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Dichiarazione di Emanuela BAIO DOSSI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: Per il Terzo Polo) 


 

[Pd] nel Pd niente dibattito, non mi riconosco. - Intervista

  • (23 luglio 2008) - fonte: Avvenire - Pino Ciociola - inserita il 23 luglio 2008 da 31

    Così non le va. E neppure doversi sentire certe volte considerata quasi « un o­spite indesiderato». Non le va proprio più. « Nella diatriba se c’è o non c’è un conflitto di attribuzione con la Corte di Cassazione non entro. Però nel mo­mento in cui un gruppo politico assume una posi­zione unitariamente, in Commissione, ne deriva una scelta politica. E ri­tengo che ci sarebbe stato bisogno, prima, di un con­fronto » . Emanuela Baio Dossi, senatrice del Pd, è assai perplessa dalla piega che sta prendendo il trat­tamento del caso di Elua­na nel suo partito. Anzi, non le piace affatto.

    Senatrice, come mai è co­sì perplessa?
    Perché mi sembra singo­lare che si debba appren­dere dai giornali la posi­zione del Pd sul caso di E­luana e sulla conseguente sentenza della Cassazione che aveva autorizzato la sospensione dell’idrata­zione e dell’alimentazio­ne.
    Invece come dovrebbe es­sere?
    Se il Partito democratico, come mi auguro, ha il de­siderio di rispondere a te­mi difficili e importanti come quello del coma, non può assumere posi­zioni se prima non sono state discusse, approfon­dite e quindi, condivise dall’intero gruppo parla­mentare.
    Non è avvenuto?
    No. E purtroppo in com­missione Affari costitu­zionali di Palazzo Mada­ma i colleghi hanno assunto una posizione, pre­sentando una mozione che secondo me non rap­presenta l’intero gruppo ( anche il senatore Riccar­do Villari ieri se n’è disso­ciato, ndr).
    Non sembra che l’atteg­giamento le abbia fatto granché piacere.
    Mi spiace davvero e mol­to. Perché mi sento una costruttrice vera e auten­tica del Partito democra­tico e dunque non posso, né voglio, sentirmi una specie di 'ospite non gra­dita' all’interno del mio gruppo.
    Risultato?
    Io ho una profonda stima dei miei colleghi nelle Commissioni e dei nostri rispettivi ruoli: non mi so­stituirei mai a loro. Però proprio chi mi rappresen­ta all’interno delle Com­missioni ha il dovere di rappresentare anche le mie, di posizioni. Se però una sintesi tra po­sizioni differenti non si riesce a trovare?
    Bisogna allora avere l’u­miltà di saperle rappre­sentare tutte.
    Nel Pd problemi come questo vengono fuori spesso quando si tratta di certi argomenti...
    Diciamolo chiaro: i temi etici e antropologici sono una questione fondante a cui la politica deve dare ri­sposte. Lo ripeto: se il mio partito vuole candidarsi a forza di governo non può semplificare o appigliarsi a sofismi giuridici per rap­presentare la propria po­sizione. Perché è anche, se non soprattutto, su questi temi che i cittadini chie­dono chiarezza e grande capacità di risposta.
    Un’altra affermazione a­scoltata tante e tante vol­te negli ultimi giorni è che la magistratura ha invaso il campo del legislatore: lei che ne pensa?
    Che se non vogliamo che la magistratura si sostitui­sca al potere legislativo serve che il Parlamento le­giferi e il Pd assuma una sua posizione.
    Un’ultima cosa, senatrice Baio Dossi. Ed entrando nel merito della sentenza della Corte di Cassazione qual è la sua opinione?
    L’alimentazione e l’idrata­zione non sono tratta­menti medici, né possono venire considerati que­stioni sanitarie, ma sem­mai aspetti assistenziali: come tali è impossibile quindi sottoporli a valuta­zioni d’accanimento tera­peutico.
    Eppure è quanto ha deci­so su Eluana proprio la Suprema corte prima e poi la Corte d’appello di Milano.
    Trovo che sia un singolare modo di agire.

    Fonte: Avvenire - Pino Ciociola | vai alla pagina
    Argomenti: partito democratico, etica, magistratura, milano, senatrici, Cassazione, medicina | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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