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L’edilizia scolastica nel Pnrr

La condizione del patrimonio edilizio scolastico è per molti versi la cartina al tornasole di un sistema educativo, della sua capacità di innovazione e della priorità che la società dedica all’istruzione.

Ciò diventa particolarmente evidente nei momenti di crisi. Basti pensare all’emergenza Covid. La necessità di attuare il distanziamento per tornare a scuola in sicurezza si è dovuta confrontare, in ciascun territorio, con la situazione reale degli edifici.

Per non parlare della crisi energetica e climatica in corso. Anche in tempi ordinari, scuole efficienti dal punto di vista energetico consentono di migliorare la permanenza in classe per studenti e personale scolastico, ridurre le emissioni e risparmiare sui consumi. Esigenze che nella fase che stiamo vivendo appaiono quanto mai urgenti.

In sintesi, quanto più il sistema educativo dispone di fondamentali solidi – come la dotazione di infrastrutture moderne – tanto migliore sarà il suo funzionamento nelle fasi ordinarie e la sua capacità di reazione in quelle emergenziali.

Oltre 5 mld destinati dal Pnrr ad interventi di edilizia scolastica, al netto dei 4,6 previsti per asili nido e scuole dell’infanzia e degli altri interventi di carattere infrastrutturale sulle scuole.

Perciò è cruciale monitorare gli interventi dedicati a questo ambito nel piano nazionale di ripresa e resilienza. Diversi investimenti del Pnrr sono infatti dedicati alla costruzione di nuovi edifici scolastici e alla ristrutturazione di quelli esistenti.

Le misure specifiche per il comparto sono 3, al netto del piano per la costruzione di asili nido e scuole dell’infanzia, per il cui approfondimento si rimanda al secondo capitolo. In primo luogo, il piano per la messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica (missione 4, investimento 3.3). Si avvale di uno stanziamento da 3,9 miliardi complessivi tra 2021 e 2026. Punta a ristrutturare oltre 2.000 scuole, migliorandone classificazione energetica e sicurezza strutturale, per un totale di oltre 2,5 milioni di metri quadri riqualificati.

Il dato mostra lo stanziamento previsto dal Pnrr nei principali interventi relativi all’edilizia scolastica, al netto del piano per asili nido e scuole dell’infanzia (4,6 miliardi di euro totali nello stesso periodo).

All’intervento per la messa in sicurezza dell’edilizia scolastica si aggiungono ulteriori 50 milioni di euro derivanti dallo strumento React-Eu.

All’intervento per la costruzione di nuove scuole vanno aggiunti 389 milioni di euro, derivanti dallo stanziamento del ministero con decreto 111 del 5 maggio 2022.

Oltre a quelli indicati nell’elaborazione, il Pnrr contiene anche altri investimenti che per concretizzarsi prevedono anche interventi di natura strutturale, come il piano scuola 4.0 e quello per l’estensione del tempo pieno.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati camera dei deputati
(ultimo aggiornamento: giovedì 3 Marzo 2022)

Il secondo investimento è il piano per la sostituzione e la riqualificazione energetica degli edifici scolastici (investimento 1.1 della missione 2 componente 3.2). Anche se meno corposo del precedente in termini di risorse, per molti aspetti costituisce il fronte più innovativo tra gli interventi del Pnrr sull'edilizia scolastica. Non punta a risistemare l'esistente, ma a "sostituire progressivamente il patrimonio scolastico obsoleto", con la demolizione e costruzione di nuove scuole.

+389 mln rispetto allo stanziamento iniziale del Pnrr per la costruzione di nuove scuole.

L'obiettivo è costruire nuove scuole più sicure dal punto di vista sismico, ridurre i consumi energetici e migliorare gli ambienti scolastici. Da piano, l'investimento vale 800 milioni di euro e coinvolge 195 edifici scolastici per un totale di 410mila mq e 58mila studenti. Come approfondiremo, lo stanziamento è stato successivamente esteso da 800 milioni a 1,19 miliardi, portando a oltre 200 il numero di nuove scuole finanziate.

