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Dichiarazione di Rita BERNARDINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD)  - Assessore Provincia Avellino (Partito: Radicali italiani) 


 

Troppi furbetti nessuna riforma.

  • (25 giugno 2008) - fonte: Il Riformista - Rita Bernardini - inserita il 25 giugno 2008 da 31

    Caro direttore, per noi radicali è impossibile non ricordare che, quando nel 2000 andarono al voto i nostri referendum sulla separazione delle carriere, sugli incarichi extragiudiziari e sull’esclusione delle correnti nel Csm, Silvio Berlusconi - capo dell’opposizione - invitò gli elettori a far mancare il quorum perché quelle e altre riforme (tra cui, ahinoi, la legge elettorale) le avrebbe fatte lui non appena fosse tornato alla guida del paese cosa che gli riuscì di lì a poco.
    Ma dal 2001 a1 2006, nonostante la maggioranza schiacciante in entrambi i rami del Parlamento, Berlusconi non solo non fece le riforme promesse, ma regalò delle vere e proprie controriforme, come quella elettorale, o delle «pseudo-riforme», come quella della separazione delle funzioni, oltre a leggine-escamotage per se stesso.

    E’ per questo che abbiamo chiesto tanto a lui quanto al ministro Alfano se sull’obbligatorietà dell’azione penale, sulla separazione delle carriere, sulla responsabilità civile dei magistrati e sugli incarichi extragiudiziari, il governo avesse intenzione di procedere imboccando la strada delle riforme o se la ritenesse superflua essendo Berlusconi stesso in grado di governare con altri metodi l’assetto di questo paese e quindi anche il comportamento e il ruolo delle istituzioni.
    Senza entrare nel merito, le proposte che abbiamo visto finora sono a dir poco disarmanti (basti pensare alla demagogica abolizione del cosiddetto «patteggiamento in appello», importante strumento di deflazione processuale che fino ad oggi ha consentito la definizione più rapida del procedimento con la irrogazione di una sanzione certa e comunque «controllata» dall’accusa e dal giudice).

    Eppure il problema della Giustizia (civile e penale) in Italia è forse il più drammatico, perché mina le fondamenta stesse dello stato di diritto e si ripercuote in tutti i settori della vita civile e sociale.
    Che giustizia è mai quella che in nome dell’obbligatorietà dell’azione penale, principio astratto di cui nessuno si assume la responsabilità, determina l’accumularsi di milioni di processi, centinaia di migliaia dei quali - ogni anno! - si risolvono in prescrizioni? Dov’è la certezza del diritto? E quella della pena? In tanti si sono scandalizzati per l’indulto che una larghissima maggioranza del precedente Parlamento ha pur votato, e che noi radicali volevamo accompagnato da un’amnistia che avrebbe dato il respiro necessario per assecondare una seria riforma della giustizia.
    Nessuno si scandalizza, però, dell’amnistia strisciante determinata dalle innumerevoli prescrizioni che si verificano anno dopo anno; eppure alla «marcia di Natale per l’amnistia» del 2005 partecipò anche l’attuale presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
    Che abbia anche lui, oggi, una percezione diversa del problema Giustizia?

    Le proposte di legge che abbiamo depositato sono uno strumento, un monito, un tentativo di dialogo con la maggioranza, ma pure con l’opposizione di cui facciamo parte.
    In particolare, per quanto riguarda l’obbligatorietà dell’azione penale, non dimentichiamo (ma lui se lo ricorda?) che fu proprio Walter Veltroni e proprio dalle colonne del Riformista a parlare, in campagna elettorale, della necessità di rivedere il modo in cui in Italia viene esercitata l’azione penale.
    La modifica del principio dell’obbligatorietà non può però essere il frutto, come sta avvenendo, di una circolare, piuttosto che di leggine che apparentemente si occupano d’altro; al contrario, per raggiungere questo importante obiettivo occorre procedere a una profonda revisione del nostro ordinamento giuridico, volta ad evitare che, come disse giustamente Giovanni Falcone, «in assenza di una politica giudiziaria vincolante tutto sia riservato alle decisioni, assolutamente irresponsabili, dei vari uffici di procura e spesso dei singoli sostituti».

    Fonte: Il Riformista - Rita Bernardini | vai alla pagina
    Argomenti: giustizia, parlamento, referendum, riforme, presidente Napolitano, radicali al Parlamento, legge, azione penale, amnistia | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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