I sondaggi e le difficoltà nelle coalizioni di centrodestra e centrosinistra Le intenzioni di voto

Con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative il peso dei sondaggi diventa ancora più importante nel valutare l’azione delle forze politiche. Nel centrodestra affiorata l’idea di un partito unico. Nel centrosinistra le difficoltà del M5s continuano a condizionare la coalizione.

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Con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative del prossimo autunno in cui le forze politiche si contenderanno alcune delle principali città italiane, il peso dei sondaggi diventa un fattore ancora più importante per valutare lo stato di salute dei partiti e cercare di interpretarne le scelte. Nelle ultime settimane infatti le tensioni e le difficoltà all’interno delle diverse coalizioni si sono intensificate.

Nel centrodestra prosegue l’ascesa nel potenziale gradimento degli italiani di Fratelli d’Italia che supera il Partito democratico e diviene la seconda forza politica nel paese. Il partito di Giorgia Meloni è ormai vicinissimo nei sondaggi alla Lega. È probabilmente anche per questo motivo che il leader del Carroccio Matteo Salvini ha lanciato l’idea di una federazione tra i gruppi parlamentari di centrodestra che fanno parte della maggioranza. Sommando ai propri voti anche quelli di Forza Italia infatti la Lega ristabilirebbe le distanze rispetto a Fdi.

È attraverso i sondaggi che, tra una elezione e l’altra, le forze politiche misurano il proprio consenso e i rapporti di forza tra loro. Vai a "Come stanno andando i sondaggi politici"

Le difficoltà persistono anche nella coalizione di centrosinistra. Mentre infatti il Pd si mantiene stabile, il Movimento 5 stelle, dopo l’entusiasmo per l’annuncio di Giuseppe Conte come nuova guida, è tornato a perdere potenziali consensi nelle ultime settimane. Le difficoltà del movimento però potrebbero comportare anche un indebolimento dell’asse con Pd e Leu.

La situazione a giugno

Nell’era dei social network e dell’informazione in tempo reale, leader e forze politiche necessitano di marcare continuamente la propria presenza sui media determinando una sorta di campagna elettorale permanente. I sondaggi sono quindi un “termometro” che ci aiuta a capire quale sia lo stato di salute delle forze politiche e un modo per cercare di interpretare le loro scelte strategiche.

A maggior ragione in un contesto come quello attuale, dove quasi tutte le forze politiche fanno parte della stessa maggioranza, ognuna ha bisogno di rivendicare i propri successi per dimostrare la propria capacità di indirizzare l’azione di governo sui temi cari all’elettorato di riferimento.

Con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative ogni forza politica ha bisogno di distinguersi dalle altre.

In base ai sondaggi raccolti nei primi giorni del mese di giugno, la Lega continua ad essere il primo partito con una media di poco inferiore al 21%. Come possiamo osservare anche dal grafico tuttavia il partito di Salvini ha ridotto il proprio gradimento rispetto a 18 mesi fa. Parliamo di un calo di potenziali consensi di oltre 10 punti percentuali. Prosegue costante invece l’ascesa di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni infatti rispetto a gennaio 2020 ha guadagnato quasi 9 punti percentuali ed ha scavalcato il Partito democratico come seconda forza politica nel paese con circa il 19,5% di potenziali consensi.

La media aritmetica è calcolata sui primi sondaggi di ogni mese dei seguenti istituti demoscopici: Emg, Ixe, Tecnè, Swg, Euromedia e Ipsos.
La media è stata calcolata sulla base dei primi dati del mese raccolti dai vari istituti demoscopici. Nei mesi estivi (luglio, agosto, settembre) i sondaggi non sono effettuati con regolarità, la media è stata quindi calcolata sulla base dei dati disponibili.
Per il mese di dicembre 2020 non sono disponibili i dati di Ipsos. Per i mesi di gennaio e aprile 2021 non sono disponibili i dati di Ixè. Per agosto 2021 sono disponibili solamente i dati Swg ed Euromedia.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Dipartimento per l'informazione e l'editoria
(ultimo aggiornamento: lunedì 14 Giugno 2021)

Dal canto suo invece il Pd è, tra le principali forze politiche, quella che è rimasta più stabile nei sondaggi. Con i potenziali consensi che negli ultimi 18 mesi sono oscillati tra il 18% e il 21%.

+8,6 il consenso, in punti percentuali, guadagnato da Fdi nell’ultimo anno e mezzo.