Il terzo intervento riguarda il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola. Vale 300 milioni di euro e prevede la realizzazione o riqualificazione di almeno 230.400 metri quadri di palestre e strutture sportive in ambito scolastico.

Molte altre misure del Pnrr per concretizzarsi dovranno intervenire sull'edilizia scolastica.

Accanto a questi investimenti specificamente dedicati, vanno segnalate anche altre misure che, per concretizzarsi, dovranno prevedere opere di natura strutturale. Tra queste, il piano per l'estensione del tempo pieno (960 milioni) si baserà anche sulla creazione o ristrutturazione degli spazi per le mense, per almeno 1.000 edifici. Oppure il piano scuola 4.0 (2,1 miliardi), per cui si prevede il cablaggio di 40mila edifici scolastici e la trasformazione di almeno 100.000 classi in ambienti di apprendimento innovativi.

Oltre alle misure specifiche per il comparto scuola, è necessario citare anche gli investimenti in progetti di rigenerazione urbana. Uno stanziamento gestito dal ministero dell'interno, volto a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale nei comuni con oltre 15mila abitanti. E che tuttavia potrà essere utilizzato anche per la ristrutturazione di edifici pubblici, compresi quelli con finalità educative.

Cosa prevede il piano per la costruzione di nuove scuole

Quello appena delineato è un quadro ampio, che nei prossimi mesi sarà necessario monitorare nella sua implementazione. Nonché nell'interazione con le altre fonti di finanziamento esistenti prima del Pnrr sull'edilizia scolastica, a partire dall'omonimo fondo unico, costituito nel 2012 per coordinare gli investimenti ordinari in materia.

In questo mare magnum, come già anticipato, merita un approfondimento particolare il piano del Pnrr per la realizzazione di nuove scuole (più propriamente piano di sostituzione e riqualificazione energetica). Sebbene rappresenti solo una parte delle risorse stanziate per i prossimi anni, la sua corretta attuazione probabilmente qualificherà la riuscita dell'intero investimento sul comparto, per almeno 3 motivi.

€ 1,19 mld stanziati per il piano di sostituzione delle scuole.

Il piano nuove scuole è l'intervento del Pnrr più qualificante per l'edilizia scolastica.

In primo luogo, perché - molto più degli interventi di ristrutturazione - la costruzione di nuove scuole può consentire la realizzazione di ambienti di apprendimento all'avanguardia. Già concepiti per nuove soluzioni didattiche, attraverso un uso innovativo di spazi, arredi, laboratori. Accessibile a tutti e con ambienti progettati in chiave pedagogica.

In questa direzione, nel mese di maggio, sono state presentate le linee guida per le scuole del futuro. Tale documento, redatto da un apposito gruppo di esperti nominato dal ministero dell'istruzione, sarà la base per le future progettazioni. Con l’obiettivo di costruire luoghi di apprendimento nuovi non solo nelle forme, ma concepiti come veri e propri laboratori didattici, aperti al territorio.

410.000 metri quadri di nuove scuole entro il primo trimestre 2026 è l'obiettivo del Pnrr.

Perciò la buona riuscita di questi progetti, con la realizzazione di oltre 200 nuovi istituti, potrà rappresentare un modello per le future costruzioni di scuole nel nostro paese.

