Tutti i numeri del Quirinale Presidente della repubblica

L’elezione del nuovo capo dello stato è una partita politica molto complessa. I numeri possono però fornirci alcuni elementi utili per orientarci tra i poteri del capo dello stato, le modalità della sua elezione e le caratteristiche che hanno contraddistinto i profili dei presidenti della repubblica.

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Tra pochi giorni inizieranno le votazioni per eleggere il nuovo capo dello stato. Per interpretare le opzioni e le scelte dei grandi elettori è dunque utile riprendere alcuni dati che riguardano la presidenza della repubblica, per apprezzarne l’importanza, capire le procedure con cui i presidenti vengono eletti, il peso delle forze in campo e i principali elementi che vengono presi in considerazione in questa complicata partita.

Per questo già da novembre abbiamo iniziato a pubblicare o aggiornare contenuti relativi al presidente della repubblica, primo tra tutti il rapporto “Tutti gli uomini del Quirinale 2022“. Oltre a questo però ci siamo anche occupati dell’ultimo discorso di fine anno di Mattarella e abbiamo aggiornato i nostri glossari sulla presidenza della repubblica.

Per fornire una sintesi di questo lavoro abbiamo raccolto alcuni dei principali numeri sul Quirinale, sia in chiave storica che di attualità. Un modo per fornire una chiave interpretativa alle scelte che saranno compiute nei prossimi giorni che, comunque vada, rappresenteranno un passaggio cruciale della storia repubblicana.

12

i presidenti della repubblica in carica dal 1948 a oggi considerando anche il capo provvisorio dello stato Enrico De Nicola. Considerando invece solo i presidenti eletti dopo il ’48 sono stati 11 i capi dello stato ma 12 le elezioni. Nel 2013 infatti Giorgio Napolitano è stato il primo presidente della repubblica eletto per un secondo mandato. Questo secondo incarico comunque ha avuto durata breve e nel 2015 Napolitano ha rassegnato le dimissioni.

5

i presidenti della repubblica che hanno sciolto anticipatamente le camere. Il primo è stato il presidente Leone nel 1972, dopo la caduta del primo governo Andreotti. Poi sempre Leone nel 1976 (quinto governo Moro). Pertini sciolse anticipatamente le camere 2 volte nel 1979 (quarto governo Andreotti) e nel1983 (quinto governo Fanfani). A Cossiga capitò una sola volta nel 1987 dopo la caduta del sesto governo Fanfani. Scalfaro poi sciolse le camere nel 1994 (governo Ciampi) e nel 1996 (governo Dini). L’ultimo presidente ad aver sciolto le camere infine è stato Napolitano. Prima nel 2008, quando con la caduta del secondo governo Prodi la legislatura venne interrotta dopo appena 2 anni. Poi nel 2012 (governo Monti) anche se in realtà mancavano ormai pochi mesi alla fine naturale della legislatura.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 26 Novembre 2021)

67

i governi italiani dalla nascita della repubblica (64 se si contano solo quelli nati dopo il varo della costituzione). È il presidente della repubblica a nominare il presidente del consiglio e su proposta di questo i ministri. Si tratta tuttavia di un potere complesso che il capo dello stato esercita in concorso con altri organi dello stato. In ogni caso dato l'alto numero di governi ciascun presidente della repubblica si è trovato in molte occasioni a nominare nuovi presidenti del consiglio.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 30 Novembre 2021)

5

i senatori a vita di nomina presidenziale che possono essere in carica allo stesso momento. L'articolo 59 della costituzione è stato riformato solo nel 2020. Fino a questo momento infatti presentava una formulazione ambigua. Quasi tutti i presidenti avevano interpretato la norma nel senso che è stato ora adottato, ma sia Pertini che Cossiga avevano adottato un'interpretazione estensiva secondo cui ciascun presidente poteva nominare fino a 5 senatori, indipendentemente dal numero in quel momento in carica.

