La scissione del Movimento 5 stelle e i nuovi equilibri in parlamento Valzer parlamentare

Con la nascita di Insieme per il futuro si registra una nuova impennata di cambi di gruppo in parlamento. Il fenomeno infatti si sta avvicinando alle cifre record della XVII legislatura. A una settimana dall’annuncio di Di Maio, facciamo il punto sui nuovi equilibri interni alle camere.

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Come noto, la scorsa settimana si è consumata l’ennesima scissione all’interno del Movimento 5 stelle. Infatti il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha annunciato il proprio addio e successivamente ha inaugurato una nuova forza politica: Insieme per il futuro (Ipf). La conseguenza più immediata di questa separazione è stata la costituzione alla camera di un nuovo gruppo a cui hanno già aderito in via ufficiale altri 50 deputati.

Il M5s aveva il dovere di sostenere il lavoro diplomatico di tutto il governo ed evitare ambiguità, ma così non è stato. […] In questo momento storico sostenere i valori europeisti e atlantisti non può essere una colpa: una forza politica matura dovrebbe aprirsi al confronto e al dialogo.

Sono diverse le interpretazioni che sono state date a questa scelta, dal vincolo del doppio mandato, ai rapporti tra Di Maio e Giuseppe Conte. Quale che sia la motivazione, ciò che è certo è che l’abbandono di Di Maio e dei parlamentari a lui vicini ha avuto una serie di ripercussioni in parlamento. La più evidente riguarda il fatto che il Movimento 5 stelle non rappresenta più la prima forza a Montecitorio, sopravanzato dalla Lega. Inoltre, la nascita di Ipf ha determinato una nuova impennata del fenomeno dei cambi di gruppo.

415 i cambi di gruppo avvenuti nella XVIII legislatura.

Un numero molto alto che si avvicina al record di riposizionamenti detenuto ancora dalla precedente legislatura. La situazione però è destinata a mutare ancora. Non è da escludere infatti che altri esponenti decidano di seguire Di Maio. Altri ancora invece potrebbero fare marcia indietro, come riportato da alcuni organi di stampa in questi giorni. Da considerare infine anche gli esponenti di altre forze politiche. In questi ultimi mesi di legislatura infatti molti potrebbero decidere di cambiare appartenenza per assicurarsi maggiori probabilità di rielezione nel prossimo parlamento. Parlamento che peraltro sarà ridotto a soli 600 componenti.

I cambi di gruppo dal 2018 a oggi

Come abbiamo raccontato molte volte nei nostri approfondimenti, il fenomeno dei cambi di gruppo – seppur in maniera altalenante – ha caratterizzato l’andamento di tutta la legislatura fin dai primi mesi. Ovviamente però alcuni passaggi politici particolarmente rilevanti hanno impresso una significativa accelerazione al fenomeno. È il caso ad esempio dei cambi di governo ma anche del periodo compreso tra dicembre e febbraio, quando il parlamento è stato chiamato ad eleggere il nuovo presidente della repubblica.

L’uscita di Di Maio dal M5s rappresenta certamente un altro momento di svolta da questo punto di vista. Ma l’ennesima diaspora subita dai pentastellati ha avuto anche un altro effetto. A causa di due abbandoni infatti il gruppo Coraggio Italia (che faceva riferimento a Giovanni Toti e Luigi Brugnaro) ha perso il numero minimo di 20 appartenenti richiesto dal regolamento della camera per la costituzione di un gruppo autonomo ed è stato quindi sciolto d’ufficio. I deputati che ne facevano parte sono stati quindi “costretti” a trasferirsi nel gruppo misto. Undici di questi si sono successivamente riorganizzati in una componente interna al misto denominata “Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti”.