 

Il percorso del bando nuove scuole

02/12/2021
Decreto ripartizione € 800 mln
02/12/2021
Bando pubblico per la selezione di 195 scuole
25/01/2022
Nomina gruppo di esperti per elaborare le linee guida
08/02/2022
Scadenza bando: arrivano 543 candidature
02/05/2022
Presentate linee guida per la progettazione
05/05/2022
Aumento risorse: +389 milioni stanziati
06/05/2022
Pubblicate le graduatorie: 216 scuole previste
02/07/2022
Concorso di progettazione per 212 scuole (4 rinunce/esclusioni/altro) - I fase
17/07/2022
Proroga di 20 giorni termine I fase concorso progettazione
25/08/2022
Scadenza bando progettazione: 1.737 proposte pervenute
07/10/2022
Termine delle commissioni per selezionare progetti ammessi a II fase
30/09/2023
Scadenza Ue Aggiudicazione dei contratti pubblici
31/03/2026
Obiettivo Ue da raggiungere:
- almeno 195 nuove scuole (410mila mq)
- 50% dei consumi

 

Anche perché, e veniamo al secondo motivo per cui l'intervento riveste tale importanza, una scuola nuova può essere una vera e propria occasione di rigenerazione urbana per il territorio in cui è inserita.

L'ambizione è infatti quella di creare edifici con spazi accoglienti per la comunità al di fuori delle mura scolastiche. Concependo, già in termini di pianificazione urbanistica e di progettazione architettonica, la scuola come un centro civico. Un punto di riferimento non solo per gli studenti e le loro famiglie, ma anche per quartieri e abitati limitrofi. Baricentro e luogo di incontro delle comunità educanti del territorio.

58.000 studentesse e studenti coinvolti dal piano "nuove scuole".

La terza ragione, ed è il motivo per cui l'investimento non è inserito nella missione istruzione ma in quella sulla transizione ecologica, è che l'intervento ha l'obiettivo primario di migliorare la qualità edilizia, aumentando il risparmio energetico. Aspetto particolarmente importante alla luce della situazione geopolitica ed economica che stiamo attraversando. Oltre a dimezzare i consumi, il piano dovrebbe portare alla riduzione delle emissioni annue di gas a effetto serra pari a circa 8.400 tCO2.

-50% la riduzione del consumo di energia finale prevista per le nuove scuole dal Pnrr.

Il documento redatto dal gruppo di lavoro dedica grande attenzione alla realizzazione di scuole sostenibili. Vengono suggeriti l'impiego di materiali e strutture eco-compatibili e accorgimenti per mitigare l'impatto ambientale. Sfruttando luce e ventilazione naturale, incentivando l'uso di fonti rinnovabili, riducendo al minimo gli sprechi nei consumi.

Aspetti cruciali, considerando che troppi edifici scolastici sul territorio nazionale ad oggi non dispongono degli accorgimenti basilari per il risparmio energetico. Un'esigenza ancora più importante in seguito all'aumento dei prezzi dei combustibili fossili.

L'attuale condizione delle scuole dal punto di vista energetico

Sono poco meno di 6 su 10 gli edifici scolastici statali dove sono presenti accorgimenti per ridurre i consumi energetici. Come la presenza di vetri o serramenti doppi, di cui è dotato il 40,7% delle strutture. Oppure l'isolamento della coperture (24,4%) o delle pareti esterne (14,6%).

Inoltre, più di un terzo delle scuole (34,9%) è dotato di zonizzazione dell'impianto termico, che consente un dispendio più accurato per la climatizzazione degli ambienti.

57,5% degli edifici scolastici è dotato di almeno un accorgimento per il risparmio energetico.

In termini assoluti, sugli oltre 40mila edifici scolastici presenti in Italia, 5.258 - il 13% del totale - non sono dotati di accorgimenti per ridurre i consumi. Per quasi 12mila (29,4%) il dato non è disponibile. Quelli che ne dispongono sono 23.210, pari al 57,5%. Ma la quota varia in modo consistente nel paese. A fronte di una media poco inferiore al 60%, regioni come Veneto, Valle d'Aosta e Lombardia superano il 70%. Superano la quota dei 2/3 anche Sardegna, Marche e Basilicata.

Dati non disponibili per il Trentino Alto Adige. I dati, pubblicati sul portale open data del ministero dell’istruzione, sono forniti dagli enti locali proprietari o gestori degli edifici adibiti ad uso scolastico.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: mercoledì 12 Gennaio 2022)

Accorgimenti per il risparmio energetico presenti più spesso nel nord Italia.