Tuttavia possiamo osservare che confrontando i dati di giugno con quelli del gennaio 2020 solo tre forze politiche non hanno visto ridotto il proprio potenziale bacino elettorale. Si tratta del Movimento 5 stelle, di Fdi e della sinistra di Leu composta da Sinistra italiana e da Articolo 1-Mdp.

La media aritmetica è calcolata sui primi sondaggi di ogni mese dei seguenti istituti demoscopici: Emg, Ixe, Tecnè, Swg, Euromedia e Ipsos. Per il mese di gennaio 2021 non sono disponibili i dati di Ixè.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Dipartimento per l'informazione e l'editoria 
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Giugno 2021)

Dobbiamo osservare tuttavia che il M5s aveva già registrato in precedenza una significativa diminuzione dei potenziali consensi. Osservando infatti i dati relativi ai voti ottenuti alla camera dai vari partiti alle elezioni politiche del 2018 possiamo notare come i pentastellati avessero ottenuto il 32,7% dei voti.

La differenza tra voti nelle ultime elezioni, presenza in parlamento e sondaggi attuali

Partito% voti camera 2018% deputati attuali% senatori attuali% sondaggi attuali
Lega – Salvini17,421,020,019,9
PD18,814,811,819,1
M5S32,725,623,416,3
Fratelli d’Italia4,45,76,220,2
Forza Italia14,012,416,27,5
SX3,41,7no gruppo autonomo3,7
Italia Vivanon presente4,55,32,5
PiùEuropa2,6no gruppo autonomono gruppo autonomo1,7
Coraggio Italianon presente3,8no gruppo autonomo1,3
Azionenon presenteno gruppo autonomono gruppo autonomo3,4
Europa Verde0,58*no gruppo autonomonon presente1,6
*lista comune "Italia Europa Insieme" comprendente Federazione dei Verdi, Psi e Area civica.

 

Per quanto riguarda invece la componente di sinistra possiamo osservare che, sebbene continuino a far parte del gruppo parlamentare di Liberi e uguali, alcuni esponenti di Sinistra italiana tra cui il segretario nazionale Nicola Fratoianni hanno deciso di non sostenere il governo Draghi. La scelta di rimanere all’opposizione potrebbe quindi aver influito sulla crescita nei potenziali consensi riscossa dal gruppo nelle ultime settimane.

Il centrodestra e la proposta di federazione

Come noto, l’avvento del governo Draghi ha sparigliato le carte nel centrodestra con Forza Italia e Lega che hanno deciso di entrare nella nuova maggioranza e Fratelli d’Italia che invece è rimasta all’opposizione. Ma se nel caso di Fi tale scelta poteva essere comprensibile viste le posizioni più moderate ed europeiste del partito rispetto agli alleati, a sorprendere è stata la scelta di Matteo Salvini.

Un governo di unità nazionale è un esecutivo che si regge sul sostegno della totalità (o quasi) delle forze presenti in parlamento. Generalmente nasce in situazioni di grave emergenza che fanno ritenere necessaria un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche. Vai a "Che cos’è un governo di unità nazionale"

Anche questa decisione tuttavia può essere letta come una scelta strategica in chiave elettorale. Come abbiamo visto infatti il distacco che separa la Lega dal Pd ma soprattutto da Fratelli d’Italia si sta assottigliando mese dopo mese e Salvini ha dovuto fare qualcosa per cercare di invertire questa tendenza.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Dipartimento per l'informazione e l'editoria
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Giugno 2021)

La federazione tra Lega e Fi potrebbe essere un tentativo di arginare l’ascesa di Fdi.

La scelta leghista di entrare a far parte della nuova maggioranza di unità nazionale tuttavia non pare aver pagato per il momento. Almeno dal punto di vista dei sondaggi. Può forse essere letta anche in questi termini la proposta lanciata qualche giorno fa di una federazione tra i partiti di centrodestra che fanno parte della maggioranza. Con questa mossa infatti secondo alcuni osservatori la Lega potrebbe ristabilire le distanze con Fdi e Salvini metterebbe al riparo il proprio ruolo di candidato del centrodestra alla guida del prossimo governo.

La proposta di Salvini è stata subito raccolta dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che ha addirittura rilanciato proponendo l’inizio di un percorso verso un partito unico del centrodestra in vista delle elezioni politiche del 2023. La posizione di Berlusconi tuttavia non è stata condivisa da una parte significativa del partito, in particolare dagli esponenti che ricoprono incarichi di governo.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Dipartimento per l'informazione e l'editoria
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Giugno 2021)

Essi infatti temono che la federazione possa trasformarsi in una vera e propria annessione alla Lega. D’altra parte alcuni osservatori hanno ipotizzato che questa iniziativa di Berlusconi possa essere finalizzata a cambiare le sorti di un partito che pare avviato sul viale del tramonto.

