Il Pnrr e il rinnovamento delle scuole in Abruzzo Osservatorio Abruzzo

La scuola è uno dei cardini fondamentali della società. La pandemia ha messo a nudo criticità croniche che attraverso il Pnrr possono essere superate. Quali sono le opportunità per la ristrutturazione dell’edilizia scolastica e la costruzione di nuovi istituti in Abruzzo.

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Oltre 80 interventi già finanziati per la messa in sicurezza e ristrutturazione delle scuole, 103 milioni di euro stanziati, quasi 30 milioni per nuove strutture. Sono alcuni dei dati riguardanti le iniziative contenute nel piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dedicate all’edilizia scolastica in Abruzzo.

Il piano predisposto dal governo dedica una parte importante di risorse all’educazione. Basti pensare che quasi 18 miliardi di euro saranno di competenza e responsabilità del ministero dell’istruzione.

Le condizioni del sistema scolastico italiano sono spesso al centro del dibattito pubblico. E lo sono state in particolar modo negli ultimi due anni, quando a causa della pandemia sono emerse lacune strutturali, per troppo tempo ignorate.

La scuola è un pilastro fondamentale affinché si possa costruire una società migliore.

Per questo è importante l’analisi delle condizioni dell’edilizia scolastica, in termini di presenza sul territorio e caratteristiche delle strutture.

La condizione dei luoghi dove bambini e ragazzi studiano e si formano non va sottovalutata, perché è un aspetto fondamentale della qualità dell’offerta educativa.

La scuola è uno dei pilastri della società. A partire da essa i giovani costruiscono le proprie personalità, oltre a instaurare le relazioni necessarie a diventare cittadini e cittadine del domani.

Si tratta insomma di un tema molto sentito anche dagli studenti e dalle famiglie abruzzesi, nelle aree interne come sulla costa adriatica. Basti pensare che a 13 anni dal terremoto dell’Aquila quasi tutte le scuole del capoluogo sono ospitate ancora nei prefabbricati. O che circa duemila studenti di due tra i più frequentati licei di Pescara hanno dovuto affrontare l’ultimo anno scolastico dispersi in diverse sedi, a causa dell’inagibilità delle strutture originarie.

La vicenda del Liceo Marconi si trascina da mesi, da quando è stata dichiarata l’inagibilità del complesso che ospitava quasi 1500 studenti. In attesa della riqualificazione della struttura gli studenti inizieranno le lezioni in altri plessi.

Il Pnrr si propone di intervenire affinché nell’Italia del futuro non si verifichino più situazioni come quelle appena descritte. Non è un caso, infatti, che gli interventi nel Pnrr affidati al ministero dell’istruzione siano contenuti in un documento intitolato “Futura, la scuola per l’Italia di domani“.

Le risorse per vecchie e nuove scuole

Per l’istruzione il Pnrr prevede 6 riforme e 11 investimenti.

Per quanto riguarda le riforme, riguarderanno in primo luogo il sistema degli istituti tecnici superiori. Ci sarà poi la riforma del sistema di reclutamento degli insegnanti, l’introduzione di una nuova scuola di alta formazione per il personale, la revisione dell’orientamento universitario e post-universitario e la riorganizzazione del sistema scolastico, volto a evitare le cosiddette “classi pollaio”, ossia il sovraffollamento delle aule. Su quest’ultimo aspetto ci concentreremo in particolare più avanti, quando analizzeremo l’ampiezza degli istituti abruzzesi.

17,59 miliardi di euro l’ammontare delle risorse nel Pnrr, di competenza del ministero dell’istruzione.

Al ministero dell’istruzione sono affidati quasi 18 miliardi del piano. Di questi, 12,1 miliardi riguardano gli interventi sulle infrastrutture, esistenti o da costruire ex-novo. Si tratta in particolare della costruzione di nuove scuole (800 milioni), dell’incremento di posti in asili nido e scuole dell’infanzia (4,6 miliardi di euro per 246mila nuovi posti), della creazione o riqualificazione di nuovi spazi destinati alle mense (400 milioni) e alle palestre (300 milioni). Di servizi ausiliari e infrastrutture per l’educazione (palestre, mense, etc.) ci occuperemo nel dettaglio in approfondimenti futuri.

Circa 4 miliardi di euro inoltre saranno investiti nella ristrutturazione, messa in sicurezza e riqualificazione energetica degli edifici. Altri 2, invece, saranno investiti per la realizzazione di nuove aule dedicate a metodologie di insegnamento innovative.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: martedì 3 Maggio 2022)

Infine, ammonta a circa 5,5 miliardi la cifra prevista per gli investimenti su formazione e nuove competenze.

Per comprendere quali interventi siano più urgenti è necessario partire dal patrimonio edilizio dei territori, dall'ampiezza delle strutture e dalle condizioni in cui esse oggi si trovano.

La consistenza del patrimonio edilizio scolastico in Abruzzo

Un elemento cruciale da valutare è l'estensione del patrimonio scolastico, in primo luogo in termini di capillarità sul territorio. Da questo punto di vista, i dati del ministero dell'istruzione relativi all'anno scolastico 2018/19 mostravano come circa l'84% dei comuni italiani avesse almeno un edificio scolastico statale attivo sul proprio territorio.

