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Dichiarazione di Massimo Cacciari

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Venezia (VE) (Partito: DL) 


 

Cacciari, siluro all’ospite. "Veltroni ha fatto le liste in modo orrendo" - Intervista

  • (07 marzo 2008) - fonte: La Nuova Venezia e Mestre on line - Alberto Vitucci - - inserita il 07 marzo 2008 da 31

    «Qui solo per uno spot». Il leader del Pd: «Conquisterò il Nordest». Attacco del sindaco alla vigilia della visita a Mestre: «Domenica sarò con D’Alema, domani sto a casa». «Calearo non lo conosco, l’ho visto in tv e mi è parso uno sprovveduto. Con questa gente il centrosinistra a Nordest è destinato a straperdere»

    VENEZIA. «Da Veltroni non ci vado. Non è che si può fare lo spot, venire qui una volta ogni tanto prima delle elezioni e poi ricominciare con gli errori di sempre. Andrò domenica a dare un saluto a D'Alema. Ma domani a Mestre non ci sarò. Non mi hanno ascoltato, facciano quello che vogliono».
    Non è uno strappo, ma poco ci manca. Massimo Cacciari, filosofo e sindaco di Venezia, è da sempre il grillo parlante del centrosinistra. Scelte controcorrente - come quando decise di andare da solo con la Margherita contro i Ds e la sinistra alle elezioni del 2005 - e critiche a «Roma» senza badare troppo alla diplomazia. Come per il Mose, che lui aveva proposto di modificare valutando alternative più economiche. O per il federalismo fiscale. E' stato tra i primi a lanciare l'idea delle grandi alleanze, poi del Partito democratico. Ma adesso, viste le liste del Pd, il sindaco proprio non ci sta.

    Diranno che a Cacciari non va mai bene niente.
    «Ma quando mai! Ho detto che mi andava bene tutto, viva Veltroni e avanti così. Ma il modo in cui hanno fatto le liste è orrendo».
    Hanno lasciato fuori qualcuno a cui lei teneva?
    «Non è questo, è che bisognava dare un bel segnale di rinnovamento, mettere dentro donne, giovani. Invece siamo alla fotocopia esatta dell'altra volta. Paracadutati da Roma e soliti nomi. Così la classe politica locale non potrà mai crescere».
    E poi non le piace Calearo, il falco della Confindustria.
    «Non è questione di Calearo. Io non lo conosco, l'ho visto in tv e francamente mi è parso uno sprovveduto. Come si fa a dire quelle cose quando hai di fronte Enrico Letta, esponente del tuo partito e sottosegretario di Prodi? Non so se sia stato un buon acquisto».
    Ma è la tecnica che Cacciari usa da sempre: coinvolgere esterni al partito e portarli via dal campo avversario.
    «Infatti, l'idea è giustissima. Ma poi bisogna vedere il personaggio. Ripeto, nel Lombardo Veneto non si vince andando in tv con questi candidati».
    Come allora?
    «Bisognava trovare gente radicata nel territorio, che andasse casa per casa. Così il centrosinistra in queste regioni è destinato a straperdere».
    Non è un giudizio un po' impietoso? In fondo Veltroni ha fatto le primarie, ha provato a cambiare.
    «Ma le ha fatte in tutta Italia. Qui ci voleva un passo diverso. Ci siamo già dimenticati della questione settentrionale? Delle promesse dell'altra volta? Anche per colpa di sciagurate scelte politiche nei primi anni Novanta, subito dopo Tangentopoli, la Cdl ha ereditato il bacino elettorale della Dc e del Psi. A cui poi si è aggiunta la Lega. Capite bene che qui si parte con un gap enorme».
    Il Pd prova a far parlare di sè, a conquistare qualche titolo sui giornali.
    «Ma non basta farsi vedere una volta ogni tanto nel Veneto e andare in tv. Come fai a far crescere un bambino rachitico se lo porti solo una volta al mese a prendere il sole?»
    Dunque ancora uno sbaglio.
    «Evidente. Si doveva far crescere un nuovo ceto politico locale. Invece non è stato fatto, né a Milano né qui. Se pensano di governare il Paese vincendo tra Bologna e Firenze si sbagliano».
    Dunque è polemica aperta con Veltroni.
    «Non è polemica. Ma visto che mi hanno chiesto delle cose, è venuto qui Goffredo Bettini a nome di Veltroni e ci siamo parlati per un'ora... Poi hanno fatto lo stesso quello che volevano, si arrangino».
    Ma chi dovevano candidare, Cacciari?
    «Non me l'hanno mai chiesto, e se me l'avessero chiesto avrei risposto di no. Ma non è questo il punto. Ripeto, si è fatto esattamente il bis del 2006. Candidati imposti da Roma, ripescati, soliti nomi, esclusioni discutibili di gente che aveva lavorato bene. Se avessero messo qualche donna e qualche giovane in più, come si era detto, questo avrebbe dato più fiducia».
    Insomma, corsa in salita.
    «Io spero che il Pd vada bene. Sta rimontando, ma deve mettere le basi per il futuro, soprattutto qui nel Lombardo Veneto».


    Fonte: La Nuova Venezia e Mestre on line - Alberto Vitucci - | vai alla pagina
    Argomenti: veltroni, Candidature, sindaco, pd, questione settentrionale, comune venezia mestre | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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