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Dichiarazione di Claudio LUBATTI

Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Torino (Lista di elezione: PD)  - Consigliere  Consiglio Comunale Torino (TO) (Gruppo: La Margherita) 


 

Intervista "La Stampa" su Giovani e Politica - Interviene Claudio Lubatti

  • (10 agosto 2008) - fonte: La Stampa e www.claudiolubatti.it - inserita il 19 agosto 2008 da 643
    GIOVANI E POLITICA - LE OPINIONI ''La Rossomando si deve dimettere'' ''I dirigenti alimentano le polemiche'' Bancario Capogruppo Pd in Provincia Intervista MARINA CASSI Neppure la quiete della Val Maira lima l'ira funesta di Claudio LUBATTI, il giovane capogruppo del Pd in Provincia. E' cosi' furioso perche' la deputata Anna Rossomando ha dato ragione a Chiamparino che ha deciso di non andare alla Festa dell'Unita' in polemica sul dibattito sulle aree metropolitane. Arriva a dire: «Si deve dimettere da vice segretario regionale». Non le pare di esagerare? «Le dimissioni le chiedo in modo provocatorio, ma per sollevare un problema serio». Quale? «Certi giudizi li puo' dare un militante, che e' libero di dire quel che vuole, ma un dirigente, come Anna che pur e' un'amica, deve fare attenzione». Pero' se e' solidale con il sindaco che cosa deve fare? «Un dirigente deve lavorare per risolvere le tensioni, non per alimentarle. Non si da' solidarieta' a chi vuole ''boicottare'' la Festa del Pd. Morgando, ad esempio, ha cercato di contenere le polemiche. Al di la' di questa vicenda specifica, qual e' il clima nel Pd torinese? «La polemica sulle aree metropolitane e' estiva. Mi sembra che in genere il clima sia molto migliorato. Non e' piu' come prima tutto giocato sul chi stava con Susta e chi con Morgando. Il punto piu' basso e' stato superato». Ma alla fine crede che Chiamparino andra' alla festa? «Si' e non perche' glielo ho chiesto io, ovviamente, ma perche' e' una persona seria e intelligente. E' troppo responsabile per non andare; ha dato un segnale di disagio, ma spero proprio che ritorni sulla sua decisione». Lei e' cattolico, come sta nel Pd? «Bene; cerco di rappresentare valori cristiani nella difficile mediazione quotidiana tra la dottrina della chiesa e i tanti punti di vista diversi». Ma lei e' soprattutto un giovane, non trova che la politica non sia tanto attraente per i ragazzi? «Lo so che se porto in consiglio provinciale un mio coetaneo dopo mezz'ora minaccia di buttarsi dalla finestra. Ci trova lenti e poco comprensibili. Scherzo ovviamente, ma mi rendo conto che c'e' anche un problema di linguaggio che la politica deve affrontare. Pero' la colpa e' anche un po' dei giovani». In che senso? «Perche' non si rendono conto che la politica e' determinante: se non cerchi di cambiarla non e' che sparisce, semplicemente va avanti senza di te» . Ma il Pd quali giovani cerca di rappresentare? «Tutti. Nel circolo di Mirafiori dove vado spesso passano giovani di tutti i tipi: c'e' il ragazzo in cassa della Techumseh, c'e' quello che vorrebbe il mutuo per la casa e sposarsi e non glielo danno, c'e' il precario che non riesce a programmare la sua vita». Quindi sono giovani di condizioni sociali modeste? «Non solo. L'incertezza vale anche per chi ha il Master in America al quale offrono un lavoro per quattro anni e poi non si sa; ma per lui quelli sono gli anni fondamentali per mettere su una famiglia». E allora? «E allora invito i giovani che ce l'hanno fatta a far politica e a farla nel Pd anche per chi non riesce a costruire il proprio futuro».
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