Con una quota superiore al 95% dei comuni in Puglia, Toscana, Sicilia, Umbria, Emilia-Romagna, Veneto, Campania e Basilicata. Mentre l'Abruzzo si attesta al di sotto dell'80%, con un dato superiore solo a quelli di Molise, Liguria e Piemonte.

77% dei comuni abruzzesi ha almeno un edificio scolastico statale attivo sul proprio territorio.

Si tratta di una questione importante per le aree interne del paese, ovvero i territori da cui è più difficile raggiungere i servizi.

Le aree interne sono i territori del paese più distanti dai servizi essenziali (quali istruzione, salute, mobilità). Parliamo di circa 4.000 comuni, con 13 milioni di abitanti, a forte rischio spopolamento (in particolare per i giovani), e dove la qualità dell'offerta educativa risulta spesso compromessa. Vai a "Che cosa sono le aree interne"

Se si isolano solo i comuni periferici e ultraperiferici (distanti almeno 40 minuti dal polo di servizi più vicino), la quota di quelli che hanno almeno un edificio scolastico scende al 75% per l'Italia e al 61% per l'Abruzzo.

Un secondo aspetto da valutare è la dimensione del patrimonio di edilizia scolastica, in rapporto ai minori residenti. In media in Italia sono circa 13 i metri quadri di plessi scolastici comunali e statali rispetto agli abitanti tra 3 e 14 anni. Le regioni con il patrimonio edilizio più ampio rispetto ai minori residenti sono Emilia Romagna e Piemonte (oltre 16 mq per minore), seguite da Toscana (15,52 mq) e Veneto (14,96).

Dati non disponibili per le regioni a statuto speciale.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati Sose
(ultimo aggiornamento: lunedì 15 Marzo 2021)

L'Abruzzo si colloca al di sotto di tale media. Con 10,82 metri quadri di plessi scolastici per residente tra 3 e 14 anni, il dato abruzzese è pari a quello del Molise e superiore solo a quelli di Liguria, Lazio e Campania. Si tratta di una media regionale che cela una situazione piuttosto variegata tra i comuni.

18,47 i metri quadri di edilizia scolastica per minore a Teramo, più della media nazionale.

Partendo dai capoluoghi, sono Teramo e Pescara quelli con l'estensione maggiore del patrimonio edilizio scolastico per minore. In entrambe i metri quadri per residente 3-14 anni superano quota 17. In doppia cifra anche Chieti (11,87 mq). Più distanziata l'Aquila, con 8,93 mq per residente tra 3 e 14 anni.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati Sose
(ultimo aggiornamento: lunedì 15 Marzo 2021)

Da notare come le altre città maggiori della regione si caratterizzino per un rapporto tra edilizia scolastica e minori generalmente inferiore rispetto a quello riscontrato per i capoluoghi. Tra i comuni sopra i 30mila abitanti si segnalano Montesilvano (4,52 mq), Avezzano (5,94 mq), Vasto (13,18 mq) e Lanciano (8,6 mq).

La condizione dell'edilizia scolastica in Abruzzo

Altro aspetto di rilievo nell'ottica di una riqualificazione dell'edilizia scolastica è la condizione delle scuole sul territorio. I dati del ministero dell'istruzione consentono di indagare tale aspetto, a partire dall'anzianità delle scuole statali. Nei dataset relativi al 2018, gli edifici scolastici sono classificati come vetusti quando superano i 50 anni. L'incidenza di scuole "vetuste" rispetto al totale è quindi un indicatore utile per valutare la condizione dell'edilizia scolastica sul territorio.

La condizione dell’edilizia scolastica è un fattore importante dell’esperienza educativa.

Oltre alle questioni relative alla sicurezza, vanno infatti considerate anche quelle attinenti alla funzionalità delle scuole. Durante l’emergenza Covid uno degli aspetti rivelatisi più problematici è stato quello della rimodulazione degli spazi per consentire il distanziamento, in modo da permettere il ritorno in classe degli studenti. La capacità di fare fronte a tali esigenze, adottando le linee guida ministeriali, è dipesa anche dalla possibilità di avere a disposizione scuole funzionali e moderne.

In Italia su circa 40mila edifici scolastici attivi, sono 7.161 quelli classificati come vetusti sui dataset del ministero dell'istruzione (il 17,8%). In Abruzzo la quota sale al 21,85%, facendone la sesta regione dopo Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia e Marche.

Un edificio scolastico è classificato come vetusto quando ha più di 50 anni. Dati non disponibili per il Trentino Alto Adige.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: mercoledì 4 Marzo 2020)

Una quota che tuttavia varia sensibilmente tra le diverse province abruzzesi. Spicca il dato della provincia dell'Aquila (con il 24,6% di edifici scolastici statali vetusti), seguita da Chieti (22,6%), Pescara (22,0%), Teramo (18,3%). Teramo, presa nella sua interezza come provincia, è l'unico territorio che si attesta al di sotto della media regionale. Non così se si confrontano i dati comune per comune.