Mentre non raggiungono il 40% due regioni del mezzogiorno come Campania (37,1%) e Calabria (23,7%). In quest'ultima regione gli edifici scolastici dotati di un qualche tipo di accorgimento per il risparmio energetico sono meno di 1 su 4.

Osservando i dati per singolo accorgimento energetico, vetri o serramenti doppi sono presenti nel 69,9% delle scuole valdostane e nel 15,2% di quelle calabresi. Così come l'isolamento delle coperture è previsto in oltre la metà degli edifici in Valle d'Aosta (53,8%) e in meno di uno su 10 in Calabria (7,1%).

4 le regioni con meno del 20% degli edifici dotati di isolamento delle coperture: Lazio (18,8%), Sicilia (16,9%), Campania (10%) e Calabria (7,1%).

L'isolamento delle pareti esterne è presente in oltre il 40% degli edifici della Valle d'Aosta (43,36%) e in meno di uno su 10 in Lazio (7,91%), Calabria (6,42%), Sicilia (6,15%) e Campania (5,52%). La zonizzazione dell'impianto termico è prevista in oltre il 50% delle scuole di Veneto (56,5%) e Marche (52,9%), mentre il Calabria il dato scende 3,4%.

16,5% edifici scolastici in provincia di Crotone per cui è dichiarata la presenza di accorgimenti per il risparmio energetico.

Approfondendo l'analisi a livello provinciale, spiccano per presenza di accorgimenti per ridurre i consumi diverse province tra Lombardia e Veneto. In particolare 5 di queste superano la soglia dell'80% di edifici dotati di accorgimenti per il risparmio. Si tratta di Bergamo (86,5%), Padova (84,7%), Lecco (82%), Sondrio (81,7%) e Vicenza (80,9%). Seguono, con oltre il 78%, i territori di Rovigo, Venezia, Treviso e Varese.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: mercoledì 12 Gennaio 2022)

La presenza minore si rileva invece in alcuni territori calabresi e siciliani. In particolare le province di Crotone (16,5%), Trapani (17%) e la città metropolitana di Reggio Calabria (17,1%). Poco sopra il 20% anche le province di Ragusa (21,8%), Siracusa (22%), Vibo Valentia (22,5%) e Livorno (23,5%).

51,2% edifici scolastici per cui è dichiarata la presenza di accorgimenti per il risparmio energetico in comuni ad alta urbanizzazione (media nazionale: 57,5%).

Scendendo a livello locale, la presenza di accorgimenti per contenere il consumo energetico è meno frequente nelle aree urbane. Nei comuni classificati come ad alto grado di urbanizzazione, poco più di un edificio su 2 (51,2% del totale) prevede un qualche tipo di accorgimento per il risparmio energetico. In comuni a grado di urbanizzazione medio-basso la quota sale al 60% circa.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: mercoledì 12 Gennaio 2022)

Rispetto alla classificazione per aree interne, sono soprattutto i comuni di cintura - gli hinterland delle città maggiori - ad essere più spesso dotati di accorgimenti per il risparmio energetico (62,3% degli edifici scolastico, a fronte di una media nazionale del 57,5%). Sotto questa media si trovano tanto i poli (53,7%) quanto i comuni interni.

Le aree interne sono i territori del paese più distanti dai servizi essenziali (quali istruzione, salute, mobilità). Parliamo di circa 4.000 comuni, con 13 milioni di abitanti, a forte rischio spopolamento (in particolare per i giovani), e dove la qualità dell'offerta educativa risulta spesso compromessa. Vai a "Che cosa sono le aree interne"

Ne è dotato il 55,6% dei comuni intermedi (distanti almeno 27,7 minuti dal polo più vicino), il 54,3% di quelli periferici (ad oltre 40 minuti dai servizi), il 56,3% di quelli ultraperiferici. Parliamo in quest'ultimo caso di realtà - spesso montane o insulari - dove il comune polo più vicino si trova ad almeno 67 minuti di distanza.