Alla luce di queste evoluzioni i cambi di gruppo registrati ufficialmente a giugno sono stati 83 in totale per il momento. Si tratta del dato più alto dall’inizio della legislatura se si considera il numero di cambi di gruppo registrati per ogni mese.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 29 Giugno 2022)

Osservando i dati della legislatura nel loro complesso, possiamo osservare che i parlamentari che hanno cambiato gruppo almeno una volta sono stati 280 (197 deputati e 83 senatori). I cambi di gruppo complessivi invece sono stati 415 (8,3 al mese in media dall’inizio della legislatura).

FONTE: dati ed elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 29 Giugno 2022)

Facendo un confronto con le precedenti legislature, la XVII mantiene ancora il poco invidiabile record di quinquennio con il maggior numero di riposizionamenti. I dati dell’attuale però sono aumentati in maniera molto significativa nelle ultime settimane e non è da escludere che lo faranno ancora nei prossimi mesi.

Gli ex 5s al secondo mandato

Un elemento interessante da analizzare riguarda il numero di parlamentari coinvolti in questa operazione che si trovano al secondo mandato. Come riportato da diversi organi di informazione infatti una delle contestazioni mosse alla nuova formazione guidata da Di Maio è quella di essere nata solo come mezzo per aggirare il vincolo dei 2 mandati per i parlamentari. Secondo questa visione le posizioni ambigue del M5s - o di alcuni dei suoi esponenti - a proposito del sostegno all’Ucraina sarebbero state solo un pretesto per uscire dal movimento e presentarsi alle elezioni per una terza volta.

La maggioranza degli "scissionisti" del M5s non è al secondo mandato.

In effetti, il numero di deputati e senatori per cui rimanere nel M5s avrebbe automaticamente comportato la fine della carriera politica (salvo eventuali modifiche al regolamento interno dei 5s) sono un numero consistente anche se non rappresentano la maggioranza. Alla camera infatti questi sono 21 (cioè il 41% circa). Tra questi, oltre a Di Maio, anche altri tre componenti della squadra di governo: Laura Castelli, Manlio Di Stefano e Dalila Nesci.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 27 Giugno 2022)

Tra i senatori che hanno abbandonato il M5s e che verosimilmente dovrebbero confluire nel nuovo gruppo invece, solamente Daniela Donno risulta al secondo mandato.

I nuovi equilibri in parlamento

L’abbandono del Movimento 5 stelle da parte dei parlamentari più fedeli a Luigi Di Maio ha avuto come conseguenza più immediata un significativo indebolimento dei gruppi pentastellati. Complessivamente infatti adesso è la Lega a vantare il maggior numero di rappresentanti (193). Segue proprio il M5s (167), mentre al terzo posto troviamo il Partito democratico e il gruppo misto (136).

A palazzo Madama però i pentastellati rappresentano ancora il gruppo più numeroso anche se il divario rispetto al carroccio è minimo (62 senatori contro 61). È doveroso precisare che, nonostante la nascita del gruppo di Ipf sia stata già annunciata anche per il senato e sia stato già scelto anche il capogruppo (Primo Di Nicola), attualmente il gruppo non è ancora stato ufficialmente costituito. Questo perché, in base al regolamento di palazzo Madama, oltre al numero minimo di 10 senatori c'è bisogno di essere apparentato con il simbolo di una lista che si è presentata alle ultime elezioni. Stando alle fonti stampa a questo proposito sarebbero in corso trattative con Centro democratico di Bruno Tabacci. In attesa di questo passaggio, possiamo comunque valutare l’uscita di 10 senatori dal M5s a seguito dell’annuncio di Di Maio.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 24 Giugno 2022)

Il M5s si è dimezzato in parlamento rispetto al 2018.

Risulta del tutto evidente come il M5s sia la formazione politica che più ha risentito del fenomeno dei cambi di gruppo. I pentastellati hanno infatti perso ben 162 componenti dal 2018 a oggi, dimezzando di fatto le loro file rispetto all’inizio della legislatura. Non si tratta tra l’altro della prima “migrazione di massa” di cui questa forza politica è stata vittima. Già all’epoca della nascita del governo Draghi ad esempio erano stati molti i deputati e i senatori che, tra abbandoni ed espulsioni, avevano lasciato il movimento (ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo). Ma in questo caso si può parlare di una vera e propria scissione. Mai così tanti parlamentari infatti avevano abbandonato in blocco i gruppi pentastellati.

