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Dichiarazione di Pier Luigi BERSANI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

I pasticci corporativi del governo.

  • (06 giugno 2008) - fonte: Corriere della Sera - Pier Luigi Bersani - inserita il 06 giugno 2008 da 31

    Caro direttore, diversi e recenti interventi in materia economica ospitati dal Corriere della Sera stimolano qualche considerazione.
    Ormai ci convinciamo tutti di essere oltre le ideologie e invece siamo finiti in un self service ideologico in cui i sistemi concettuali che giustificano l’azione politica possono essere dismessi e sostituiti senza colpo ferire (non diceva Mark Twain di essere capace di smettere di fumare almeno venti volte al giorno?).
    Liberismo, neoprotezionismo o statalismo diventano ideologie prèt-à-porter, per il tempo necessario a imbastire una narrazione utile allo scopo.
    Adesso le narrazioni pre elettorali sono concluse e siamo all’esordio dei fatti di governo.
    Cerchiamo di capire a quali concetti possono corrispondere, partendo dalle cose facili.
    Dichiaratamente, l’abolizione totale dell’Ici, dopo quella parziale graduata socialmente da Prodi, corrisponde al seguente concetto: l’abbiamo promesso in campagna elettorale.
    Tanto basti agli economisti e scordiamoci tutti che si era promessa anche la riduzione delle aliquote, l’abolizione del bollo. ecc...
    Quanto agli impegni sul rafforzamento del potere di acquisto, basterà ricordare che un benestante proprietario di casa potrà avere dalla prima manovra economica un beneficio di mille-duemila euro, mentre un precario o un pensionato in affitto o con proprietà di una casa modesta non avrà un solo euro.
    Robin Hood si è distratto; nemmeno legge i dati, di questi giorni sul fabbisogno, che in modo conclamato certificano l’extragettito.
    La misura sugli straordinari può rispondere al concetto: lavora di più se vuoi guadagnare di più. Un concetto importato dalla Francia che non pare avere, nella sua terra di origine, risultati brillanti.
    Male non fa, ma c’entra poco o nulla con il potere di acquisto e con la produttività. Qualcosa in più si può capire interpretando le prime mosse rivolte a grandi soggetti della economia reale.
    Qui il governo non ci appare né liberale né statalista; sembra assumere piuttosto una logica che definirei di concertazione corporativa, indifferente sia a buone regole di marcato sia a doverosi compiti e legittimi interessi dello Stato.
    L’accordo in sede Abi sui mutui è stato offerto al timbro solenne del Governo e a una inutile normazione.
    Ogni analista riconosce che la portabilità gratuita del mutuo è più conveniente alle famiglie.
    Essa verrà spiazzata e la concorrenza fra le banche sui mutui è una palla di neve che non potrà più diventare una valanga.
    Vengono sanate le concessioni autostradali, facendo in modo che né le Commissioni parlamentari né il Cipe né il Nars possano verificare il rapporto fra ricavi, tariffe e investimenti.
    Lo si vedrà col senno di poi. Parlo adesso di Alitalia.
    Si affida senza gara a una grande banca, già parte in causa, la gestione di un percorso sgombro da ogni vincolo di trasparenza, di vigilanza e di non discriminazione.
    Una cosa mai vista che, travolgendo una miriade di legittimi interessi, genererà una sacco di guai.
    La concertazione corporativa prevede altresì la versione burbera.
    Si parla di aggravi fiscali a carico di banche e petrolieri (preventivamente, la forbice del prezzo alla pompa della benzina con la media europea ha toccato in questi giorni un massimo storico.
    Sarà agevole calcolare, una volta conosciuta la nuova tassa, quanto i petrolieri ci avranno guadagnato). Giacciono intanto in Parlamento dalla scorsa legislatura, contrastate con ogni forza dal centrodestra, norme che si occupano, ad esempio, del superamento del massimo scoperto in banca e della riforma della distribuzione dei carburanti. La concertazione corporativa esclude infatti le riforme; prevede semmai controriforme, accompagnate da una buona dose di copertura demagogica.
    Il quadro si completa con i primi segni di politica per l’impresa; si compromettono i crediti di imposta automatici sugli investimenti (riparte dunque la 448?) si finanzia Alitalia con trecento milioni presi dai bandi di innovazione di Industria 2015.
    Le associazioni di impresa tacciono e, francamente, non è un bel sentire. Vedremo il seguito. Per ora tutto procede in luna di miele.
    In molti sappiamo per esperienza, tuttavia, che quello che sbagli in luna di miele ti viene sul momento perdonato.
    Ma non si dimentica più.

    Fonte: Corriere della Sera - Pier Luigi Bersani | vai alla pagina
    Argomenti: economia, alitalia, mutui, governo prodi, ici, Governo Berlusconi, governo ombra, economia nazionale | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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