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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Pres. del Consiglio   (Partito: PdL) 


 

Dialogo non obbligatorio

  • (13 luglio 2008) - fonte: La Stampa - inserita il 13 luglio 2008 da 2761

    Il premier: andremo avanti sereni, con me la maggior parte degli italiani. D'Alema: arroganti sulla giustizia. Di Pietro al Pd: attenti alle trappole.

    ROMA - «Se ci sono persone responsabili per dialogare io sono felice, ma se c’è un altro tipo di opposizione è meglio non dialogare. Noi andremo avanti con la massima serenità di spirito. Io sono determinatissimo e ho la stragrande maggioranza degli italiani con me. Governare significa decidere». Berlusconi, a Parigi per la nascita dell’Unione per il Mediterraneo, interviene sulle vicende italiane.

    Il premier tira dritto, e aspetta la mossa del Pd per intavolare la discussione sulle riforme. Un'apertura all'opposizione arriva anche da Fabrizio Cicchitto, che tende la mano a Casini. «Abbiamo l’intenzione di lasciare aperto il confronto, a partire dai temi della riforma organica della giustizia».

    La risposta al Cavaliere arriva da D'Alema, che al Tg1 spiega che «riavviare il dialogo dipende innanzitutto dalla maggioranza, la quale con l’arrogante strappo sui temi della giustizia ha resto le cose più difficili».

    Un banco di prova importante sarà, domani, il seminario dal titolo «Una moderna democrazia europea», che metterà intorno al tavolo esponenti di diverse forze politiche, oltre che studiosi dei sistemi istituzionali: tra gli altri Veltroni, Rutelli, Calderoli, D’Alema, Cicchitto, Tabacci, Di Pietro e Giordano. E proprio il ministro leghista posiziona l'asticella da cui iniziare la discussione: secondo il lumbard, il lavoro sulla legge per le europee, sarà un testo importante: «Se si rifà la legge per le europee, il test del dialogo è superato. E allora sì che riusciamo a riscrivere tutti insieme, al Costituzione. La nuova legge elettorale per le politiche dovrà essere necessariamente affrontata alla fine di questo percorso comune».

    Gli unici a frenare sono i dipietristi. L'ex pm ha avvisato il Pd: «Noi non possiamo stare con il centrodestra - ha spiegato - perchè loro dicono che sono liberali, ma in realtà sono centralisti, quasi dittatoriali e stanno stracciando la Costituzione per far diventare il Parlamento un dipendente del presidente del Consiglio». Poi ha invitato gli alleati a non cadere «nel trabocchetto del finto dialogo».


    Fonte: La Stampa | vai alla pagina
    Argomenti: Berlusconi Silvio, Di Pietro Antonio, D'Alema Massimo, Casini Pierferdinando, Cicchitto Fabrizio, Riforme costituzionali | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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