Oltre a Ipf, anche molti degli altri parlamentari usciti dal Movimento (al netto di quelli che sono approdati in altre forze politiche) hanno provato a riorganizzarsi in altre formazioni. Da segnalare a questo proposito la recente nascita al senato del gruppo Costituzione, ambiente e lavoro. Mentre alla camera, una significativa quota di ex 5s si è riunita nella componente del misto Alternativa. Come già visto per Coraggio Italia, anche in questo caso l’affiliazione al misto è dovuta al fatto che questo raggruppamento, che al momento conta solo 15 aderenti, non ha i numeri sufficienti per costituire un gruppo autonomo.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 29 Giugno 2022)

Oltre al M5s, ci sono altre due forze politiche che, anche se in misura minore, hanno risentito dei cambi di gruppo. Si tratta di Forza Italia (-33 esponenti) e del Partito democratico (-29).

I cambi di gruppo più nel dettaglio

Come detto, il nuovo gruppo di deputati vicini al ministro degli esteri si è già formato alla camera e conta attualmente 51 membri. Tra i deputati maggiormente noti al grande pubblico che hanno scelto di aderire a Ipf ci sono il viceministro dell’economia Laura Castelli, il sottosegretario agli esteri Manlio Di Stefano, la sottosegretaria al sud Dalila Nesci, la sottosegretaria alla giustizia Anna Macina e l’ex ministro con delega allo sport e alle politiche giovanili del governo Conte II Vincenzo Spadafora.

Al senato invece, fermo restando che il gruppo dei parlamentari vicini a Di Maio non è ancora stato ufficialmente costituito, tra gli esponenti più noti ad aver lasciato il M5s troviamo il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri.

Nel grafo sono rappresentati esclusivamente i cambi di gruppo registrati negli ultimi 2 mesi. Alcuni parlamentari hanno effettuato più di un cambio di gruppo dall’inizio della legislatura. In questo caso il passaggio rappresentato è quello più recente.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 24 Giugno 2022)

Prima di proseguire però è doveroso sottolineare che le nostre analisi si basano esclusivamente sui cambi di gruppo ufficiali, così come registrati da camera e senato. La situazione è tuttora in evoluzione, per questo sarà importante monitorare cosa accadrà nelle prossime settimane. Non è da escludere infatti che altri parlamentari seguano Di Maio nella nuova formazione. Da segnalare però anche che una deputata ha già fatto ritorno nel M5s. Si tratta di Vita Martinciglio che, secondo quanto riportato dalla stampa, si sarebbe pentita della propria decisione e sarebbe tornata sui suoi passi. A tal proposito dall’entourage del presidente del M5s Giuseppe Conte si dicono sicuri che non si tratterà di un caso isolato. D'altra parte invece anche l'ex ministra dell'istruzione Lucia Azzolina ha deciso di aderire a Ipf, ripristinando la quota di 51 componenti.

Da segnalare infine che oltre agli abbandoni al M5s, nelle ultime settimane si sono registrati anche altri cambi di gruppo. Particolarmente rilevanti da questo punto di vista i riposizionamenti che hanno visto protagonisti in particolare Simona Vietina e Antonio Lombardo che, loro malgrado, hanno determinato lo scioglimento di Coraggio Italia. La prima si è accasata nel gruppo misto, mentre il secondo che era stato eletto nelle liste del M5s ha deciso di passare a Ipf. Sempre a giugno poi si è registrato l’ingresso di Michela Rostan in Forza Italia proveniente dal gruppo misto. L'ultimo risposizionamento in ordine di tempo ha visto protagonista l'onorevole Francesca Troiano, passata dal misto a Italia viva.

Foto: Facebook - Luigi Di Maio

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