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Dichiarazione di Antonio TAJANI

Alla data della dichiarazione: Vicepres. Commissione EU  (Partito: PdL) 


 

Ci salveranno gli investimenti nelle infrastrutture - INTERVISTA

  • (20 gennaio 2009) - fonte: Libero Mercato - Fausta Chiesa - inserita il 20 gennaio 2009 da 31

    L`Europa sta meglio degli Usa grazie alle sue regole più severe

    «La situazione economica è difficile, ma lo è meno in Europa di quanto non lo sia ragli Stati Uniti».A dirlo è il vicepresidente della Commissione europea e Commissario Ue ai Trasporti Antonio Tajani, ieri a Milano in visita alla sede di rappresentanza della Commissione e del Parlamento europeo a Palazzo delle Stelline. Appena tornato dalla missione a Tokyo dove ha partecipato alla conferenza ministeriale su ambiente ed energia nel settore dei trasporti, Tajani arriva in Italia proprio nel giorno in cui Eurostat diffonde dati economici da doccia fredda.
    Dunque, la situazione è meno difficile da noi?
    «Si, perché gli Stati Uniti sono figli di un modello economico che ha regole flebili, mentre noi abbiamo un sistema economico basato su regole più strette. Il nostro sistema bancario è più sicuro. Ma certo non si può nascondere il fatto che le difficoltà ci sono».
    Come uscire dalla crisi?
    «Voglio innanzitutto ricordare che l`Unione europea ha già messo a punto un pacchetto di misure anti-crisi che vale 200 miliardi di euro. E voglio ricordare i punti principali, cioè la creazione di un fondo di investimento per le infrastrutture, la possibilità di avere una partecipazione maggiore dei privati ai progetti e lo stanziamento di 500 milioni di euro per opere che dovranno partire quest`anno attraverso bandi di gara che si svolgeranno a marzo. La strategia e investire in infrastrutture, che si traducono anche in decine di migliaia di posti di lavoro».
    Basterà questo pacchetto?
    «Un`altra misura concreta importante è stata la decisione di alzare il de minimis, cioè l`ammontare massimo di aiuti di Stato destinati alle Pmi, che è stato portato da 100mila a 500mila euro per singola impresa».
    Di aiuto in aiuto, chissà dove andrà a finire il bilancio dello Stato e i parametri di Maastricht...
    «Ed è per questo che la Commissione sta studiando assieme alla Banca europea per gli investimenti la possibilità di emettere obbligazioni della Bei, garantite a livello europeo, che possano attrarre l`interesse di fondi pensionistici e fondi sovrani».
    Una sorta di eurobond?
    Ci assomigliano. E questo strumento eviterebbe ai Paesi di sforare ulteriormente il Patto di Stabilità. Ma a livello europeo serve anche altro».
    Che cosa?
    «Un maggiore coordinamento. L`Europa deve essere più forte. Per dare ai suoi cittadini risposte che gli Stati non possono dare. Si guardi alla questione del gas, le istituzioni europee devono essere più forti. Ed è per questo che è fondamentale che entri in vigore il trattato di Lisbona. Con un presidente in carica per due anni 1`Ue potrà avere quella continuità di governo che serve per affrontare le crisi».
    Lisbona o non Lisbona, la gente si chiede quando si uscirà dalla crisi...
    «Io credo che nel 2010 ci sarà la ripresa. E l`Italia beneficerà di contributi europei molto alti per far partire le infrastrutture. E` stato deciso lo stanziamento di oltre un miliardo e mezzo di euro, da suddividere tra la Torino-Lione, la Berlino-Palermo e l`inizio dello studio della Genova-Rotterdam».
    Dieci anni di euro. La moneta unica è una fortuna?
    «A parte l`errore iniziale del cambio con la lira, la sua istituzione è stata un`ottima cosa e si è rivelata molto utile. Mi domando che cosa sarebbe successo se non ci fosse stata durante questa crisi. E se ne stanno accorgendo anche gli altri Paese che ne sono fuori, come il Regno Unito. La certezza della sterlina comincia a vacillare. Tornando al discorso del cambio, io sono d`accordo con il Parlamento europeo che vuole creare la banconota da un euro. Altrimenti è inevitabile che a livello psicologico si sia portati a pensare che un dollaro di carta vale di più di un euro in moneta».
    Il tempo a disposizione sta per scadere, deve tornare a Bruxelles. Vola con Alitalia?
    «Si».
    Lei è romano...
    «Sì, ma non penso che Fiumicino debba essere l`unico hub in Italia. Ce ne possono essere due, con Malpensa, purché abbiamo ruoli diversi. Roma può diventare l`aeroporto dei voli destinati al Mediterraneo e all`Africa. Milano per quelli verso il Nord. In Europa ci sono tante compagnie e il traffico aereo aumenterà».
    E Linate?
    «Sopravviverà, non si può pensare che l`esistenza di un aeroporto sia legata soltanto a una compagnia. Credo che ci siano prospettive sia per Malpensa sia per Linate».

    Fonte: Libero Mercato - Fausta Chiesa | vai alla pagina
    Argomenti: parlamento europeo, lavoro, malpensa, infrastrutture, aeroporto, PMI, unione europea, commissione europea, trattato di Lisbona, BCE-Banca Centrale Europea, fiumicino, gas, patto di stabilità, Fondi d'investimento, crisi economica, bilancio dello Stato, pacchetto anticrisi | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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