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Dichiarazione di Giovanni GALLO

Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: L' Ulivo) 


 

Regione Veneto in stallo, il PD tende la mano. - Intervista

  • (26 giugno 2008) - fonte: Il Gazzettino - Giorgio Gasco - inserita il 27 giugno 2008 da 31

    L’opposizione interviene nel dibattito sul rallentamento dell’attività legislativa in Consiglio e sugli attriti fra il governatore Galan e la Lega.
    Il capogruppo del Partito democratico Giovanni Gallo alla maggioranza: «Serve un patto di fine legislatura».

    Venezia - «Si scannino, facciano ciò che vogliono per legittimarsi. Ma il Veneto non può aspettare altri due anni, che finisca questa tormentata legislatura, senza che dalla Regione venga fuori uno straccio di legge».
    Giovanni Gallo, capogruppo del Pd all'assemblea regionale del Veneto, dice di vivere con malessere lo stallo in cui Forza Italia e Lega hanno portato l'attività amministrativa.
    Impietoso, ricorda «che sono già trascorsi, nel nulla, tre anni dalla terza elezione del governatore Giancarlo Galan» e che «altri due si prospettano tali» fino alle elezioni del 2010. Certo, «è legittimo lo scontro per decidere chi è il più forte, per legittimarsi alle elezioni del 2010». Ma così «non si può più procedere». La soluzione: un patto di fine legislatura tra persone di buona volontà, su tre-quattro provvedimenti, concordati quindi di certa approvazione.

    Gallo, ormai nel centrodestra è lite continua.
    «Scarsa produttività legislativa accentuata dalla scelta di Galan di ritagliarsi un ruolo di battitore libero che spara contro tutto e tutti, anche sugli alleati, senza svolgere la funzione per la quale è stato eletto: governare il Veneto, tenere insieme la sua maggioranza per poi confrontarsi con l'opposizione. Invece ha generato lo sconquasso totale».
    Anche la Lega ci sta mettendo tanto dì suo.
    «Ho letto quanto detto al Gazzettino dal vicepresidente di Giunta Manzato. Conferma cose risapute, cioè che a decidere o meno una crisi politica regionale sono solamente Berlusconi e Bossi, non certo Galan...».
    È così.
    «Certamente, ma è anche un'ammissione che in Fi e Lega esiste un'autonomia regionale a livello zero. Dopo tanto parlare di autodeterminazione da Roma e dalle segreterie nazionali, i politici Veneti di quella parte non decidono un fico secco e rispondono gli uni a Arcore, gli altri a ViaBellerio».
    E nel mezzo ci siete voi. State a guardare?
    «Intanto stiamo lavorando, dopo la sconfitta, per recuperare un rapporto positivo con l'elettorale, per rimettere insieme una coalizione che punti ad essere alternativa al Pdl...».
    Intanto potreste infilare il cuneo nel vacillante muro Fi-Lega.
    «Vedo due percorsi: primo, prendere atto che siamo ormai di fronte ad uno scontro insanabile, quindi sarebbe meglio ragionare se porre termine alla legislatura, consentano ai veneti di eleggere una maggioranza che sia finalmente in grado di governare la regione...».
    Maggioranza che non sarebbe la vostra.
    «Chi lo dice, da come se la passano Forza Italia e Lega dalle urne potrebbe venir fuori un quadro politico diverso...».
    Il secondo percorso per sopravvivere al terremoto nel centrodestra?
    «Ragionare, incassando la preventiva voglia-disponibilità della maggioranza, su cosa si può fare nei prossimi due anni senza mollare gli ormeggi».
    Un patto di fine legislatura.
    «Sì, ma senza inciuci».
    Ovvio. Un accordo su pochi ma qualificati punti.
    «Noi siamo pronti al confronto sulla riorganizzazione della sanità e arrivare, finalmente, ad approvare il nuovo Statuto regionale».
    L'invito di buona volontà ha un destinatario preciso, tipo la Lega con la quale in alcuni casi avete dimostrato di avere più feeling, o anche a Forza Italia?
    «A tutto il Consiglio...».
    Quindi nessun occhio di riguardo per il Carroccio per sgambettare gli azzurri.
    «Ripeto, l'invito è per tutti quelli che ci stanno, che hanno a cuore il Veneto e che privilegiano il dovere istituzionale, non quello personale».
    Lo Statuto.
    «Ho già detto alla maggioranza che è d'obbligo arrivare alla fine di questo tormentone, è da mesi che la Commissione ha interrotto i lavori, per dissidi interni al centrodestra.
    Un esempio: la diversa concezione che hanno sul rapporto con gli enti locali e relativo trasferimento di risorse e poteri. Galan non ci sente, vuole la cancellazione delle Province, al contrario la Lega. Noi diciamo: se gli enti locali ci sono, vanno legittimati».
    La sanità?
    «C'è un caos terribile. Il piano socio sanitario è fermo da anni, mai è stato rivisto, il deficit cresce. Quando intendono intervenire lorsignori? Noi intendiamo andare al vedo».

    Fonte: Il Gazzettino - Giorgio Gasco | vai alla pagina
    Argomenti: partito democratico, centrodestra, sanità, forza italia, veneto, regione veneto, Lega Nord, consiglio regionale, governatore, galan, consigliere regionale, elezioni 2010, Statuto regionale | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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