L’impatto del Pnrr sulla povertà educativa in Emilia-Romagna #conibambini

La vera sfida del Pnrr è ridurre i divari tra i territori, anche nel contrasto della povertà educativa. Approfondiamo la situazione attuale in Emilia-Romagna e cosa prevede il piano per la regione su 3 temi: asili nido, nuove scuole e dispersione scolastica.

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Il Pnrr interviene su numerosi fronti relativi alla povertà educativa, dagli asili nido all’edilizia scolastica, dal contrasto all’abbandono precoce alla riduzione dei divari territoriali nell’istruzione.

Interventi che riguarderanno anche l’Emilia-Romagna, dai primi livelli d’istruzione a quelli più elevati.

L’offerta di asili nido e l’investimento del Pnrr

Partendo dagli asili nido, in Emilia-Romagna nel 2020 sono 39.010 i posti offerti nei nidi e nei servizi per la prima infanzia, a fronte di circa 97mila residenti con meno di 3 anni nella regione. Ovvero una copertura potenziale del 40,7%, al di sopra della soglia del 33% fissata in sede Ue. Oltre a riportare un valore superiore alla media nazionale (27,2%), l’Emilia-Romagna è anche una delle regioni con la quota maggiore in Italia, seconda solo all’Umbria (44%).

Tra le province, quella con la maggiore copertura potenziale è Ravenna con 48,6 posti ogni 100 bambini. Seguono i territori di Bologna (46,5 posti per residente 0-3 anni) e Ferrara (45,5). Al di sopra del 35% anche Reggio nell’Emilia (41), Forlì-Cesena (40,2), Modena (39,4) e Parma (36,5). Sono due le province in Emilia-Romagna in cui il valore è inferiore alla soglia comunitaria: Rimini (31,4 ogni 100 bambini) e Piacenza (26). In quest’ultima provincia, la quota di copertura potenziale è leggermente inferiore alla media nazionale del 2020.

Tra i capoluoghi, quello che registra la percentuale maggiore è Ferrara (60,9%) seguito da Forlì (52,2%) e Bologna (48,9%). Valori superiori al target europeo anche per i comuni di Ravenna (46,9%), Modena (44,6%), Parma (43,1%) e Reggio Emilia (42,5%). Si collocano leggermente al di sotto di questa soglia Piacenza (31,5%) e Rimini (31,4%), con quote comunque superiori a quella nazionale.

Al netto dei capoluoghi, gli altri comuni con più di 1.000 residenti tra 0 e 2 anni riportano una copertura potenziale simile. Si tratta di Cesena (42,9%), Carpi (43,8%), Imola (40,2%) e Faenza (40,8%).

Complessivamente, in Emilia-Romagna l’89,6% dei comuni offre asili nido o altri servizi per la prima infanzia, a fronte di una media nazionale del 59,3%. Tutte le province riportano dei valori superiori a quello medio italiano. Sono però tre i territori dove pressoché la totalità dei comuni fornisce servizi per i residenti sotto i 3 anni. Si tratta delle province di Reggio Emilia, Ferrara e Ravenna. Nel bolognese questa quota si assesta al 98,2%.

I dati qui presentati fanno riferimento agli esiti delle graduatorie pubblicate ad agosto dal ministero dell’istruzione. Comprendono le informazioni presenti negli allegati relativi agli interventi per asili nido e poli dell’infanzia (all. 1, 2 e 4). L’efficacia di tali graduatorie è subordinata alla registrazione degli organi di controllo e non si possono considerare ancora definitive. Va infatti tenuto presente che prima della sottoscrizione dell’accordo di concessione potranno essere svolte ulteriori verifiche sull’ammissibilità dei progetti. Per alcuni importi è prevista una successiva rimodulazione; altri presentano l’indicazione “riserva” sulla graduatoria.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati ministero dell’istruzione e Istat.
(pubblicati: giovedì 18 Agosto 2022)

In questo contesto il Pnrr stanzia 4,6 miliardi sull’investimento per gli asili nido e le scuole per l’infanzia. Di questi, accanto alle risorse che finanzieranno progetti già in essere, è stato varato un bando da 3 miliardi di euro, di cui 2,4 per i soli nidi.

Di tali risorse, stando alle graduatorie pubblicate in agosto, in Emilia-Romagna dovrebbero arrivare con il nuovo bando circa 88,7 milioni di euro per gli asili nido e poli d’infanzia, pari al 3,6% dei 2,4 miliardi di euro stanziati. In termini assoluti, il territorio con i progetti ammessi in graduatoria che cubano più risorse è la provincia di Bologna, seguita da Rimini, Modena e Ferrara.

Complessivamente nella regione è previsto il finanziamento di 64 progetti. Di questi, 26 sono entrati nelle graduatorie pubblicate lo scorso agosto come ammessi, 38 come riserva. Per 4 dei progetti entrati in graduatoria, è comunque già prevista una successiva rimodulazione degli importi.

Va infatti tenuto presente che quelli pubblicati nelle graduatorie di agosto non necessariamente corrispondono agli importi definitivi: prima della sottoscrizione dell’accordo di concessione potranno essere svolte ulteriori verifiche sull’ammissibilità e per alcuni importi è già prevista una successiva rimodulazione. Altro elemento cruciale è dato dal fatto che, come detto, molti interventi presentano l’indicazione “riserva” nella graduatoria.

Con questi caveat, sulla base delle graduatorie pubblicate in agosto, il progetto con l’importo maggiore è una demolizione con successiva costruzione per il comune di Bologna, ammessa con riserva. Un intervento da circa 4 milioni di euro.