Accorgimenti per il risparmio energetico meno diffusi nei comuni litoranei.

Rispetto alla classificazione per zona altimetrica, la quota di edifici scolastici con accorgimenti per il risparmio energetico sfiora il 63% nei comuni di montagna interna, ma scende al 38,6% in quelli di montagna litoranea. Tendenza simile per i comuni collinari: ne sono dotati il 58,6% di quelli interni ma meno della metà di quelli costieri (47,8%). Tra i comuni di pianura, il 60% dispone di un qualche accorgimento (quasi 3 punti più della media).

La localizzazione degli interventi per le nuove scuole

Rispetto alla previsione iniziale di 800 milioni di euro per costruire 195 nuove scuole, l'aggiunta di risorse prevista dal decreto 111 ha portato lo stanziamento a 1.189.326.904,64 euro.

42,4% le risorse del bando "nuove scuole" destinate alle regioni del mezzogiorno.

Risorse che consentiranno la costruzione di oltre 200 nuove scuole: 216 quelle nella prima graduatoria presentata, numero sceso a 212 a seguito di alcune rinunce ed esclusioni (cui va aggiunta una scuola in provincia di Bolzano la cui costruzione - pur finanziata con risorse Pnrr - non seguirà l’iter previsto per le altre, ma procederà autonomamente in base alla normativa della provincia autonoma). In media il 42,4% andrà alle regioni del mezzogiorno, rispettando la clausola del 40% prevista dal Pnrr. La regione con più scuole finanziate è la Campania, con 213 milioni di euro di finanziamento (quasi il 18% del totale). I progetti previsti porteranno alla costruzione di 35 nuovi istituti scolastici campani. Segue l’Emilia Romagna, con 146 milioni di euro finanziati per 23 nuove scuole.

A seguito di alcune rinunce ed esclusioni, il numero di nuove scuole per cui è prevista la progettazione innovativa attraverso il concorso indetto dal ministero dell’istruzione è sceso a 212. Resta ferma la ripartizione precedente, con oltre il 42% di risorse previste per il mezzogiorno. Nella categoria “altro” è inclusa una scuola in provincia di Bolzano la cui costruzione – pur finanziata con risorse Pnrr – non seguirà l’iter previsto per le altre, ma procederà autonomamente in base alla normativa della provincia autonoma.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: domenica 17 Luglio 2022)

Scendendo a livello provinciale, sia con la ripartizione della graduatoria a 216 scuole, sia con quella successiva, le 2 province con più istituti finanziati sono Caserta e Salerno. La prima, con 82,5 milioni di euro, riceverà circa il 7% dello stanziamento. Per le scuole della seconda saranno destinati quasi 48 milioni di euro, pari al 4% delle risorse erogate.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: domenica 17 Luglio 2022)

Al terzo posto l'area di Milano (44,8 milioni, 4 interventi), seguita da quella di Roma. Nella città metropolitana della Capitale la prima graduatoria registrava 41,18 milioni per 9 interventi. Nell'elenco delle 212 scuole per cui è prevista la progettazione innovativa attraverso il concorso indetto dal ministero dell’istruzione sono presenti 8 interventi (per quasi 35 milioni di euro). Gli altri territori con più di 30 milioni sono Bari (40,15 per 6 progetti), Napoli (37,77 milioni per 6 interventi), Fermo (33 milioni, 2 progetti) e Cosenza (32 milioni, 9 progetti).

11% dei finanziamenti Pnrr per le nuove scuole si concentra nelle province di Caserta e Salerno.

