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Dichiarazione di Maria Rosaria CARFAGNA
Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Pari opportunità (Partito: PdL)
«Intercettazioni? Una boutade su di me. Mai pensato alle dimissioni»
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(18 luglio 2008) - fonte: Corriere della Sera - Paolo Conti - inserita il 18 luglio 2008 da 31
Il ministro: «I miei leggono i giornali. Ma non ho dovuto spiegare nulla»
ROMA — Come vive un ministro-donna in queste condizioni mediatiche? «Sensazione non facilmente definibile. Come si sentirebbe chiunque vedendo il proprio nome sui giornali per questioni che non hanno alcun legame con la realtà. Li leggono mio padre, mia madre, la mia famiglia». Ha dovuto spiegare? «Niente. Mi conoscono. E basta».
Nemmeno un filo di trucco, camicia e pantaloni neri, niente scorta.
Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, sceglie quasi l'anonimato per la sua visita privata all'ospedale pediatrico Bambino Gesù, considerato un luogo d'eccellenza scientifica. Ha un progetto e vuole vedere il primo modello applicato in Italia nel 1999: «Voglio usare una parte dei fondi del mio ministero per dotare di una ludoteca i sei ospedali pediatrici italiani, in tutto sono quattordici, che ancora non l'hanno». Non si tratta di un lusso. Lo spiega bene la responsabile Carla Carlevaris: «Soprattutto per i degenti oncologici e ematologici, il ricorso al gioco può contenere il dolore». Il ministro è affascinato dalla prospettiva di «garantire ai bambini ospedalizzati un'oasi dove sdrammatizzare la propria condizione. Le esperienze europee e americane parlano chiaro. Possiamo ricorrere a convenzioni dirette, ma il budget è limitato. Penso anche a bandi per i soggetti interessati, incluse le associazioni di volontariato come quelle specializzate in Clown Therapy».
Mara Carfagna non si ferma alla ludoteca, vuole vedere tutto l'ospedale pediatrico di proprietà della Santa Sede ma convenzionato con lo Stato italiano.
Il Pronto Soccorso da 54.000 prestazioni l'anno (la caposala Suor Lucia, capelli bianchi, le sorride subito). Rianimazione, dove parla di prevenzione dei traumi da incidenti stradali con i responsabili Antonio Reale e Nicola Pirozzi. Poi Pediatria, quindi Dietologia e Ematologia.
Ma Mara Carfagna, in questi giorni, è sinonimo di intercettazioni. Lo sa.
E non si sottrae alle domande. Mai pensato alle dimissioni? «Ci mancherebbe altro. Una boutade giornalistica fomentata da persone interessate». Nemmeno quando le ha suggerite Filippo Facci su «Il giornale », area berlusconiana? «Non mi sono certo preoccupata... sono consapevole della grossa responsabilità che ho. L'unica preoccupazione è essere all'altezza del compito». Le ha fatto piacere la solidarietà arrivata anche dal centrosinistra? Ritanna Armeni, Rina Gagliardi, Marina Sereni... «Sì. Mi sarei comportata nello stesso modo fosse capitato ciò che è capitato a me a una esponente del Pd. Ma soprattutto mi ha aiutato la mia grande forza di volontà. Questo dicastero può fare molto per le donne, gli anziani, i bambini. Per esempio favorire l'occupazione femminile, rendere le donne più indipendenti e quindi alzare il tasso di natalità».
E Sabina Guzzanti, il suo discorso a piazza Navona sull' «Osteria delle ministre» e il resto, l'articolo sul Corriere della Sera («Carfagna e Pari opportunità sono due concetti incompatibili come Previti e giustizia»)? Il viso di Mara Carfagna non tradisce la minima rezione: «La vicenda è all'esame dei mei avvocati». Punto. Pentita di aver tirato in ballo papà Paolo Guzzanti? «No. Piuttosto mi dispiace per i conflitti familiari che l'onorevole Guzzanti ha vissuto e vive ». Ha parlato della vicenda nei giorni scorsi con Berlusconi? «Assolutamente no». Stavolta, sì, si vede un po' di rabbia sul viso: «Mi piacerebbe che si discutesse sul mio disegno di legge che rafforza la tutela penale nel caso di violenza sessuale, incluso il processo per direttissima e l'arresto in caso di flagranza. O quello contro la piaga dello "stalking", quei comportamenti persecutori che spesso sfociano in un delitto. O sulla mia proposta di creare il Garante per l'infanzia, esiste in molti Paesi europei e nel Nord America. Ecco, mi piacerebbe confrontarmi su questo. E aspetto di poterlo fare».
Fonte: Corriere della Sera - Paolo Conti | vai alla pagina » Segnala errori / abusi