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Dichiarazione di Marco STRADIOTTO

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Martellago (VE) (Lista di elezione: DL)  -  Sottosegretario  Sviluppo economico (Partito: DL) 


 

Mi considero abbastanza giovane: ho dato la mia disponibilità a candidarmi. - Intervista

  • (21 febbraio 2008) - fonte: Il Gazzettino - ed. Nazionale - - inserita il 21 febbraio 2008 da 31
    «Mi considero abbastanza giovane: ho dato la mia disponibilità a candidarmi, ma non dipende solo da me...». "Abbastanza giovane", per Marco Stradiotto, significa 42 anni. Nel giorno in cui il Pd ratifica il regolamento sulle candidature e registra lo "strappo" dell'ottantenne Ciriaco De Mita, il sottosegretario (uscente) allo Sviluppo economico può dedicarsi solo in parte al futuro: il Governo è ancora in funzione, perciò a lui tocca presenziare alla firma dell'accordo per la realizzazione del rigassificatore al largo della costa di Porto Viro, in Polesine. «È più importante questo di una candidatura», dice. Vero. Ma se poi i candidati in Veneto non sanno nemmeno dov'è Porto Viro... Domanda brutale: è possibile che lei debba lasciare il posto a qualche paracadutato? «Credo che ci sia qualche personaggio che può meritare una candidatura "nazionale"; se sono di qualità, non fanno male. Ma non possiamo accettare candidati da fuori solo perché non riescono a farsi eleggere nella loro regione». De Mita lascia il Pd perché non viene candidato, e fonda una sua lista. È una perdita? «Alcuni personaggi con la P maiuscola dovrebbero avere un minimo di umiltà. Perché devono esserci a tutti i costi, a 80 anni? Nel 2001, appena entrato alla Camera, incontrai Gerardo Bianco che mi domandò, a bruciapelo: "Com'è fuori?". C'è troppa gente che non sa "com'è fuori" dal parlamento, che ha perso i contatti con la realtà». Che scenario si presenterà dopo le elezioni? «Qualunque sia il risultato, nulla sarà più come prima. La semplificazione piace, gli italiani hanno apprezzato Veltroni e di conseguenza anche il Pdl. I partiti hanno scelto di approcciarsi alle elezioni come se ci fosse una legge elettorale diversa. E gli elettori premieranno questa scelta». Vuol dire che hanno ragione Berlusconi e Fini quando auspicano un "voto utile", ovvero concentrato su Pd o Pdl? «Assolutamente sì; ma lo sostiene anche Veltroni. Mi piacerebbe che questo avvenisse anche a livello locale, soprattutto al Sud. Per certi consigli comunali si presentano coalizioni di venti liste...». Non la imbarazza aver fatto parte del governo Prodi e al contempo di un partito che dice: "Adesso si cambia tutto"? «No, perché sono consapevole che il problema non era Prodi. So qual era il nostro limite, la nostra zavorra. Il vero cambiamento è certificato dalla scelta del Pd di correre da solo». Lei è stato condizionato nella sua azione di governo dalla sinistra? «Le faccio un esempio: nel giugno scorso sono andato ad Algesiras, in Spagna, per il rigassificatore che stanno costruendo là e che sarà portato in Adriatico. Ho parlato con gli spagnoli e con il ministro del Quatar, che dovrà venderci il gas, e tutti erano allibiti per i nostri "tempi": tre anni per posare un tubo in fondo al mare. Ad Algesiras l'autorizzazione per avviare il cantiere del rigassificatore è arrivata in 30 giorni. Il mio orgoglio di italiano era sotto i tacchi. Poi vado in parlamento per accelerare la legge sulla semplificazione burocratica, e mi ritrovo i deputati della sinistra tra più rigidi. Da noi si fa una polemica perché all'Arsenale di Venezia si costruiscono le bricole! Ma imparino da Zapatero...». Zapatero, quello dei Dico? «L'anno scorso abbiamo impiegato 6 mesi a discutere sui Dico. Ma la gente vuole quello o vuole arrivare a fine mese? O si fissano le giuste priorità, o gli italiani pensano giustamente che viviamo in un altro mondo». Al ministero delle Attività produttive ha messo le mani nei conti dello Stato. Sono credibili promesse elettorali come l'abolizione dell'Ici? «È sempre stata un mio pallino; il governo Prodi ha esentato dall'Ici quasi l'80\% degli italiani. Anche in questo caso ha fatto la cosa giusta, ma a metà: perché non cancellarla del tutto? Serviva un altro miliardo di euro? Ma se ne avanziamo 20!». Ma allora 'sto tesoretto esiste o no? «I conti stanno andando bene, il prossimo governo si troverà una dotazione che gli consentirà di mantenere le promesse elettorali. Se non lo farà, non sarà per colpa della carenza di risorse. Piuttosto, questo significa che gli italiani hanno fatto grandi sacrifici e in parte le risorse sono anche già state redistribuite; ma vuol dire anche che si è esagerato con la "dose" della cura. Si potevano chiedere un po' meno lacrime, e un po' meno sangue».
    Fonte: Il Gazzettino - ed. Nazionale - | vai alla pagina
    Argomenti: economia, governo, Candidature, elezioni politiche 2008, pd | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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