Ad essere finanziati saranno soprattutto interventi di demolizione con successiva ricostruzione sullo stesso sito. Parliamo di 180 progetti su 212, circa l'85% del totale, con punte superiori al 90% in Molise, Piemonte, Sicilia, Trentino‐Alto Adige, Valle d'Aosta, Calabria, Puglia e Campania.

Tra i 32 restanti progetti di demolizione e ricollocazione della struttura, si segnala quello per un plesso a Castel Volturno (Caserta). Si tratta dell'intervento più corposo finanziato dal bando (29,6 milioni di euro) e riguarderà 1.830 alunni e un totale di 14.665,81 metri quadri.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: domenica 17 Luglio 2022)

Seguono i 24 milioni di euro destinati alla città metropolitana di Milano per la scuola secondaria di II grado P. Frisi, una demolizione e ricostruzione in loco nella zona nord-ovest nel capoluogo lombardo.

Quasi 22 milioni di euro andranno alla provincia di Fermo per la realizzazione del nuovo polo scolastico “Carlo Urbani” sede “Luigi Einaudi” di Porto Sant’Elpidio. Un investimento che riguarderà 830 alunni e una superficie di circa 9mila metri quadri.

€ 5,5 mln l'importo medio per gli interventi finanziati dal Pnrr per il bando "nuove scuole".

Gli interventi più contenuti sono previsti in 2 scuole d'infanzia a Lugagnano Val D'Arda (Piacenza) e Soveria Mannelli (Catanzaro), con rispettivamente 441.600 e 554.000 euro. Nonché per 2 scuole primarie dei comuni della provincia di Cosenza: Santa Sofia D'Epiro e Grisolia (720mila euro ciascuna).

Come procede l'attuazione del piano

Se, per ciascun territorio, si confronta la quota di edifici con accorgimenti per il risparmio energetico con il finanziamento erogato dal bando nuove scuole non emerge una relazione evidente. Una tendenza che si può spiegare in diversi modi.

In primo luogo, i dati a disposizione su questo tema risentono di limitazioni da non trascurare. Per quasi il 30% degli edifici scolastici infatti l'informazione non risulta compilata, rendendo molto più difficile la possibilità di monitoraggio.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: domenica 17 Luglio 2022)

Inoltre, essendo quella in esame solo una delle misure previste dal Pnrr sull’edilizia scolastica, soltanto una valutazione complessiva di tutti i futuri progetti consentirà di approfondire meglio tale relazione.
Infine, va considerato che - nella valutazione dei progetti, in base al bando - la condizione energetica dell'edificio non era l'unico elemento a dare punteggio. Altri criteri valorizzati erano il rischio di vulnerabilità sismica dell'edificio, la sua vetustà, la riduzione di volumetria tra gli edifici demoliti e quelli di nuova costruzione (in modo da ridurre l'impatto ambientale del progetto).

Tuttavia, nella scelta delle scuole, l'esigenza di ridurre i consumi energetici è stato uno degli elementi principali, come emerge dall'analisi delle graduatorie. Il 75% dei progetti finanziati si concentra infatti su edifici nelle 2 classi energetiche a minore efficienza. Nello specifico, il 23,6% degli interventi riguardano scuole in classe F, mentre il 51% si concentrerà su quelle in classe energetica G.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: domenica 17 Luglio 2022)

Tutti gli interventi previsti in Abruzzo, Veneto, Molise, Calabria e Trentino Alto Adige sono destinati a immobili nelle classi energetiche F o G. Per queste ultime 2 regioni, il 100% dei progetti di sostituzione coinvolge edifici nella classe meno efficiente, la G. Parliamo di 16 interventi su 16 in Calabria e dell'unico progetto in Trentino Alto Adige compreso tra i 212 per cui è prevista la progettazione innovativa attraverso il concorso indetto dal ministero dell’istruzione.

71% degli studenti coinvolti dagli interventi si trovano in scuole con classificazione energetica F o G.

