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Dichiarazione di Andrea ORLANDO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Oggi nessun collega del centrodestra darà conto del lavoro compiuto

  • (15 luglio 2008) - fonte: AndreaOrlando - Blog personale - inserita il 24 settembre 2008 da 3299
    Da poche ore sono state approvate dalla Camera le disposizioni sulla sospensione dei processi per le alte cariche dello Stato (Lodo Alfano). Vi propongo, a seguire, le cose che ho detto, intervenendo per la dichiarazione di voto all'emendamento Amici 1.94. "Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, il dizionario Devoto-Oli definisce il «lodo» la decisione degli arbitri per dirimere una controversia. Qui non c'è nessun lodo, non c'è nessun arbitro al quale le parti hanno chiesto di pronunciarsi; c'è invece un giocatore che ha deciso di chiudere la partita e di stabilire il risultato, naturalmente a suo favore...

    Se il termine viene ancora impropriamente utilizzato è perché il primo tentativo, poi fallito, di affrontare il tema in discussione muoveva dall'intento di dirimere il conflitto, ricercando un consenso che andasse oltre una sola delle parti in causa, e questo come presupposto ad un nuovo e più solido assetto delle istituzioni. Oggi non c'è nulla di ciò, né la ricerca di una soluzione condivisa, né l'ambizione di un disegno. La cattiva coscienza balza agli occhi quando si invoca l'articolo 68 della Costituzione,pag. 176, omettendo di dire che quell'articolo è parte, appunto, di un equilibrio complessivo definito dalla nostra Carta (un equilibrio peraltro sanzionato dal voto di 453 costituenti su 515), e non il frutto di un'imposizione di una maggioranza, che peraltro non corrisponde neppure alla maggioranza assoluta degli elettori italiani. Proprio esponenti della maggioranza hanno spiegato che lo scopo di questa norma introdotta sarebbe niente meno che superare il contenzioso tra politica e magistratura che da quattordici anni impedisce lo sviluppo del Paese. Si sono persino ricostruite in modo fantasioso vicende storiche, attribuendo ad un avviso di garanzia la caduta di un Governo che, in verità, avvenne per l'uscita dalla maggioranza di una delle forze che lo componeva. Il problema esiste e non c'è bisogno di reinventarsi la storia; piuttosto c'è l'esigenza di definire un nuovo equilibrio tra i poteri. Se lo scopo fosse davvero questo, allora sarebbe non tanto la legittimità, ma l'opportunità politica a consigliare la via della legge costituzionale. Ma quella via imporrebbe un serio confronto sull'equilibrio dei poteri che nel 2008 significherebbe anche affrontare il tabù del conflitto di interessi. Quello che poteva essere il tassello di un disegno in grado di chiudere la transizione è diventato un anemico provvedimento che non risolverà strutturalmente nessuno dei problemi richiamati se non uno, l'ennesimo strappo unilaterale che giustificherà ogni arroccamento conservatore. Il riformismo, collega Lupi, esige un respiro, una visione e non l'angoscia di risolvere problemi più che contingenti, più che particolari. Per questo percorso non c'è né la volontà né il tempo; e non c'è il tempo non perché si debba correre a salvare Alitalia, né perché si debba procedere ad adottare nuove misure per fronteggiare la caduta del potere d'acquisto degli italiani (il Ministro Tremonti ha già spiegato, in sede di esame del DPEF, che per quello non c'è niente da fare). Non c'è il tempo perché tanto prima ci si mette al riparo e tanto meglio è, e perché una discussione più approfondita avrebbe fatto emergere di fronte all'opinione pubblica l'anomalia della proposta avanzata rispetto agli altri istituti di garanzia previsti per le alte cariche negli altri Paesi. Ma soprattutto, non c'è il tempo perché questo avrebbe potuto aprire una riflessione nella stessa maggioranza che si è vista passare sulla testa questo provvedimento non previsto dal programma della coalizione, non annunciato nella campagna elettorale, non illustrato in quest'Aula quando nella discussione degli indirizzi generali di Governo il Presidente del Consiglio si calò, per qualche minuto, negli inconsueti panni dello statista. Potete raccontare che questo è il segno della vostra coesione. E qualcuno nella maggioranza ha rumoreggiato quando si è richiamato il malessere che pure sappiamo esiste in essa. Io, però, faccio una scommessa: nessuno tra i colleghi del centrodestra, tornando a casa, farà un comunicato per dar conto ai propri concittadini del lavoro compiuto in queste ore. So che nel centrodestra vi è chi sa come andare a cercare i voti e non sarà il provvedimento in esame che citerete nelle prossime iniziative pubbliche e nelle prossime campagne elettorali. Certo, sarà difficile spiegare che questa è la prima priorità del Paese. Forse questo non sarà il provvedimento che rovinerà la vostra luna di miele. Tuttavia, tra i vostri elettori qualcuno inizierà a guardarvi con diffidenza e non ne gioisco perché tale diffidenza rischia di trasformarsi in diffidenza verso tutte le istituzioni. Voi proponete tale misura perché sostenete che essa conferisce stabilità al sistema. Credo vi sia un'involontaria ironia in questo motto, se non addirittura una provocazione. Cerchiamo di approvare almeno l'emendamento in esame per limitare i danni".

    Fonte: AndreaOrlando - Blog personale | vai alla pagina
    Argomenti: giustizia, partito democratico, ministro della Giustizia, Alfano Angelino, lodo Alfano | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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