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Dichiarazione di Pier Luigi BERSANI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: L' Ulivo)  -  Ministro  Sviluppo economico (Partito: DS) 


 

il partito si impegni nel confronto con la Chiesa - Intervista

  • (29 febbraio 2008) - fonte: Il Messaggero - Claudio Sardo - inserita il 01 marzo 2008 da 31
    «Al Pd non basta esse­re il partito della buona educazio­ne tra laici e cattolici. Riconosce­re la laicità dello Stato e la rile­vanza pubblica delle religioni è giusto, ma troppo poco. Veltroni ha parlato di laicità eticamente esigente: ecco, è l'inizio di un percorso. Senza un pensiero nuo­vo, senza un metodo condiviso, senza forti valori comuni, il Pd rischia di farsi travolgere dall'irrompere nella politica di nuove questioni antropologiche». Pierluigi Bersani è da tempo uomo del dialogo tra la sinistra e i movimenti cattolici. E non a caso accenna alla «questione an­tropologica». È la formula che la Cei ha scelto per marcare la propria svolta negli anni '90. Bersani dice: «La sinistra, con il suo umanesimo, non deve aver paura di un confronto alto con chi professa la fede in un Dio-persona. Anche gli scritti di Benedetto XVI su fede e ragione sono incoraggianti. Purché si ten­ga insieme ragione e ragionevo­lezza. E non è ragionevole, secon­do me, arroccarsi sui principi non negoziabili. Dobbiamo in­vece negoziare. La politica deve trovare sintesi nuove. Altrimen­ti sulla bioscienza, o sulle mani­polazioni della vita, le soluzioni le troveranno i laboratori cinesi o inglesi e le imporranno al mon­do intero».
    Onorevole Bersani, la polemica è riesplosa dopo l'accordo tra il Pd e i radicali. È stato giusto farlo?
    «Non so se l'intesa sarà conve­niente sul piano elettorale. Né se i radicali sono integrabili nel Pd. Ma un partito come il nostro non può non avere un istinto di apertura. E poi abbiamo uno statuto, un codice etico, una car­ta dei valori: il confronto quoti­diano avrà i suoi punti fermi».
    Non avverte il rischio che, per includere culture diverse, il Pd riduca il comune denominato­re sui valori?
    «Sarebbe il fallimento del proget­to. Berlusconi ha detto che il Pdl è un partito monarchico, ma al tempo stesso anarchico sulle scel­te di rilevanza etica. È stato sincero. Noi però dobbiamo tenerci quanto più lontani da que­sto modello».
    Ma come tenere insieme i cat­tolici che non negoziano sui principi e i laici irritati per l'«interventismo» della Chie­sa?
    «Eppure c'è spazio, anzi necessi­tà, di un lavoro comune. C'è una nuova questione sociale, fonda­ta su inedite e più drammatiche diseguaglianze. C'è bisogno di un nuovo senso civico, che com­prenda una consapevolezza dei doveri. Ma anche sulle questioni che riguardano la vita e la morte, i limiti della scienza e l'integrità dell'uomo, dobbiamo e possiamo trovare punti di condivisione.Nel metodo e nel merito. Se il Pd non fa la sua parte in questa impresa viene meno alle proprie ragioni».
    Ammetterà che allo stato è poco più di un auspicio.
    «Negli anni '70 la violenza sulle donne rientrava nei reati contro la morale: oggi nessuno dubita che si tratti di reato contro la persona. Non sono cambiati i dogmi. È cambiata la cultura. Non è vero che gli steccati sono per sempre. Peraltro, la società e la scienza è sempre lì a rimettere in discussione le decisioni legisla­tive».
    Il cardinal Ruini ha detto che le scoperte scientifiche impon­gono una revisione anche della legge 194.
    «La legge 194 ha avuto una buona attuazione. Ha accompagna­to "un processo di riduzione del­l'aborto in Italia. Aggiornarne l'applicazione sulla base delle scoperte scientifiche può essere utile. Ma il metodo resta valido. Quando Ferra­ra parla di mo­ratoria contro l'aborto, di fat­to intende l'estensione mondiale dei principi della 194».
    Ma Ferrara e i cosiddet­ti "atei devo­ti" non sono la prova che a destra la Chiesa può ottenere di più.
    «Ferrara non ha inventato nulla. Dice le stesse cose che dicevano certi massoni un se­colo fa. Que­sta non è la competizione che può inte­ressare il Pd».
    Qualcuno di­ce che il cattolicesimo democrati­co è finito. Lei è d'accordo?
    «Può darsi che alcune categorie del cattolicesimo democratico facciano parte di un ciclo concluso. Ma il metodo di quei cattoli­ci, il metodo che ha portato alla Costituzione, è ancora vitale. Perché richiama la politica al­l'esigenza, anche sofferta, di me­diazione tra le tue convinzioni etiche e religiose e l'autonomia di una politica chiamata a deci­dere per tutti. C'è una nuova stagione dei diritti davanti a noi. Lo dico anche alla sinistra. Il caso Welby è stato troppo rapidamente archiviato. Che libertà c'è quando cresce troppo la dipen­denza dell'uomo dalla macchina? Che libertà c'è se la genetica può sconfinare nelle creazioni di uo­mini secondo standard prestabi­liti? Questa è politica. È gran parte della politica di domani».

    Fonte: Il Messaggero - Claudio Sardo | vai alla pagina
    Argomenti: etica, attività politica, pd, lista ferrara | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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