Nei prossimi mesi sarà importante monitorare la prosecuzione di questo bando, per cui a fine agosto si è conclusa la prima fase del concorso di progettazione. Una partita decisiva, perché dalla capacità di produrre nuova edilizia scolastica efficiente e di qualità, adatta ai nuovi strumenti e alle nuove metodologie didattiche, dipendono tante sfide del nostro sistema educativo.

1.737 le proposte di progettazione arrivate a fine agosto per le 212 nuove scuole.

Allo stesso tempo, sarà essenziale monitorare questo segmento dei bandi del Pnrr anche in relazione con le altre misure previste per il comparto dell'edilizia scolastica. Pur non riguardando la costruzione di nuove scuole, il piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell'edilizia scolastica coinvolgerà da solo quasi 3 milioni di metri quadri, pari a circa 2.100 edifici scolastici.

2.784.000 la superficie (in mq) di edifici scolastici coinvolta nel piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica.

Molto più dei 410mila metri quadri previsti dal Pnrr per le nuove scuole, sebbene l'innalzamento dei fondi su questa misura (da 800 milioni a quasi 1,19 miliardi di euro) abbia portato questa cifra oltre il mezzo milione di metri quadri. Attraverso queste due misure quindi nei prossimi anni dovremmo assistere quindi alla riqualificazione, o alla costruzione ex novo, di più di 3 milioni di metri quadri di edilizia scolastica.

534.605 la superficie (in mq) di edifici scolastici prevista nelle 212 aree selezionate dal piano nuove scuole.

 

Significa almeno 2.300 edifici sui circa 40mila oggi attivi, cui vanno aggiunti i già citati interventi edilizi previsti dal Pnrr per mense, palestre e digitalizzazione delle scuole. Misure da conseguire entro il 2026 che, insieme alle linee di finanziamento che pre-esistevano al piano di ripresa e resilienza, sono chiamate a migliorare la qualità dell'edilizia scolastica nel nostro paese.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati ministero dell'istruzione (osservatorio edilizia scolastica)
(ultimo aggiornamento: venerdì 9 Settembre 2022)

Una mole di interventi che può essere considerata solo in una logica di insieme, con una visione strategica di lungo periodo del comparto dell’edilizia scolastica. I dati del progetto Gies-Indire (gestione degli interventi sull'edilizia scolastica) e dell’osservatorio del ministero dell’istruzione consentono di individuare oltre 20 linee di finanziamento per il settore che esistevano già prima del Pnrr. Dai mutui Bei (Banca europea degli investimenti), al fondo del “comma 140” per lo sviluppo infrastrutturale del paese (art. 1 legge 232/2016); dagli investimenti con fondi Inail e protezione civile a quelli del bando periferie. Parliamo di almeno 22 canali di finanziamento, di cui solo 13 a gestione diretta del ministero dell’istruzione.

Risorse che vanno a sommarsi a quelle del Pnrr e che necessariamente dovranno essere utilizzate in una logica sistemica, con una visione strategica dell’intero comparto dell’edilizia scolastica. Per definire meglio i fabbisogni e le azioni conseguenti, favorire la trasparenza e il monitoraggio, ma soprattutto valorizzare appieno le risorse stanziate, evitando la parcellizzazione degli interventi.

Le potenzialità della misura, tra opportunità e criticità

Una valutazione compiuta di quanto e come incideranno tali risorse potrà essere effettuata solo considerando in modo integrato gli effetti dell'ampia serie di interventi appena citati. Tuttavia, i primi passi del bando sulle nuove scuole forniscono alcune indicazioni parziali ma interessanti. Il primo elemento di rilievo è l'ambizione di sperimentare nella progettazione di un nuovo modello di edilizia scolastica, attraverso un investimento su oltre 200 scuole. Un aspetto positivo, se posto nella logica di elaborare prototipi per interventi futuri.

Quota mezzogiorno rispettata, ma emergono possibili divari nella capacità degli enti di partecipare ai bandi.