L’ente con più risorse previste è il comune di Rimini, con circa 10,1 milioni di euro per 4 progetti in graduatoria, seguito dal comune di Parma (5 milioni di euro per 2 progetti) e da quello di Ferrara (4,3 milioni di euro per 3 interventi).

La costruzione di nuove scuole

Un altro aspetto di cui si occupa il Pnrr è la costruzione di nuove scuole sostenibili. Un investimento da 1,19 miliardi per la realizzazione di oltre 200 nuove scuole, di cui 23 previste in Emilia-Romagna.

Nella regione, in base ai dati relativi all’a.s. 2020/21, sono presenti 2.521 edifici scolastici. Dal punto di vista della sostenibilità, per 1.229 in quell’anno era stata dichiarata la dotazione di accorgimenti per ridurre i consumi energetici, come la presenza di vetri o serramenti doppi, l’isolamento di coperture e pareti esterne, oppure ancora la zonizzazione dell’impianto termico, che consente un dispendio più accurato per la climatizzazione degli ambienti.

Il 48,75% degli edifici scolastici in Emilia-Romagna presenta quindi questo tipo di accorgimenti, meno della media nazionale (57,5%). Una quota che varia tra i diversi territori: mentre a Ravenna la percentuale di edifici con accorgimenti raggiunge il 65,64%, in provincia di Parma si attesta al 37,9%.

Scendendo a livello comunale, tra i comuni della regione con più di 20mila residenti tra 6 e 18 anni notiamo Modena, dove il 45,9% delle scuole è dotato di accorgimenti per il risparmio energetico, mentre la quota è inferiore al 40% a Parma (35,48%), Bologna (28,69%) e Reggio Emilia (25,74%).

I punti sulla mappa localizzano gli interventi finanziati nell’ambito del bando nuove scuole del Pnrr. La dimensione cresce in funzione dell’importo previsto. Il colore dei comuni varia in base alla quota di edifici scolastici che in quel territorio dispongono di accorgimenti per la riduzione dei consumi energetici (più intenso il colore, maggiore la quota di edifici per cui è dichiarata la presenza di accorgimenti).

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati ministero dell’istruzione
(pubblicati: domenica 17 Luglio 2022)

Su questa situazione si innestano gli interventi del Pnrr, con una serie di investimenti per l’edilizia scolastica tra cui quelli per la costruzione di nuove scuole. Sono 23 le aree individuate per l’Emilia-Romagna per un totale di 66.237,01 mq e un importo complessivo richiesto di circa 146,2 milioni di euro, in base alle graduatorie pubblicate nel maggio scorso. Un intervento su due per le nuove scuole della regione riguarderà edifici nelle classi energetiche F e G, quelle meno efficienti.

I maggiori interventi riguardano il comune di Castel Maggiore in provincia di Bologna, con un importo richiesto di 14 milioni di euro. Si tratta della demolizione con ricostruzione in situ della scuola secondaria di I grado – Donini Pelegalli, un intervento su edifici di 5.918 mq attualmente in classe energetica F.

Il contrasto ai divari educativi esistenti

In Emilia-Romagna, il tasso di abbandono scolastico nel 2021 si è attestato al 9,9%. Un dato inferiore alla media nazionale e appena sopra di un punto rispetto all’obiettivo europeo del 9% entro il 2030.

Nella regione restano comunque ampi divari educativi sugli apprendimenti in classe. Nei test Invalsi 2020/21, il 35,8% degli studenti dell’Emilia-Romagna in III media si è attestato sui livelli di competenza 1 e 2 in italiano, considerati non adeguati. Un valore di poco inferiore alla media nazionale (39% circa).

Nella provincia di Ferrara, quella con il dato peggiore, si parla del 37,15% degli alunni. Mentre nella provincia di Bologna sono risultati inadeguati i test del 31,93% degli studenti. In entrambi i casi, si tratta di percentuali minori di quella italiana.

Dati a cui dedicare un’attenzione prioritaria: i bassi livelli di competenza sono uno dei segnali più rilevanti della dispersione scolastica. Il Pnrr interviene con un investimento apposito, che ha tra gli obiettivi quello di scendere nel 2026 al 10,2% di abbandoni precoci nel nostro paese. Tale intervento vale 1,5 miliardi, di cui 500 milioni assegnati con una prima tranche attraverso un decreto del ministero dell’istruzione nel giugno di quest’anno.

I dati sono stati elaborati a partire dalla tabella di ripartizione per istituzione scolastica pubblicati dal ministero dell’istruzione il 28 giugno 2022. Il colore dei comuni varia in base all’incidenza dell’abbandono scolastico nel comune, come rilevata nell’ambito del censimento 2011. Più intenso il colore, maggiore la quota di giovani tra 15 e 24 anni usciti precocemente dal sistema di istruzione e formazione.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati ministero dell’istruzione e Istat
(pubblicati: martedì 28 Giugno 2022)

Risorse che, in Emilia-Romagna, sono destinate a 215 istituti, per un totale di 30,9 milioni di euro. Si tratta del 6,18% delle risorse stanziate con questo decreto. Il finanziamento maggiore nella regione arriverà agli istituti con sede nel comune di Parma, con 1,8 milioni di euro.

L’istituto più finanziato è il Rinaldo Corso, nel territorio di Reggio dell’Emilia, cui sono destinati 345.889,43 euro. Segue l’istituto Cattaneo-Deledda in provincia di Modena con 288.475,28 euro.

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Scarica i dati della regione

Nidi e poli per l’infanzia Emilia-Romagna

Nuove scuole Emilia-Romagna

Piano dispersione (I tranche) Emilia-Romagna

I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell’articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati relativi al Pnrr sono stati elaborati a partire dalle graduatorie e dalle informazioni pubblicate dal ministero dell’istruzione.

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