Ti trovi in Home  » Politici  » Gaetano Quagliariello  » Non si può perdere un anno a parlare di Mills. - Intervista

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Gaetano Quagliariello

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) 


 

Non si può perdere un anno a parlare di Mills. - Intervista

  • (24 giugno 2008) - fonte: L'Opinione delle Libertà - Aldo Torchiaro - inserita il 24 giugno 2008 da 31

    Oggi si vota, a completamento del decreto sicurezza, il provvedimento “salva-processi” al Senato.
    Se l’opposizione preannuncia di voler tornare sulle barricate, la maggioranza garantisce di essere tranquilla e di non vedere alcuna nube all’orizzonte.
    Ne abbiamo parlato con Gaetano Quagliariello, fondatore e presidente della fondazione Magna Carta, senatore del Popolo delle Libertà, anzi di più: vicecapogruppo a Palazzo Madama del Pdl, per il quale rappresenta, da liberale, gli Azzurri.
    “L’opposizione? incalzi la maggioranza sulle questione relative agli immigrati, su come integrare coloro che vogliono lavorare onestamente e smettano di parlare solo della norma ”blocca processi“, dice il Senatore quando lo incontriamo.
    A chi e a cosa serve il decreto sicurezza?
    ”Serve al Paese per combattere l’immigrazione clandestina.
    La norma cosiddetta blocca processi cerca di accelerare sui reati che creano allarme sociale.
    Sfido chiunque a dimostrare il contrario.
    Sappiamo perfettamente che questa non è che una parte del lavoro che ci attende.
    Un problema non meno grave sarà quello di integrare gli immigrati che giungono nel nostro Paese per lavorare.
    E’ su questo che vorremmo essere incalzati dall’opposizione, e non su problemi che non esistono“.
    La priorità qual è?
    ”Questo decreto ha tre obiettivi principali.
    Il primo è quello di rendere espulsioni e allontanamenti dei clandestini più agevoli.
    E’ un fatto che manchi una politica europea sull’immigrazione, e mentre alcuni paesi hanno contestato questo decreto, ad esempio la Spagna, in Italia si è venuta a creare una situazione che mette in difficoltà il nostro Paese.
    Siamo un paese ospitale, è vero, ma non siamo nelle condizioni di poter offrire una ospitalità intesa come permanenza degna.
    E per di più mette gli italiani nelle condizioni di non poter sempre convivere pacificamente con alcune pieghe dell’immigrazione“.
    Si contesta al Pdl di voler gonfiare il fenomeno.
    In un numero sempre maggiore di casi, come al Pigneto, a Roma, la cittadinanza dimostra di voler ripulire il quartiere e invoca una giustizia che, quando non arriva, viene erroneamente sostituita con atti di intolleranza che io condanno, ma che vanno letti e interpretati.
    Al di là delle vecchie matrici ideologiche: proprio al Pigneto a volersi fare giustizia contro gli immigrati era un gruppo di quarantenni con un passato di militanza a sinistra, come è noto il rappresentante del gruppo dei ”giustizieri“ contro gli immigrati aveva il Che Guevara tatuato sul braccio.
    Le intenzioni del legislatore proponente quali sono?
    Dobbiamo cercare di ricreare una situazione di legalità e combattere le manifestazioni di intolleranza.
    Lo Stato prima deve garantire legalità, poi esprime la sua giusta condanna.
    Ma è del tutto evidente che l’allarme sociale verso alcune categorie di delitti odiosi è andato crescendo.
    Infine bisogna cercare di creare un collegamento tra la dimensione locale e quella nazionale: cosa devono fare i sindaci?
    Cosa possono e devono fare le forze dell’ordine a livello cittadino?
    Quali competenze vanno date alle forze di polizia?
    Su questo andavano forse distinti gli strumenti legislativi.
    Sono obiettivi di fondo coerenti: nel decreto non c’è molto di più, si è fatto la scelta che mette tutto ciò che esce da questo orizzonte in uno strumento diverso, un Disegno di Legge.
    Ma l’emendamento che ritarda il processo a Silvio Berlusconi?
    Diciamoci le cose come stanno.
    L’emendamento ha una ragione in sé. Che cosa dice?
    Alcuni processi, quelli che non sono arrivati in dibattimento vanno sospesi per un anno per svolgere subito i processi più importanti, quelli che destano allarme sociale.
    Questo favorisce il lavoro delle Procure, che oggi sono intasate da migliaia di cause che affogano la giustizia e confondono le priorità che andrebbero invece seguite.
    Una concausa, qui faccio un’autocritica, è sul mancato collegamento tra la legge d’indulto e la legge di amnistia.
    Sta dicendo che ci voleva un’amnistia, senatore Quagliariello?
    Ci sono tantissimi processi che sono stati indultati, ma non amnistiati.
    Cioè: i processi vanno portati avanti, si svolgeranno.
    Ma non avranno mai alcun effetto.
    E quindi?
    Insomma.. in quell’occasione bisognava fare le cose meglio.
    Se si prendeva quella strada, ci voleva un collegamento più stretto tra indulto e amnistia.
    Torniamo all’emendamento contestato.
    Questo emendamento ha un suo legame con il Decreto.
    Ma non mi nascondo dietro a un dito: in questo modo si posticipa di un anno anche il processo Mills, che andava a sentenza tra qualche mese.
    Io tra l’altro ho letto gli atti e ho un mio parere sulla sostanza del processo, ma per adesso lo tengo per me.
    Ma qualcuno solleva rilievi di incostituzionalità.
    Il problema è che il Paese è bloccato nel rapporto tra politica e giustizia, o meglio tra giustizia e Berlusconi.
    Dal 1994 ad oggi si sono celebrati 95 processi contro Berlusconi e le sue aziende impegnando un esercito di circa 900 magistrati, si sono svolte molto più di 2000 udienze. Gli esiti sono sotto gli occhi di tutti.
    Torna d’attualità il Lodo Maccanico…
    Perdere un anno a parlare del processo Mills sarebbe una tragedia per il Paese.
    Io dico piuttosto: nessuna immunità, nessun favore, ma chi ha responsabilità ai vertici dello Stato sia giudicato solo al termine del mandato.
    E’ quello che accade in Francia, che è previsto in Spagna, che accade in tutt’Europa.
    Una democrazia matura in un periodo di globalizzazione, con decisioni accelerate dai fatti, ha bisogno di una norma che mette la sovranità popolare e il potere giudiziario in condizione di non confliggere.
    Certo per un Pd in crisi niente di meglio che cavalcare quest’onda…
    ”E’ la terza volta che il centrodestra vince le elezioni ed è la terza volta che contro il premier Berlusconi parte un’iniziativa giudiziaria.
    E’ necessario anestetizzare il conflitto politico e isolare gli attacchi strumentali per evitare - conclude - di riportare il Paese in un clima di sfida.
    Tutti devono fare la loro parte“.

    Fonte: L'Opinione delle Libertà - Aldo Torchiaro | vai alla pagina
    Argomenti: sicurezza, immigrati, polizia, indulto, pdl, roma, opposizione, Lodo Maccanico, Salva-Premier, Berlusconi Silvio, amnistia | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato