costretto il Cavaliere ad abbassare i toni.
    E proprio in Giappone ha ripreso a terrorizzare la politica del confronto. Ma, ha avvertito, «solo se Veltroni regge». Perché, è il suo ragionamento, «se davvero resterà segretario solo fino alle europee, allora tanto vale iniziare a cambiare interlocutore fin da ora».
    E l’interlocutore cui spesso si riferisce il capo del governo nelle sue riunioni ristrette, si chiama Massimo D’Alema.
    Tant’è che pochi giorni fa, prima di partire per Tokyo, durante un incontro tra ministri ha raccontato di aver chiesto ad un importante banchiere romano - in grado di tessere rapporti con entrambe le sponde politiche - di organizzare un incontro proprio con l’ex presidente del consiglio. Un faccia a faccia che, probabilmente, non si è ancora svolto. Ma che presto, a casa del comune amico, potrebbe tenersi.

    Fonte: La Repubblica - Claudio Tito | vai alla pagina
    Argomenti: Berlusconi, di pietro, G8, veltroni, democrazia, manifestazione, federalismo fiscale, pd, D'Alema, milano, lodo Alfano, girotondi Di Pietro no cav, Ratzinger | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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