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Dichiarazione di Lanfranco TENAGLIA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Intercettazioni, Berlusconi ha fretta di chiudere

  • (02 luglio 2008) - fonte: Sito web Partito Democratico - inserita il 02 luglio 2008 da 2761

    Dopo aver incassato senza colpo ferire il parere di incostituzionalità da parte del Csm sulla norma blocca-processi, Silvio Berlusconi torna alla carica sul tema delle intercettazioni telefoniche. In effetti, in questi primi mesi di legislatura, al centro delle attenzioni dei premier – e quindi di tutto il governo – non sembra esserci altro. Processi e intercettazioni, in generale la giustizia. Ecco gli incubi di Berlusconi. Incubi a cui il Cavaliere sta dedicando le energie di tutto il suo esecutivo.

    Oggi o domani potrebbe essere messo all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri il provvedimento che blocca per decreto la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche – casualmente proprio pochi giorni dopo le imbarazzanti rivelazioni in cui viene svelato il rapporto privilegiato a fini tutt’altro che nobili tra il premier e Agostino Saccà, direttore di Rai Fiction. Niente errori di trascrizione, questa volta. Berlusconi vuole un decreto legge che vada a sostituire il disegno di legge. La sostanza non cambia, ma la forma sì, eccome.

    Niente passaggi parlamentari. Provvedimento immediatamente operativo. Il premier ha fretta di chiudere la bocca alla stampa. L’annuncio parte da Napoli: “Ci sono termini di necessità e urgenza per intervenire, non con un disegno di legge che richiede tempi lunghi. Stiamo vivendo un momento di emergenza, perché siamo fuori da una società che abbia comportamenti civili. Non credo che un Paese possa permettersi ciò che sta accadendo, che è accaduto e che si prospetta possa accadere, cioè che privati cittadini si vedano sottratto il loro diritto alla privacy con interventi violenti che possono portare danni irreparabili alla loro immagine: uno Stato liberale democratico questo non lo può permettere”.

    Ma i fatti sono altri. La stampa italiana non pullula di intercettazioni telefoniche che mettono in luce i fatti privati di qualsiasi cittadino. Nel caso del premier, invece, mettono in luce l'uso da parte di Berlusconi della sua posizione istituzionale per sbrigare affari totalmente incompatibili con il suo ruolo.

    Stessa cosa si dica per quanto riguarda la norma blocca-processi – o salva-premier che dirsi voglia. Il presidente del Consiglio alza i toni dello scontro con la magistratura a livelli mai registrati nella storia della Repubblica. Delegittima ripetutamente agli occhi dei cittadini uno dei poteri dello Stato costituzionalmente riconosciuti. E lo fa dicendo loro apertamente che i giudici sono come delle “metastasi” della democrazia.

    Di fatto, però il premier non si ferma. Il ritorno dell'ipotesi di intervenire in materia per decreto, già bocciata a suo tempo da Napolitano, non potrà che acuire la tensione con il Quirinale. Inoltre l'appropriazione di Berlusconi del richiamo del Capo dello Stato nella lettera di ieri a Nicola Mancino, ai corretti ambiti di intervento del Csm, escludendo esplicitamente le valutazioni sulla costituzionalità dei provvedimenti come richiesto da Fini e Schifani, non è stata gradita da Napolitano, che si appresta a un nuovo, defatigante esercizio del suo ruolo di garanzia in una “escalation” che ha pochi precedenti nella storia della Repubblica.

    TENAGLIA: NESSUNA CONDIZIONE DI URGENZA PER DL
    "Non c'è nessuna condizione di urgenza che giustifichi il ricorso ad un decreto legge" sulle intercettazioni. Lo dice il ministro ombra della Giustizia del Pd Lanfranco Tenaglia intervenendo ad un convegno dell'Fnsi. "Una norma che riguarda diritti costituzionali fondamentali - aggiunge - va esaminata dal Parlamento con tempi opportuni. D'altra parte solo 20 giorni fa il Governo aveva scelto la strada del disegno di legge". Nel merito poi, secondo il ministro Tenaglia "una moderna normativa sulle intercettazioni non deve porre limiti alla magistratura nello svolgimento delle indagini e ai giornalisti nell'esercizio del diritto di cronaca. Le regole che ci sono- conclude Tenaglia- basterebbero, bisogna solo integrarle con forme di controllo più precise". S.C.

    Fonte: Sito web Partito Democratico | vai alla pagina
    Argomenti: intercettazioni, Berlusconi Silvio, Tenaglia Lanfranco, Consiglio Superiore della Magistratura, Mancino Nicola, Saccà Agostino, Presidente della Repubblica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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