In termini di distribuzione territoriale dell'investimento, dalle graduatorie emerge come - rispetto ad una previsione iniziale del 40% di risorse destinate al mezzogiorno - l'incremento di 389 milioni di euro abbia consentito di innalzare tale quota al 42,4%. Sono però anche emerse forti differenze territoriali. Gli enti di alcune regioni infatti non avevano presentato domande sufficienti per godere di tale incremento.

Nello specifico, la ripartizione iniziale tra le regioni, prevista dal decreto 343, stabiliva che esattamente il 40% delle risorse (ovvero 320 milioni di euro su 800) sarebbero andati al mezzogiorno, in applicazione della clausola del Pnrr. La grande partecipazione al bando - 543 domande pervenute alla scadenza dell'avviso, in particolare dalla Campania con 95 candidature - ha portato il ministero a stanziare le ulteriori risorse con il decreto 111 del 5 maggio 2022.

Lo stanziamento finale (1,189 miliardi di euro) ha portato l'innalzamento della quota mezzogiorno al 42,4%. Grazie ai progetti presentati, alcune regioni hanno incrementato massicciamente i fondi ricevuti rispetto alla ripartizione iniziale. Su tutte la Campania, che passa dai 76,9 milioni previsti inizialmente a 213,4 (+136 milioni).

Il dato sulla ripartizione iniziale fa riferimento a quanto stabilito dall’allegato 1 del decreto del ministro dell’istruzione 343 del 2 dicembre 2021.

La ripartizione post-graduatorie è stata calcolata aggregando per regione gli importi finanziati in base alla graduatoria pubblicata all’esito del bando, nel maggio scorso.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: venerdì 6 Maggio 2022)

Anche Toscana ed Emilia Romagna vedono incrementi importanti (rispettivamente +97 e +37 milioni), così come diverse regioni del sud. Tra queste Puglia (+30,5 milioni, il 61,4% in più della ripartizione iniziale), Calabria (+13 milioni, il 39,2% in più), Sardegna (+4,6 milioni, +20,4%), Abruzzo (+4,9 milioni, il 17% in più), Basilicata (3 milioni aggiuntivi, pari a un +14,4%).

Al contrario, gli enti di 6 regioni non hanno raggiunto l'importo previsto con lo stanziamento iniziale. Tra queste anche la Sicilia (quasi 6,5 milioni di differenza, il 9,8% in meno di quanto ripartito in base all'allegato prima dei bandi) e il Molise (3 milioni in meno, -16,1%).

51,2% degli edifici scolastici siciliani è dotato di almeno un accorgimento per il risparmio energetico (media nazionale: 57,5%)

Dati che in molti casi possono segnalare anche una criticità da parte degli enti proprietari degli immobili - in questo caso comuni e province - nel redigere i progetti per partecipare ai bandi. Un vulnus da non sottovalutare, anche perché spesso trasversale agli interventi del Pnrr, nel campo dell'istruzione e non solo.

In questo caso specifico, lo stanziamento di risorse ulteriori per la costruzione di nuove scuole ha sicuramente consentito di migliorare la situazione. Oltre a fare fronte a fabbisogni importanti - testimoniati dalla quota di domande pervenute - ha aiutato anche a rispettare e innalzare la clausola mezzogiorno.

Tuttavia, resta il rischio che territori dove un fabbisogno è presente possano non arrivare alle risorse stanziate. Per carenze nella capacità di progettazione, nella ricognizione dei fabbisogni in ambito locale oppure semplicemente per mancanza di personale specializzato nell'ente. Un'eventualità che rischia di essere più concreta soprattutto per i comuni piccoli e con minori risorse.

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati sugli edifici scolastici, di fonte ministero dell’istruzione, sono forniti dagli enti locali proprietari o gestori degli edifici adibiti ad uso scolastico.

Per conoscere la situazione nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: mercoledì 12 Gennaio 2022)

Foto: Comune di Reggio Emilia (Flickr) - Licenza

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