Nuove strategie

Si sono dimostrati scettici verso questa nuova formazione anche gli esponenti di Coraggio Italia, il gruppo politico nato recentemente per iniziativa del presidente della Liguria Giovanni Toti e del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. In effetti molti dei membri di questa nuova forza politica provengono da Fi e i loro fondatori hanno dichiarato apertamente di puntare a recuperare i voti dei moderati che hanno diretto la loro preferenza altrove. Tornare insieme a Forza Italia dopo esserne usciti dal loro punto di vista parrebbe un controsenso.

La prospettiva che il governo Draghi possa arrivare a fine legislatura ha influito sulle strategie dei partiti.

In generale comunque sia Lega che Forza Italia sembrano aver cambiato la propria strategia. Con l’approvazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) da parte della commissione europea, sembra sempre più probabile infatti che il governo Draghi arriverà al termine della legislatura. Ciò rappresenta una buona notizia per Salvini che avrà così due anni di tempo per recuperare consensi. Al contrario Giorgia Meloni sperava nelle elezioni anticipate per capitalizzare il proprio trend di crescita nei sondaggi.

Siamo pronti a confrontarci con qualsiasi candidato, forti delle nostre e proposte. Ma fa riflettere che l’unica situazione nella quale in Italia pare si possa votare sono le primarie del Pd. Se si poteva votare per le primarie si poteva anche per le politiche.

In effetti anche l’atteggiamento di Salvini rispetto ai mesi scorsi pare essere cambiato. Come abbiamo raccontato infatti il leader della Lega aveva tenuto in alcune occasioni un atteggiamento critico nei confronti del governo, specie verso la sua ala sinistra rappresentata dal ministro della salute Roberto Speranza. Nelle ultime settimane invece Salvini pare aver dato un appoggio più convinto all’esecutivo. Ciò potrebbe essere un segnale che anche il leader del Carroccio sta lavorando per le elezioni nel 2023.

Il centrosinistra e le difficoltà del Movimento 5 stelle

Nonostante siano meno evidenti, anche nel centrosinistra si stanno registrando delle tensioni. Ciò a causa, tra le altre cose, del difficile momento di transizione che sta attraversando il Movimento 5 stelle. Come abbiamo già raccontato infatti nei mesi scorsi il movimento ha annunciato una rifondazione che vedrà Giuseppe Conte come nuova guida.

Tuttavia il nuovo assetto dei pentastellati non è ancora stato ufficializzato. Il motivo sono le frizioni prima con l’associazione Rousseau guidata da Davide Casaleggio e poi con il garante Beppe Grillo che, secondo quanto riportato dalla stampa, sarebbe restio ad accettare un ridimensionamento del proprio ruolo nel nuovo movimento a guida Conte.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Dipartimento per l'informazione e l'editoria
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Giugno 2021)

Questa situazione di stallo tuttavia, con il leader in pectore che ancora non può parlare ufficialmente a nome del movimento, sta creando però non pochi problemi. Come abbiamo visto infatti dopo l’annuncio della nuova leadership il M5s aveva ripreso a guadagnare consensi. L’entusiasmo iniziale però sembrerebbe essersi affievolito e il M5s ha nuovamente invertito la tendenza.

Il M5 non riesce a far valere il proprio peso all’interno della maggioranza.

Queste difficoltà peraltro hanno portato anche a dei malumori all’interno dei pentastellati con alcuni esponenti che si sono chiesti se non fosse più conveniente passare all’opposizione. Un’ipotesi che ha subito provocato la reazione del Pd secondo cui un’ipotetica uscita del movimento dal governo metterebbe in dubbio l’alleanza di centrosinistra.

Se M5s e Conte decidono di lasciare il governo e la maggioranza, sarebbe un problema per il paese e il Pd lo riterrebbe molto grave.

Queste tensioni stanno avendo delle ripercussioni anche in vista delle elezioni amministrative del prossimo autunno con le coalizioni, sia di centrodestra che di centrosinistra, che faticano a trovare candidati comuni. Sarà quindi interessante monitorare come si evolverà la situazione nelle prossime settimane con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale.

Foto credit: Facebook Matteo Salvini - Licenza

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