FONTE: elaborazione openpolis su dati del senato della repubblica
(ultimo aggiornamento: lunedì 6 Dicembre 2021)

1/3

i giudici della corte costituzionale nominati dal presidente della repubblica, ovvero 5 su 15. Si tratta di una potere cruciale e di equilibrio tra il potere politico e quello giudiziario. Ed è proprio in questi termini infatti che è stato spesso esercitato dai presidenti della repubblica. In molti casi infatti sembra che le scelte del Quirinale, oltre alla valutazione del profilo del giudice, abbiano riguardato anche la ricerca di un equilibrio all'interno della corte. Forse proprio per questo la maggioranza dei presidenti della corte costituzionale sono stati nominati giudici della consulta proprio dal presidente della repubblica.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 18 Dicembre 2020)

1.009

i “grandi elettori” chiamati a scegliere il capo dello stato. In base all’articolo 83 della costituzione il presidente della repubblica deve essere eletto dal parlamento in seduta comune a cui si aggiungono 3 delegati per ogni regione (salvo la Val d’Aosta che ha un solo rappresentante). In attesa che trovi applicazione la riforma costituzionale approvata nel 2020 che prevede una riduzione del numero dei parlamentari, l’assemblea che elegge il presidente della repubblica si compone quindi ad oggi di 1.009 membri: 630 deputati, 321 senatori (inclusi i senatori a vita, attualmente 6) e 58 delegati regionali. Per l'elezione del successore di Sergio Mattarella i "grandi elettori" sono 1.008 dato che un seggio della camera è attualmente vacante.

FONTE: dati ed elaborazioni openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 25 Gennaio 2022)

2 su 12

i presidenti della repubblica eletti con la maggioranza dei 2/3. Secondo il dettato costituzionale nei primi 3 scrutini è necessaria la maggioranza “qualificata” dei 2/3 per eleggere il capo dello stato. Se non si riesce a trovare un accordo su un nome condiviso, a partire dal quarto scrutinio il quorum si abbassa e diventa sufficiente la maggioranza assoluta. Dal 1949 a oggi solo 2 presidenti (Cossiga nel 1985 e Ciampi nel 1999) sono stati eletti entro le prime 3 votazioni. Quattro invece sono stati eletti al quarto scrutinio (Einaudi nel 1949, Gronchi nel 1955, Napolitano nel 2013 e Mattarella nel 2015). L’elezione più complicata in assoluto fu quella di Giovanni Leone nel 1971, per cui furono necessarie ben 23 votazioni.

FONTE: elaborazione openpolis su dati presidenza della repubblica
(ultimo aggiornamento: venerdì 12 Marzo 2021)

4

i presidenti della repubblica eletti con meno del 60% dei consensi. Fatta eccezione per Enrico De Nicola (eletto capo provvisorio dello stato nell’ambito dell’assemblea costituente), ad oggi, il presidente della repubblica eletto con il più ampio consenso è stato Sandro Pertini, con 832 voti sui 995 presenti e votanti (83,6%). Seguono Giovanni Gronchi (79%) e Francesco Cossiga (76,8%). Sergio Mattarella invece è stato eletto con il 66,8% dei voti, settimo per percentuale di consenso. Quattro sono stati i presidenti della repubblica eletti con meno del 60% dei consensi. Si tratta di Luigi Einaudi (59,4%), Giorgio Napolitano nel 2006 (54,3%), Antonio Segni (52,6%) e Giovanni Leone (52%).

FONTE: elaborazione openpolis su dati presidenza della repubblica
(ultimo aggiornamento: venerdì 12 Marzo 2021)

234

i “grandi elettori” espressione del Movimento 5 stelle. Data l’attuale composizione del parlamento e l’appartenenza politica dei delegati regionali, la forza più rappresentata durante le votazioni per l’elezione del capo dello stato sarà il Movimento 5 stelle con 234 esponenti. Seguono la Lega (212), il Partito democratico (154), Forza Italia (135), gruppo misto (116) e Fratelli d’Italia (63). Dati questi numeri né il centrodestra né il centrosinistra nelle loro attuali composizioni avrebbero la forza per eleggere da soli il prossimo capo dello stato. A meno di accordi trasversali quindi potrebbero risultare decisivi i voti degli appartenenti agli schieramenti politici “minori”.

