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Marcucci visita Cecchi Gori a Regina Coeli
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(20 giugno 2008) - fonte: Il Corriere Fiorentino - inserita il 20 giugno 2008 da 2746
Braccio sette, cella dodici, nove del mattino di ieri a Regina Coeli. Il volto di Vittorio Cecchi Gori, un po' dimagrito, spunta incredulo dalle sbarre per dare un'occhiata allo sconosciuto visitatore. «Chi sei? Marcucci? Il senatore toscano? Mi ricordo di te, di tutti voi. Come va la famiglia?». Andrea Marcucci, il parlamentare del Pd, sorride e salute il suo «ex nemico». Che tredici anni fa acquistò Videomusic (la tv della famiglia Marcucci) per iniziare l'avventura, sfortunata, di un impero multimediale e del terzo polo televisivo italiano. E poi battagliò con lo stesso gruppo a colpi di esposti e ricorsi legali. Quanta acqua sotto i ponti. Quanti altari e quanta polvere. Tuta e scarpe da ginnastica, Cecchi Gori, vive da 19 giorni in isolamento in una cella due metri per tre, senza televisione, «allietato» da due ore d'aria la mattina e due il pomeriggio. Sulla brandina libri e giornali e qualche appunto sparso qua e là. Su un piccolo tavolo, medicine alla rinfusa che, poco prima dell'arrivo del senatore, il «detenuto» stava selezionando davanti ai secondini. «Brave persone — dice— senza di loro sarei più solo che mai. Mi hanno aiutato a superare brutti momenti. E ce ne sono stati». Gli agenti sorridono. E per far vedere che quelle di Vittorio non sono parole al vento accettano la richiesta di aprire la cella, troppo angusta per una discussione a due. Marcucci si trova davanti a un uomo provato, ma con gli occhi pieni di luce, grintoso, determinato. Perché è andato a trovarlo? «Perché mentre le aule parlamenti si riaccendono per i provvedimenti salva premier — risponde il parlamentare— ci dimentichiamo colpevolmente della piaga della carcerazione preventiva. E poi Cecchi Gori rappresenta il "marchio" della grande stagione del cinema italiano, con ben tre oscar vinti: il Postino, La vita è bella, Mediterraneo». Vittorio si illumina, lo ringrazia, gli dà del tu e si lamenta: «Il mondo politico si è dimenticato di me. Sono stato abbandonato da tutti. Eppure le ingiustizie che sto subendo sono sotto gli occhi di tutti, come si fa a non vederle, a non rendersi conto che non è solo un problema di Vittorio». Poi un sorriso, il solito volto pieno di orgoglio: «Il cinema, invece, mi è stato vicino. Ho avuto la solidarietà di Franco Zeffirelli, Mario Monicelli, Pupi Avati e tanti altri». Cecchi Gori non pronuncia mai la parola complotto. Non la ama, non l'ha mai amata. Però è convinto di aver dato fastidio a molti. «Quando ho iniziato ad affacciarmi al mondo che conta — ricorda — con le tv, i film, la Fiorentina. E' stato l'inizio della fine. Adesso sono in attesa di giudizio, qui quasi tutto il carcere è in attesa di giudizio. E invece il governo si occupa di sospendere i processi». Marcucci promette un suo interessamento. «Aspetto la decisione del tribunale del riesame — annuncia — poi, comunque sia l'esito, farò un'interrogazione parlamentare. Non voglio interferire sull'autonomia della magistratura, che stimo e rispetto, ma l'utilizzo del carcere preventivo mi sembra esagerato e anomalo. Cecchi Gori non è un uomo pericoloso e non mi sembra ci siano gravi motivi per tenerlo in carcere prima di un giusto processo ». «Ecco perché sono qui — continua il senatore del Pd — Le Camere ed il ministero devono impegnarsi per una reale riforma dell'amministrazione giudiziaria. Bisogna evitare che la carcerazione preventiva sia usata come una "erogazione" preventiva della pena, o peggio, come estorsione di confessioni. Purtroppo, però, il governo si sta impegnando su provvedimenti che bloccheranno centinaia di migliaia di processi per avvantaggiare un solo imputato. Forse il processo a Cecchi Gori sarà tra quelli bloccati. Triste ironia degli eventi politico giudiziari italiani ». Cecchi Gori annuisce. E rincara la dose: «Sto vivendo sulla mia pelle un'ingiustizia grandissima. Spero nel tribunale del riesame che nel giro di poche ore dovrebbe esprimersi sulla mia libertà. Per me è un'altra prova durissima, mi tiene in piedi l'orgoglio di resistere, alla faccia di tutti quelli che mi vogliono massacrare».
Fonte: Il Corriere Fiorentino | vai alla pagina » Segnala errori / abusi