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Dichiarazione di Arturo Mario Luigi PARISI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

«Le indecisioni di Veltroni alimentano la protesta» - Intervista

  • (08 luglio 2008) - fonte: Il Mattino - Teresa Bartoli - inserita il 08 luglio 2008 da 31

    Un partito non è un talk show
    «Sarò con i democratici per fare sentire la nostra voce»

    Roma. Arturo Parisi, professore ulivista della prima ora e fondatore del Pd. Oggi in piazza con Di Pietro malgrado il no di Veltroni.
    Alla manifestazione anche se aveva criticato gli attacchi di Flores a Napolitano e Veltroni. Perché?
    «Sì, partecipo a fianco dei democratici che non sanno altrimenti dove e come far sentire la propria voce. Vicino alla loro opposizione contro il ritorno della confusione tra agenda di quello che fu chiamato ”il principale esponente dello schieramento a noi avverso” e agenda del ”Presidente del Consiglio”. Vicino al loro disagio verso il proprio partito che ha preteso di presentarsi da solo per sfuggire alle contraddizioni dell’Unione e allo stesso tempo in dialogo con Berlusconi ”ma anche” alleato col solo Di Pietro che nella contrapposizione a Berlusconi ha la sua principale bandiera».
    Dissociarsi dai promotori ma partecipare non è nascondersi dietro un dito?
    «Promuovere una iniziativa significa condividerne con gli altri organizzatori non solo scopi ufficiali ma anche eventuali obiettivi nascosti, toni e modi. Non è purtroppo il mio caso. Su toni e modi di Flores verso Napolitano e Veltroni ho già manifestato il mio dissenso. Ma quando uno ti fa una domanda devi dare una risposta. Dire, come Veltroni, ”protestare è giusto, ma domani”, non può che esasperare gli animi. Io sono coi democratici che cominciano a protestare oggi».
    Ufficialmente, contro Berlusconi. Ma il vero obiettivo - nel suo caso - sembra Veltroni.
    «L’ho detto a Panebianco e ripeto a lei: di certo esagerato, ma non del tutto infondato. I movimenti sono come i corsi d’acqua. Bloccati da una parte possono finire da un’altra. Dopo una sconfitta politica di queste proporzioni, imporre il silenzio è veramente dura. O qualcuno può immaginare che i cittadini servano solo per essere contati a milioni nelle primarie e riempire le piazze in campagna elettorale? Prima o poi vogliono farsi sentire. E se poi sei tu stesso a denunciare che ”il principale esponente dello schieramento a noi avverso” è tornato ad essere Berlusconi, come evitare che qualcuno ti risponda: lo hai scoperto adesso?».
    Ha detto che l’organizzatore della manifestazione è Veltroni. Perché?
    «Appunto. A chi chiede ”che bisogno c’è di manifestare nelle piazze”, la risposta è: allora dove? Come? Aggiungendo una firma ai cinque milioni già preventivati? Sono le proposte inesistenti o insufficienti a riempire le piazze».
    Perché dice che non c’è democrazia nel Pd?
    «Un partito non è solo un talk show in una festa d’estate o un dibattito culturale del quale ognuno fa quel che vuole. È un luogo dove prima si discute e poi si decide con le regole della democrazia. È questa l’immagine che secondo lei stiamo dando di noi? È questa l’immagine che ha dato l’assemblea che si è riunita per acclamare decisioni già prese, con la partecipazione di nemmeno un delegato su quattro?».
    Nell’attaccare Veltroni si è appellato a D’Alema, il dirigente Ds più lontano da lei e dagli ulivisti. Cosa è successo?
    «Io mi appello a tutti quelli che hanno creduto e credono ancora nel Pd. A D’Alema, che considero quello che ha una idea complessiva e compiuta della situazione, ho chiesto di uscire allo scoperto e di consentirci un confronto, non per animare un dibattito, ma per mettere il partito nelle condizioni di scegliere. La scoperta che il Pd ha troppe linee per un solo partito, mentre non si riesce a capire quale sia la linea del Segretario, sta pian piano rafforzando l’idea che l’unica via per uscire da questo caos è un congresso che ci consenta di iniziare da capo. Quel congresso che Veltroni aveva proposto per finta, ed io da solo condiviso sul serio, e che vedo invece raccogliere ogni giorno nuovi sostenitori.
    Non teme Red e il tesseramento di D’Alema?
    «Come si fa a non vedere? Certo. White, Quarta fase, Teodem, Ecodem, Coraggiosi, A sinistra, Lettiani, Bindiani... È tutto un moltiplicarsi di sigle. Fossero almeno correnti. Sarebbero almeno costrette a fingere di avere una idea non solo un capocorrente, e soprattutto una idea sul futuro non solo dei codici e delle abitudini ereditate dal passato per sentirci tra noi e difenderci dagli altri. Il segno di una paura, non l’annuncio di una speranza».

    Fonte: Il Mattino - Teresa Bartoli | vai alla pagina
    Argomenti: di pietro, veltroni, manifestazione, pd, D'Alema, presidente Napolitano, Red, correnti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 08 luglio 2008 da 31
    "O qualcuno può immaginare che i cittadini servano solo per essere contati a milioni nelle primarie e riempire le piazze in campagna elettorale?" Parisi, non solo lo immaginano, ma lo fanno fingendo di crederci. Finchè dura...Poi, come scrive Polito, un bel giorno gli italiani si accorgeranno che i loro voti sono inutili e allora...qualcosa cambierà...

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