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Dichiarazione di Angelino ALFANO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  Giustizia (Partito: PdL) 


 

Al Csm: "Sì al dialogo ma poi la sintesi spetta al governo"

  • (27 maggio 2008) - fonte: Repubblica.it - inserita il 27 maggio 2008 da 31

    Il ministro della Giustizia, davanti all'organo di autogoverno dei magistrati promette cambiamenti graduali: "Il nostro programma premiato dagli elettori"
    Il Guardasigilli: necessario riformare i codici, nel modo "più possibile condiviso".
    Mancino: confronto è "dovere istituzionale", urgenti maggiori risorse.

    ROMA - Governo e Consiglio superiore della magistratura devono dialogare, non solo perchè questo è "un dovere istituzionale", ma perchè così "si possono superare contrasti antichi e meno antichi nel rapporto tra politica e giustizia".
    E' l'auspicio espresso dal vicepresidente del Csm Nicola Mancino, accogliendo al plenum di per la prima volta il Guardasigilli Angelino Alfano.
    Che, da parte sua, ha assicurato un clima di collaborazione, un'azione graduale; ma ha anche ricordato che il programma sulla giustizia del governo presieduto da Silvio Berlusconi è "supportato da un ampio consenso elettorale, ispirato da una richiesta di ragionato cambiamento". E che dunque va attuato.
    "Crediamo nel dialogo come metodo per far emergere decisioni condivise - ha ribadito il ministro della Giustizia -nella consapevolezza, tuttavia, di dover comunque assumere, nel momento della sintesi, le determinazioni che ci competono.
    Dunque, dialogo e decisioni; confronto e scelte".
    Certo, il Guardasigilli ha sottolineato che non intende procedere a "un ennesimo stravolgimento degli assetti" che si sono creati con l'ultima riforma dell'ordinamento; ma che intende "realizzare alcuni obiettivi qualificanti con la necessaria gradualità e con il proficuo confronto con la magistratura, in tutte le sue espressioni".
    Il ministro ha poi più volte rilanciato, proprio come Mancino, la necessità del "dialogo tra istituzioni".
    "La mia viva aspirazione e del nostro governo - ha aggiunto - è che finalmente si possa dar vita ad una fase nella quale i problemi della giustizia vengono affrontati, pur nelle diverse prospettive politiche, con rigore tecnico e concettuale, ispirandoci a quel principio per il quale si porta al vaglio degli elettori un'idea di giustizia e si ritorna a loro cospetto enunciando ciò che si è fatto e la coerenza tra ciò che si è fatto e ciò che si era detto di voler fare".
    Questo, ha concluso Alfano, "nelle democrazie occidentali si chiama principio di responsabilità ed a questo ci ispireremo".

    In particolare, Alfano ha dichiarato che è necessario cambiare il codice civile e quello penale senza "avventurarsi in ennesime grandi riforme legislative, magari soltanto declamate", ma con l'obiettivo di "sforzarsi di ricercare soluzioni efficienti e il più possibile condivise" con la consapevolezza che "al centro del sistema giustizia vi è la persona che cerca la tutela dei proprio diritti e dalla quale vanno fornite risposte concrete ed immediate".

    Mancino invece ha sottolineato che per la giustizia "non bastano le riforme; occorre un impegno governativo che si manifesti con l'assegnazione di risorse adeguate".
    Il numero due del Csm ha sottolineato che in particolare "gli apporti amministrativi di supporto alla funzione giudiziaria sono tuttora molto carenti, il che concorre a determinare disfunzioni e lungaggini".
    Alfano ha replicato che ci sarà una "rapida risposta" ai "problemi di carattere emergenziale".
    E domani il ministro incontrerà anche i vertici dell'Unione camere penali.

    Fonte: Repubblica.it | vai alla pagina
    Argomenti: giustizia, magistratura, magistrati, Governo Berlusconi, ministro della Giustizia | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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