1 su 4 edifici scolastici statali vetusti nel comune di Teramo, nel 2018.

Partendo dai capoluoghi, la quota più elevata di edifici vetusti si registra proprio nei comuni di Teramo e Chieti, dove il 25% dell'edilizia scolastica risulta vetusto. Mentre si attestano sotto la media nazionale e regionale le due città più popolose: Pescara (15,94%) e L'Aquila (10%).

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: mercoledì 4 Marzo 2020)

Più edifici vetusti nei comuni periferici della provincia dell'Aquila.

A fronte del dato dei capoluoghi, si segnala la situazione di maggiore vetustà degli edifici scolastici nelle aree interne della regione. Se nei comuni polo, baricentrici in termini di servizi, la quota di edifici vetusti è pari al 18,6% del patrimonio scolastico, nei comuni interni della regione sale al 25,9%. La quota migliora sensibilmente se si isolano solo i comuni periferici e ultraperiferici (qui il 21% degli edifici scolastici sono vetusti, in linea con la media regionale). Con profonde differenze tra le aree interne della regione. Nell'aquilano, oltre un terzo degli edifici nei comuni periferici e ultraperiferici sono classificati come vetusti. Seguono Teramo (23,1%), Chieti (17,4%) e Pescara (12,5%).

Per conoscere quante scuole sono vetuste nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: mercoledì 4 Marzo 2020)

La ristrutturazione delle scuole in Abruzzo

Come abbiamo evidenziato in apertura, gli interventi di competenza del ministero dell’istruzione che possono essere fatti rientrare nell’ambito dell’edilizia scolastica hanno un valore complessivo di circa 4,7 miliardi di euro. Questi si suddividono tra interventi per la messa in sicurezza delle scuole esistenti (3,9 miliardi) e quelli per la realizzazione di nuove strutture (800 milioni).

A oggi sappiamo che l'81% delle risorse stanziate in questo ambito è già stato assegnato. In Abruzzo sono più di 80 gli interventi già finanziati.

Una delle voci di intervento che saranno finanziate dal Pnrr è la “Messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole”. In base alle informazioni pubblicate dal ministero sappiamo che l’81% dei fondi stanziati per questa voce è già stato assegnato. Questa voce si suddivide in 3 sotto-categorie:

  • interventi riservati alla messa in sicurezza in chiave anti-sismica delle scuole che sorgono nei territori colpiti dai terremoti del 2009, 2016 e 2017 (per l’Abruzzo circa 14 milioni);
  • interventi di competenza di province e città metropolitane (oltre 45 milioni di euro per l’Abruzzo);
  • interventi di messa in sicurezza (circa 44 milioni per l’Abruzzo suddivisi in 2 annualità).

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: martedì 3 Maggio 2022)

 

In base a questi dati possiamo osservare che in Abruzzo, per il momento, sono arrivati complessivamente circa 103 milioni di euro. A livello provinciale è Pescara (33,5 milioni) il territorio che ne ha beneficiato di più. Seguono Chieti (31,1 milioni), Teramo (24 milioni) e L'Aquila (14,3 milioni).

A livello locale ai primi 3 posti per fondi assegnati troviamo i comuni di Pescara (15,5 milioni), Atri (8,8) e Giulianova (6,5). Per quanto riguarda gli altri capoluoghi di provincia, invece, sono arrivati finora 6,1 milioni a Teramo, 3 all'Aquila e 2,5 a Chieti.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: martedì 3 Maggio 2022)

 

I nuovi istituti scolastici in regione

Strettamente legato a quanto visto finora c’è anche un altro investimento contenuto nel Pnrr. La misura in questo caso ha un valore complessivo di 800 milioni di euro e prevede la costruzione sul territorio nazionale di 195 nuove scuole che siano realizzate rispettando i criteri dell’innovazione, della sostenibilità e dell’inclusione sociale.

In questo caso, però, il percorso di affidamento dei fondi è più indietro. Infatti, solo lo scorso 8 febbraio si è chiuso il bando per l’assegnazione di queste risorse ma non se ne conoscono ancora gli esiti. Tuttavia è possibile anche in questo caso trarre qualche indicazione sull’impatto potenziale che questi fondi potrebbero avere sull’Abruzzo.

Infatti il decreto 243/2021 ha già suddiviso le risorse disponibili tra le diverse regioni. Per farlo i tecnici del ministero si sono basati su diversi criteri: il grado di vetustà degli edifici presenti su ogni territorio, il numero di studenti presenti ma anche il trend demografico della popolazione scolastica, oltre che l’essere localizzata in zone a forte rischio sismico o meno. Tra le regioni italiane, l'Abruzzo in questo caso si trova al dodicesimo posto

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: martedì 3 Maggio 2022)

Alla regione sono stati destinati 28,97 milioni di euro per la costruzione di nuovi plessi scolastici. Tra le regioni a cui saranno indirizzate più risorse troviamo la Lombardia (86 milioni), la Campania (77) e la Sicilia (66).

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Foto: Istituto comprensivo Pescara 5

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