Nella pandemia si conferma il legame tra povertà e bassa istruzione #conibambini

Nel 2020 si è consolidato il legame tra difficoltà economiche e bassi livelli di istruzione. Oltre una famiglia su 10 si trova in povertà assoluta quando la persona di riferimento non ha il diploma.

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Ancora oggi, resiste un legame molto profondo tra povertà, disuguaglianze sociali e disparità di accesso all’istruzione. Nascere in una famiglia con meno risorse, sia economiche che culturali, significa spesso non avere a disposizione le stesse opportunità educative e sociali degli altri ragazzi.

Offerta educativa di qualità per tutti è la chiave del contrasto alla povertà minorile.

Un legame che per certi versi nelle società odierne rischia di essere ancora più solido, dato che il bagaglio di competenze e conoscenze richieste è sempre più elevato. Ciò è vero a maggior ragione in un paese come il nostro, in cui il percorso scolastico dei figli resta ancora molto legato alla famiglia d’origine. La conseguenza è che i divari di partenza si ereditano di generazione in generazione: esattamente il meccanismo per cui tanti bambini e ragazzi finiscono nella trappola della povertà educativa. Soprattutto se non si dispiega completamente il ruolo della scuola e della comunità educante per riequilibrare tale situazione.

L’impatto della pandemia sul rapporto povertà-istruzione

L’aggiornamento da parte di Istat dei dati sulla povertà in Italia, quest’anno, era importante da monitorare anche per questo motivo.

Come abbiamo già avuto modo di raccontare, le conseguenze economiche della pandemia sono state enormi per i minori e per le loro famiglie. I dati definitivi, di recente pubblicazione, lo confermano pienamente. La quota di bambini e ragazzi in povertà assoluta è cresciuta fino al 13,5%, il dato più elevato dal 2005 – anno di inizio della serie storica.

Una persona si trova in povertà assoluta quando vive in una famiglia che non può permettersi l’insieme dei beni e servizi che, nel contesto italiano, sono considerati essenziali per mantenere uno standard di vita minimamente accettabile.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: mercoledì 16 Giugno 2021)

La crisi acuisce la povertà tra i meno istruiti.

Accanto a questo elemento, già preoccupante perché conferma che da un decennio bambini e ragazzi sono la fascia d'età più spesso in povertà assoluta, ne emerge un altro molto critico.

La crisi economica seguita all'emergenza Covid ha avuto gli effetti più negativi proprio sulla parte di popolazione meno istruita. Nell'anno precedente alla pandemia era già evidente che le famiglie senza diplomati fossero più in difficoltà. Già nel 2019 infatti oltre l'8% dei nuclei familiari in cui la persona di riferimento aveva solo la licenza media si trovavano in povertà assoluta. Ciò a fronte del 3,4% tra diplomati e laureati.

La persona di riferimento del nucleo familiare è l’intestatario della scheda di famiglia all’anagrafe.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: mercoledì 16 Giugno 2021)

Se si escludono i nuclei con al massimo la licenza elementare (questi ultimi prevalentemente formati da persone in pensione), la crescita rilevata è stata statisticamente significativa in tutte le famiglie. Sia tra quelle dove la persona di riferimento ha il diploma che tra quelle in cui non ce l'ha.

+2,3 la crescita, in punti percentuali, dell'incidenza di povertà assoluta nelle famiglie in cui la persona di riferimento ha la licenza media.

Con una differenza: se la persona di riferimento ha il diploma o la laurea, l'incremento (1 punto percentuale) porta la famiglia in povertà nel 4,4% dei casi. Un dato comunque elevato, che indica come la povertà abbia colpito tutti i nuclei. Tuttavia, tra quelli con persona di riferimento con licenza media, la quota sfiora l'11%, con una crescita di oltre 2 punti percentuali.

Istruzione e livelli occupazionali migliori proteggono le famiglie dalla povertà. La diffusione della povertà diminuisce al crescere del titolo di studio.

Legame a doppio senso tra povertà e istruzione.

Come purtroppo prevedibile, la pandemia ha confermato una tendenza già in atto da alcuni anni. Configurandosi, anche in questo ambito, come un acceleratore di processi in corso, piuttosto che come vero e proprio spartiacque. Bassa istruzione e povertà si influenzano a vicenda: chi nasce in un nucleo più povero avrà a disposizione meno opportunità, anche educative. E a sua volta, da adulto, avrà più difficoltà ad ottenere lavori stabili e ben retribuiti e sarà più a rischio di esclusione sociale.

Per questa ragione, appare particolarmente prezioso il lavoro portato avanti dall'istituto di statistica con il censimento permanente, per monitorare nel tempo - comune per comune - il livello di istruzione della popolazione.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat (censimento permanente)
(ultimo aggiornamento: martedì 15 Dicembre 2020)

Se si confronta, per le città maggiori, la percentuale di residenti con al massimo la licenza media con la quota di famiglie in potenziale disagio economico, emergono alcuni dati interessanti. Napoli, Catania e Palermo, dove la quota di famiglie in potenziale disagio è nettamente più elevata, sono anche quelle con più persone che hanno al massimo la licenza media.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 15 Dicembre 2020)

Viceversa, nel quadrante opposto del grafico, spiccano le città con quota di famiglie in disagio e residenti non diplomati più contenute. Tra queste, ad esempio, Milano e Bologna.

Indagare questa relazione, e la sua evoluzione nel tempo, è cruciale. L'aggiornamento dei dati sull'istruzione attraverso il censimento permanente va esattamente in questa direzione. Per rendere possibile un monitoraggio costante su questi temi, sarà fondamentale l'aggiornamento - nei prossimi mesi - anche dei dati sulla condizione delle famiglie, oggi purtroppo risalenti all'ultimo censimento del 2011.

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati sul livello di istruzione è il censimento permanente di Istat.

Foto credit: Annie Spratt (Unsplash) - Licenza

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