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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Pres. del Consiglio   (Partito: PdL) 


 

L'offerta in extremis: "Lodo subito e cambio il decreto"

  • (07 luglio 2008) - fonte: Repubblica - Liana Milella - inserita il 07 luglio 2008 da 31

    Lodo subito. La "garanzia concreta" che Berlusconi chiede a Veltroni è una sola: approvare in tempi rapidissimi, sia alla Camera che al Senato, il lodo Alfano.

    Lo scudo per le alte cariche dello Stato legge prima che Montecitorio e palazzo Madama chiudano i battenti per la pausa estiva. Sospesi tutti i processi contro il Cavaliere, a Milano o a Napoli che siano. In cambio una sostanziale modifica, che comunque, come dice il Guardasigilli, "non potrà mai essere un totale azzeramento della norma che fissa le priorità per i processi e sospende per un anno quelli meno gravi".
    Con i suoi il ministro della Giustizia è stato chiarissimo: "Il principio della circolare Maddalena che stabilisce la possibilità di scegliere quali inchieste mandare avanti e quali tenere indietro è intangibile".
    La sospensione di un anno invece, quella che ha fatto gridare allo scandalo le toghe per i 100mila procedimenti bloccati e che il Csm ha definito "un'amnistia mascherata", può cadere, "vittima" di un emendamento presentato direttamente in aula. Chi sarà a metterlo nel piatto è presto per dirlo, anche perché il sentiero della trattativa tra gli emissari del premier e i Democratici è tuttora strettissimo.

    Berlusconi ha lanciato lo stesso segnale per due volte.
    Più vago durante la conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri di venerdì, più esplicito da Tokio. "Tutti mi chiedono di ritirare quegli emendamenti. Non lo escludo, ma voglio garanzie concrete". Gli occhi sono puntati su Angelino Alfano. Che ufficialmente disegna un percorso senza novità o modifiche: "In commissione (oggi per tutto il giorno, ndr.) saranno votati gli emendamenti e prevedo che saranno respinti. La norma uscirà blindata e così andrà in aula. Poi... si vedrà". Niccolò Ghedini, avvocato e consigliere giuridico del premier, impegnato ieri a preparare l'udienza del processo Mills, la mette negli stessi termini: "Non c'è nessuna ipotesi di stralcio, ma sia chiaro che noi non siamo affezionati a quella norma a tutti i costi. Se dall'opposizione o dalla stessa maggioranza dovessero arrivare delle indicazioni pregevoli siamo disponibili ad accoglierle".
    Tra queste non c'è la soluzione profilata dal ministro leghista Roberto Calderoli (scambio, all'interno del decreto sicurezza, tra la sospensione e il lodo Alfano). Chi l'ha chiesto al Guardasigilli s'è sentito ricordare che il Quirinale già sobbalzò all'idea di un lodo per decreto. Ghedini la definisce "un'ipotesi irrealistica".
    E poi lascia trapelare un malcelato fastidio per il super attivismo leghista: "C'è un ministro della Giustizia, e si chiama Alfano. Tocca a lui trattare la questione, Calderoli è il titolare della Semplificazione. Certo, si adopera perché la tensione cali, ma la sua proposta non funziona".
    Ma Calderoli va per la sua strada, telefona al presidente dell'Anm Luca Palamara e gli fissa un appuntamento per giovedì. Alfano sfuma: "Lavora nel solco della pacificazione di Bossi".
    Cosa c'è, dunque, sul tavolo? Giocando a poker si direbbe che per ora c'è un "vedo". Gli uomini del Cavaliere offrono di tirar via la sospensione, di mantenere l'indicazione obbligatoria delle priorità e vogliono in cambio il lasciapassare per il lodo. Sanno che il sentiero è strettissimo. Finora il Pd ha solo chiesto, con Veltroni e la Finocchiaro, di togliere via di netto la norma blocca-processi e si è attestato su un "vedremo" per il resto. Ma è assai difficile che chi ha già chiesto, per lo scudo alle alte cariche, la legge costituzionale e l'applicabilità a partire dalla prossima legislatura (D'Alema), possa fare marcia indietro.
    Il Cavaliere lo sa, i suoi pure. Alfano ha sbuffato parlandone coi collaboratori: "Siamo solo al tatticismo, il dialogo è ridotto a un simulacro, la verità è che la sinistra non è in grado di fare una controproposta. Berlusconi alla fine potrà ribadire che, con questa sinistra, è impossibile dialogare nel merito". E poi una battuta: "Cinque milioni di firme in autunno? Tanto valeva che Veltroni tentasse il grande slam e andasse in piazza con Di Pietro". Ma già oggi, tra Montecitorio e il palazzo di giustizia di Milano, il poker potrebbe andare avanti. In commissione Giustizia, prima ancora di votare gli emendamenti, la presidente Giulia Bongiorno riunisce l'ufficio di presidenza che dovrà stabilire quando discutere e mettere in calendario il lodo Alfano. Se i tempi saranno strettissimi il primo segnale sarà arrivato.
    La Camera potrebbe anticipare il dibattito ora previsto a fine luglio (dal 28 al 31) e lasciare poi spazio al Senato.
    A Milano invece, nel processo Mills, parte la sfilata dei testi della difesa. Ghedini non lascia trapelare emozioni ("Io quel processo lo vinco comunque prima che il lodo sia legge"). Ma accelerazioni o decelerazioni saranno significative per capire quali concessioni potrà fare Berlusconi. Anche indipendentemente dalle apertura del Pd.

    Fonte: Repubblica - Liana Milella | vai alla pagina
    Argomenti: giustizia, Decreto Sicurezza, processi, ministro della Giustizia, Berlusconi Silvio, Csm, blocca - processi, ANM, lodo Alfano | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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