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Dichiarazione di Franco Frattini

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  Affari Esteri (Partito: PdL) 


 

«L'accordo di Doha ha posto fine a una crisi complessa in Libano».

  • (27 maggio 2008) - fonte: Il Sole 24 Ore - Nicoletta Cottone - inserita il 27 maggio 2008 da 31

    «Con l'accordo di Doha si é posta fine a una crisi molto complessa che ha paralizzato il Libano per 18 mesi, spaccando in due il paese».
    Così il ministro degli Esteri Franco Frattini in aula al Senato per l'informativa sugli ultimi sviluppi della questione in Libano.
    Il ministro ha sottolineato che l'Italia è stato il primo paese con il quale il presidente del Libano Michel Sleiman ha accettato di avere un incontro bilaterale.
    Incontro che si è svolto domenica a Beirut, mezz'ora dopo la sua elezione.
    Frattini ha ricostruito gli eventi dall'inizio della crisi iniziata nel novembre 2006 con le dimissioni dall'Esecutivo di Siniora, fino all'accordo raggiunto a Doha la settimana scorsa.
    Cauto ottimismo sulle trattative in corso tra Israele e Libano per la restituzione a Israele dei due soldati israeliani presi prigionieri, immediatamente prima del conflitto dell'estate 2006 fra le milizie dell'Hezbollah e lo Stato ebraico.

    Azione ad ampio raggio del Governo italiano, in contatto con Stati Uniti. Francia, Germania e Regno Unito, di sostegno al tentativo di mediazione della Lega Araba.
    Poi l'accordo tra i partiti politici libanesi raggiunto a Beirut e la mediazione della Lega araba che ha posto le base per i negoziati di Doha che si sono chiusi nella notte fra il 20 e il 21 maggio.
    «È forte l'auspicio – ha sottolineato il ministro Frattini - che l'intesa possa effettivamente costituire la premessa di una nuova, stabile e prospera pagina della storia del Libano».
    Questo, ha spiegato il ministro, nella consapevolezza che sono ancora complesse questioni sul tappeto: dalla ripartizione dei portafogli in seno al prossimo Gabinetto, al programma di governo del nuovo Esecutivo, alle relazioni con la Siria e con Israele fino all'entrata in funzione del Tribunale Internazionale.
    Senza trascurare la necessità di dare piena attuazione alla risoluzione n. 1559 del Consiglio di Sicurezza, che prevede il disarmo di tutte le milizie, anzitutto quelle di Hezbollah.
    L'accordo di Doha prevede l'elezione (avvenuta la scorsa domenica) alla Presidenza della Repubblica del Capo delle forse armate libanesi Generale Sleiman, la formazione di un Governo di unità nazionale composto da 30 ministri (16 per la maggioranza, 11 per l'opposizione e 3 designati dal presidente) e il ritorno alla legge elettorale del 1960.
    Si è anche registrato un impegno delle parti a non ricorrere all'uso della forza per finalità politiche e di avviare un dialogo per rafforzare l'autorità dello Stato nel territorio.
    L'opposizione diporrà di un potere di veto sui provvedimenti di rilevanza costituzionale. La comunità cristiana ha ottenuto il ritorno all'impianto della legge elettorale del 1960.
    Due le incognite: la prima relativa al ruolo di Hezbollah uscito rafforzato dalla prova di forza delle ultime settimane e il contesto regionale e in particolare l'evoluzione dei contatti fra Libano, Siria e Israele.
    Per il ministro l'accordo di Doha dovrebbe favorire una graduale normalizzazione dei rapporti fra Libano e Siria, mentre resta da vedere se sarà possibile registrare vanzamenti paralleli nel dialogo Libano-Israele.
    «L'Italia – ha sottolineato Frattini - continuerà la sua azione a sostegno del dialogo tra le fazioni, forte dei suoi eccellenti rapporti e di una sperimentata capacità di dialogo con tutti gli attori politici libanesi».
    Altrettanto deciso è il sostegno politico e sul campo del Governo alla missione Unifil.
    Il primo obiettivo è applicare in modo efficace le regole che esistono nella zona cuscinetto.
    Per il ministro può rivelarsi utile il potenziamento delle attività operative congiunte: basta riflettere sul fatto che la creazione di check-point congiunti Unifil-Laf hanno consentito dal 15 aprile ad oggi di controllare 13mila veicoli e 22mila civili.

    Fonte: Il Sole 24 Ore - Nicoletta Cottone | vai alla pagina
    Argomenti: missioni internazionali, politica estera, militari, onu, libano, Ministro degli esteri, Governo Berlusconi | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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