45

i grandi elettori espressione di Italia viva. Dato che i voti necessari per eleggere il prossimo capo dello stato sono 505, l’ago della bilancia potrebbe essere rappresentato da Italia viva. Qualora infatti la formazione di Matteo Renzi decidesse di votare insieme al centrodestra questo sarebbe vicinissimo a raggiungere il quorum. Nell’interpretare questi dati tuttavia bisogna tenere presenti alcuni elementi. In primo luogo non è detto che tutti i grandi elettori rispettino le indicazioni provenienti dai rispettivi partiti. Questo in virtù del voto segreto che potrebbe favorire la formazione di maggioranze trasversali. Un altro fattore che d considerare è l’emergenza coronavirus che potrebbe impedire a diversi esponenti di partecipare alle votazioni.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 25 Gennaio 2022)

11 su 12

i presidenti della repubblica che sono stati parlamentari prima di essere eletti al Quirinale, così come quelli che hanno ricoperto almeno un incarico di governo. Nel primo caso l’unica eccezione è quella di Ciampi. Nel secondo caso invece si tratta di Pertini.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 20 Dicembre 2021)

5

i presidenti della repubblica che hanno ricoperto l'incarico di presidente della camera prima di essere eletti al Quirinale. Si tratta di Gronchi, Leone, Pertini, Scalfaro e Napolitano. Quanto alla seconda carica dello stato, solo un presidente del senato è stato fin'ora eletto alla presidenza della repubblica, Francesco Cossiga.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 20 Dicembre 2021)

2

i presidenti della repubblica che hanno ricoperto l'incarico di governatore della Banca d'Italia prima di essere eletti al Quirinale. Già il primo capo dello stato eletto dal parlamento aveva ricoperto il ruolo di governatore della Banca d'Italia, Luigi Einaudi. A 51 anni di distanza poi un altro ex governatore, Ciampi, è salito al colle. Entrambi comunque avevano anche ricoperto incarichi di governo.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 20 Dicembre 2021)

0

le donne che ad oggi hanno ricoperto l'incarico di presidente della repubblica. A oltre 70 anni dal varo della costituzione in molti sostengono che sia arrivato il momento per interrompere questa prassi.

73 anni

l'età media dei presidenti della repubblica al momento dell'elezione. Il presidente più giovane al momento dell'entrata in carica è stato Francesco Cossiga, a soli 57 anni. Il più anziano ad essere stato eletto invece è stato Giorgio Napolitano, che all'inizio del suo secondo mandato aveva 88 anni. Invece se si considera solo il primo incarico il presidente più anziano è stato Pertini, eletto a 81 anni. Per quanto autorevoli possano essere alcune delle figure indicate nel dibattito pubblico come possibili candidati al Quirinale la questione anagrafica deve dunque far riflettere rispetto alla possibilità che l'età avanzata li induca a concludere il mandato prima del termine di 7 anni previsto dalla costituzione.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 7 Gennaio 2022)

La scelta del parlamento su chi andrà a ricoprire il ruolo di capo dello stato si baserà certamente su una valutazione di tipo politico, che tuttavia dovrà tenere in considerazione le esperienze pregresse dei profili individuati. Nel corso della storia repubblicana sono state elette alla presidenza della repubblica personalità anche molto diverse tra loro. Guardando ai precedenti però è possibile individuare varie caratteristiche comuni nei percorsi politici di chi è stato eletto al colle. Informazioni utili per interpretare le scelte compiute fin ora, che tuttavia non sono in alcun modo vincolanti.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 11 Gennaio 2022)

Foto Credit: Quirinale

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