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Dichiarazione di Antonio MAZZOCCHI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) 


 

«Stop agli adescamenti telematici» - Intervista

  • (25 giugno 2008) - fonte: Il Tempo - Marino Collacciani - inserita il 25 giugno 2008 da 31

    Stop agli adescamenti telematici. Non è solo uno slogan, ma l'anima della proposta di legge presentata dall'on. Antonio Mazzocchi, questore della Camera (nonché presidente dei Cristiano Riformisti) e dall'on. Barbara Saltamartini.
    Lo scenario è inquietante, ma per una volta la tempistica è quella giusta perché la presentazione della normativa coincide, non a caso, con la giornata dell'orgoglio pedofilo che ieri ha impazzato tristemente su internet.

    Onorevole Mazzocchi, ben venga la proposta di legge. Ma perché sino ad oggi non ci si è mossi in maniera così decisa contro il perpetuarsi di un pericoloso e aberrante malcostume organizzato?
    «Qualcosa si è fatto: la nostra Polizia Postale è riuscita a chiudere i 152 siti pedopornografici italiani, ma quelli internazionali continuano a mietere vittime e a fare proseliti: basti pensare che nella rete girano 12 milioni di immagini attraverso oltre 50.000 siti. Difficile intercettarli dall'Italia e impossibile per noi chiuderli».
    Una battaglia, dunque, persa in partenza?
    «Sul piano della diffusione del fenomeno, in apparenza sì. Ma da noi si può certamente agire con azioni preventive di contrasto attraverso la configurazione di un reato finora sfuggito all'attenzione del legislatore: l'adescamento.
    Così facendo, diventa automatico l'innalzamento della soglia di prevenzione potendo andare a colpire la condotta criminosa nel suo momento iniziale».
    Quali sono i sistemi più comunemente adottati dai pedofili per adescare le potenziali vittime?
    «Attraverso sms o mms i pedofili prospettano una serie di benefit ai minori che cadono nel tranello di offerte del tipo "se rispondi a questo messaggio e hai meno di dieci anni riceverai in omaggio una ricarica di 30 euro sul tuo telefonino". Una volta attivato questo meccanismo, si passa alla richiesta di foto senza vestiti finché si arriva, purtroppo in molti casi, alla consumazione fisica del reato».
    Quanti di questi abusi vengono denunciati?
    «La statistica è deludente: basti pensare che il 60 per cento delle denunce si conclude con l'archiviazione.
    C'è da dire che l'assistenza legale permette spesso agli "orchi" di farla franca e la riflessione deve far riflettere: la pedofilia non è più sinonimo di povertà ma, come detto, viaggia su internet dove si accede grazie a carte di credito. Ci si rivolge pertanto a un target molto alto».
    Quanto rischierebbe un imputato del reato di adescamento di minore?
    «Da uno a tre anni, senza prescrizione né tantomeno indulto».
    Quali sono le altre novità della proposta di legge?
    «Intanto, l'impossibilità per l'adescatore di invocare l'ignoranza dell'età della persona offesa, anche in virtù del fatto che il reato viene spesso consumato a distanza.
    Altro punto nodale, il divieto per l'adescatore di avvicinarsi ai luoghi frequentati dai minori offesi con revoca non prima di cinque anni e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici».
    Ci sono speranze che la proposta diventi presto legge dello Stato?
    «Abbiamo avuto in questi giorni ottimi contatti con il ministro Carfagna, disponibile a collaborare col nostro lavoro.
    Abbiamo cercato di presentare una legge che fosse la più severa e puntuale possibile e ciò è stato agevolato dallo studio delle pene negli altri Paesi. Ci troviamo di fronte a una vera e propria guerra».

    Fonte: Il Tempo - Marino Collacciani | vai alla pagina
    Argomenti: internet, pedofilia, legge, polizia postale | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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