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Dichiarazione di Valter VELTRONI


 

Non bastano le lacrime per mille morti all'anno.

  • (05 marzo 2008) - fonte: Sito Uff.le Pd - inserita il 05 marzo 2008 da 31
    "Mille morti all'anno sono le cifre di una guerra e a perdere è sempre l'esercito dei lavoratori italiani".
    “L’indicente sul lavoro avvenuto a Molfetta, che ha provocato la morte di cinque operai, è la rappresentazione della grandezza della classe operaia italiana, del senso di solidarietà per il quale quando si sta insieme su un posto di lavoro si è una squadra legata a uno stesso destino”.
    Intervenendo a Genova, davanti alla platea di piazza Matteotti, il segretario del Pd ha ricordato la tragedia di lunedì a Molfetta. Tragedia che ha ucciso cinque persone, cinque lavoratori.
    Tragedia che si somma a quelle che si susseguono un giorno dopo l’altro, che si lasciano dietro vittime tutti con straziante regolarità, e che qui, a Genova, colpiscono in particolare i lavoratori del porto. L'ultima vittima, lo scorso 29 febbraio, Fabrizio Cannonero, 39 anni, caduto da una nave durante il turno notturno. Per ricordarlo il sindaco Marta Vincenzi ha indetto una giornata di lutto cittadino. Appena prima del suo comizio, Veltroni ha incontrato una delegazione di portuali, che, come gli altri lavoratori italiani, sono stanchi, non ce la fanno più ad uscire di casa la mattina senza sapere se torneranno la sera.
    “Dobbiamo fare un Paese – ha detto Veltroni – dove non ci sia bisogno di celebrare la grandezza degli operai. Le persone che vanno a lavorare devono tornare a casa sane e salve, la sicurezza deve venire prima del lavoro stesso. Avere più di mille morti all’anno è una guerra non dichiarata, in cui a perdere è sempre l’esercito dei lavoratori italiani”.
    Prima di Veltroni, a parlare dal palco di piazza Matteotti è Antonio Boccuzzi, l’operaio sopravvissuto al rogo della ThyssenKrupp a Torino, ora candidato alla Camera nelle fila del Pd. Boccuzzi, visibilmente commosso, ha rivolto il suo pensiero alle famiglie dei lavoratori caduti a Molfetta, del portuale di Genova, dei suoi colleghi di Porto Marghera. “Dopo tre mesi dalla tragedia della Thyssen siamo nuovamente davanti ad una tragedia nel mondo del lavoro. Chiediamo al più presto la firma del decreto sicurezza sui posti di lavoro perché ormai questo è un urlo sempre più disperato ed è ora che non resti solo uno slogan”. E mentre gli appelli, che giungono da Genova come da ogni parte del Paese, si moltiplicano, a Roma si lavora per tradurre in legge le proposte che sono tuttora in attesa di approvazione. Qualcosa di concreto sembra che si stia finalmente muovendo. Il presidente del Consiglio Romano Prodi, da Molfetta, dove ha recato visita ai familiari delle vittime della tragedia alla Truck Service, ha annunciato che giovedì il Consiglio dei ministri “approverà il decreto legislativo che abbiamo elaborato in mesi di lavoro. Ma – ha aggiunto il premier – questo non basta, ci vuole l’impegno dei datori di lavoro e dei lavoratori nell’applicare giorno per giorno le regole”.
    Sulla necessità di una collaborazione maggiore dei soggetti interessati è tornato anche il ministro del Lavoro Cesare Damiano. Il ministro ha ricordato che il titolo I del testo unico sulla sicurezza è pronto da tempo ma sta incontrando delle resistenze da parte delle aziende sul capitolo delle sanzioni verso le imprese che non rispettano le regole in materia di sicurezza. “Ci sono state delle resistenze da parte di Confindustria. Mi auguro che queste difficoltà vengano superate. Il Paese si aspetta una risposta dovuta, seria e forte”.

    Fonte: Sito Uff.le Pd | vai alla pagina
    Argomenti: pd, Thyssen, morti sul lavoro, sicurezza sul lavoro | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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