La vera sfida del Pnrr è ridurre i divari tra i territori, anche nel contrasto della povertà educativa. Approfondiamo la situazione attuale in Emilia-Romagna e cosa prevede il piano per la regione su 3 temi: asili nido, nuove scuole e dispersione scolastica.
Rendere universale l'accesso all'istruzione pre-primaria è uno degli obiettivi europei fin dall'inizio del secolo. La pandemia ha rafforzato questa esigenza e i target in sede Ue sono stati innalzati. Un quadro sull'attuale situazione italiana e sulle differenze esistenti tra i territori.
In parte per via del calo degli arrivi e quindi delle presenze nei centri, si è significativamente ridotta la quota di comuni interessati dal sistema di accoglienza. Ma l'accoglienza diffusa ha numerosi vantaggi per l'inclusione.
I giardini scolastici possono avere molteplici funzioni. Non solo come aree verdi, ma anche per le potenzialità nell'educazione ambientale e alimentare. Tuttavia la loro presenza non è omogenea sul territorio nazionale. Nei capoluoghi meridionali sono spesso meno diffusi.
In Emilia Romagna oggi vivono poco meno di 700mila minori. In una fase segnata dalla pandemia, alcuni dati per capire quanto i diversi territori della regione fossero preparati alle sfide educative poste dall'emergenza Covid: dalla presenza di connessioni veloci alla raggiungibilità delle scuole.
Da alcuni anni l'Italia è ultima in Ue per numero di nuovi nati rispetto ai residenti. Una questione che riguarda gran parte del paese: in quasi il 90% dei capoluoghi il tasso di natalità è calato.
I giardini scolastici e gli spazi verdi esterni alla scuola hanno un grande potenziale educativo. Vediamo in quali città sono più diffusi rispetto agli alunni e ai minori residenti.
Le famiglie con figli hanno sofferto la crisi economica, in particolare quelle giovani: il 16% si trova in povertà assoluta. Un problema per le prospettive del paese, a partire dal calo demografico.
In Italia ci sono pochi bambini e la quota di minori sotto i 3 anni è in calo da anni. Ma, nei territori dove vivono più minori, quanto sono diffusi asili nido e servizi per l'infanzia?