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Dichiarazione di Filippo Patroni Griffi

Alla data della dichiarazione:  Ministro  Funzione pubblica


 

«Troppi statali, anche al Sud si partirà subito con i tagli» - INTERVISTA

  • (14 luglio 2012) - fonte: Il Mattino - Nando Santonastaso - inserita il 14 luglio 2012 da 31

    «Non abbiamo alternativa ma fra due, tre anni si potrà tornare ad assumere i giovani».

    Avanti coni tagli alla spesa nonostante le proteste delle categorie, lo sciopero dei sindaci, le perplessità dei governatori delle Regioni. «Non abbiamo alternativa, ci sono eccessi nella spesa pubblica che vanno eliminati per restituire funzionalità ed efficienza al sistema e garantire sbocchi occupazionali ai giovani», dice Filippo Patroni Griffi, ministro della Pubblica amministrazione. E aggiunge: «Non ci fermeranno nemmeno queste strane valutazioni delle agenzie di rating sull'Italia, del tutto opposte ai riconoscimenti che sono arrivati al governo da Bce, Fmi e altre istituzioni politiche e finanziarie internazionali. Tutti ci hanno riconosciuto la credibilità del lavoro svolto in questi mesi».

    I sindaci hanno proclamato lo sciopero contro la spending review: deluso o preoccupato?

    «I tagli fanno male a tutti, specie in una situazione di recessione come quella che stiamo attraversando. Il presidente del Consiglio ha parlato di percorso di guerra non a caso. Ma i tagli non sono né lineari né improvvisati: alle spalle c'è un lavoro istruttorio massiccio, dal quale emergono gli eccessi di spesa».

    Per tutti gli enti, Regioni in primis?

    «Rispetto alla media si. Ci sono casi di spesa fuori controllo anche nelle Regioni virtuose».

    C'è un problema Sud-Mezzogiorno nelle eccedenze di dipendenti pubblici?

    «I dati definitivi contiamo di averli entro ottobre, per allora il monitoraggio sarà completato. Sicuramente, considerato il peso che il settore pubblico ha sempre avuto nel Mezzogiorno questo rischio esiste».

    Anche in Campania?

    «Ripeto, non ho dati certi. Posso però affermare che le valutazioni saranno fatte in base all'indice di virtuosità, ovvero al rapporto tra dipendenti pubblici e popolazione. Se si supera il 20%, scatterà il blocco delle assunzioni. Se si oltrepassa il 40% allora bisogna intervenire con le misure varate dal governo: mobilità e ricollocazione ma anche con pensionamenti laddove ne esistano le condizioni. Non ci saranno provvedimenti traumatici ma credo che anche la nostra regione abbia superato quell'indice e che di conseguenza bisognerà intervenire».

    I sindacati minacciano scioperi.

    «Sono sereno. Intanto con i sindacati ci vedremo sul piano nazionale nei prossimi giorni, comunque entro fine mese. E con loro approfondiremo i tanti aspetti non ancora pienamente valutabili del pacchetto di tagli alla spesa. Siamo partiti finalmente con una vera politica per il personale della Pa, dopo i tanti inutili annunci del passato. Mi auguro che dal confronto emerga questa stessa consapevolezza anche nelle forze sindacali. Quanto al Sud, un napoletano come me non può non sperare che finalmente inizi una svolta che ci permetta di migliorare e modernizzare la macchina pubblica. Abbiano definito un metodo di lavoro, siamo impegnati ad attuarlo».

    I tagli partiranno dagli statali o dagli enti locali?

    «Dal settore degli statali, già nel 2012. È sicuramente più agevole valutare le eccedenze nei ministeri che non nelle Regioni e nei Comuni che verranno comunque interessati dalla riorganizzazione nel 2013».

    E l'accorpamento delle Province?

    «Anche qui ci sono scadenze pressoché certe. Entro fine anno il piano di accorpamento dovrà essere definito per consentire l'operatività del sistema nel 2013. Bisognerà tenere conto di molte variabili: scadenze elettorali, trasferimento di risorse, ricollocazione del personale ma indietro non si torna. Le Province saranno riallocate sui territori e dimezzate. Dal 1° gennaio 2014 il sistema deve partire, a cominciare dalle 10 nuove città metropolitane. Roma partirà prima perché la scadenza elettorale è anticipata rispetto al 2014».

    I tecnici del Senato dicono che da questo piano emergerà un aumento ulteriore dei costi.

    «Ho letto anch'io questa valutazione. Ma non sono un economista: mi limito a osservare che le decisioni sulle Province ci erano state sollecitate anche dalla Bce; che abbiamo posto fine alla frammentazione dei servizi comunali imponendo un tetto per i comuni fino a 5mila abitanti; e avviato la riorganizzazione dell'amministrazione periferica dello Stato, prefetture in testa. Non mi pare che sia uno sforzo di routine per un Paese che deve modernizzarsi a tutti i costi».

    Tagli e basta?

    «No, tagli e assunzioni. Le eccedenze del personale pubblico permetteranno di aprire sbocchi ai giovani, anche perché tra 2-3 anni finirà il blocco del turn over e si apriranno nuove possibilità di lavoro nel pubblico impiego. Per questo anche a chi legittimamente protesta mi sento di dire che bisogna remare tutti dalla stessa parte. Non c'è scelta».

    Fonte: Il Mattino - Nando Santonastaso | vai alla pagina

    Argomenti: lavoro, pubblica amministrazione, tagli, campania, spesa pubblica, abolizione province, sud, dipendenti pubblici, Bce, governo Monti, spending review | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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