Le prospettive della cooperazione e la legge di bilancio 2022 Cooperazione

La legge di bilancio ha effettivamente aumentato le risorse per la cooperazione anche destinando a questo settore gli eventuali risparmi del ministero dell’interno in materia di accoglienza migranti. Dei passi avanti importanti anche se gli obiettivi internazionali restano ancora distanti.

|

Partner

L’obiettivo di destinare lo 0,70% del reddito nazionale lordo (Rnl) all’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) entro il 2030 rimane un traguardo ambizioso per il nostro paese. Tuttavia la legge di bilancio appena approvata ha prodotto alcuni passi avanti significativi per la cooperazione, sia in termini quantitativi che qualitativi.

Il principale impegno per i paesi donatori è quello di destinare lo 0,70 del proprio reddito nazionale lordo in cooperazione. Vai a "Quante risorse per la cooperazione allo sviluppo"

Le risorse aggiuntive

A inizio novembre avevamo fatto una proiezione della crescita delle risorse destinate all’aiuto pubblico allo sviluppo basandoci sulle parole della viceministra con delega alla cooperazione Marina Sereni.

FONTE: stime openpolis su dati Mef, Ocse e Fondo monetario internazionale
(ultimo aggiornamento: martedì 9 Novembre 2021)

Già in quell'occasione avevamo rilevato come le risorse aggiuntive annunciate dalla viceministra avrebbero interrotto il trend in calo dell'Aps italiano. Un punto di partenza necessario per riprendere il percorso verso lo 0,70 ma non sufficiente. Ad oggi infatti l'Italia si trova ben distante dall'obiettivo dichiarato, fermandosi nel 2020 ad appena lo 0,22/ Aps/Rnl.

Per quanto il raggiungimento dello 0,70 rimanga un obiettivo ancora molto ambizioso l'approvazione della legge di bilancio ha comunque portato alcune buone notizie. La prima è la conferma delle parole della viceministra (L. 234/2021 articolo 1 comma 381).

€ 1,2 miliardi l’aumento delle risorse per l’Aps tra il 2022 e il 2026 previsto nell'ultima legge di bilancio.

Certo le prossime leggi di bilancio potrebbero anche annullare gli incrementi programmati per i prossimi anni. In ogni caso il testo esprime chiaramente l'intenzione dell'esecutivo, starà poi ai governi in carica nei prossimi anni mantenere l'impegno preso.

La seconda buona notizia è che si tratta di risorse indirizzate verso un particolare capitolo di spesa, ovvero quello riguardante il bilancio dell'Agenzia per la cooperazione. Questo vuol dire da un lato un aumento di risorse per il canale bilaterale, che negli ultimi anni aveva visto una riduzione continua dei propri stanziamenti.

Dall'altro non è affatto escluso che in futuro possano aumentare anche altre voci del bilancio della cooperazione, prime tra tutte quelle afferenti al canale multilaterale.

Certo è altrettanto vero che altre voci di spesa potrebbero ridursi, compromettendo la crescita prevista. È da auspicare tuttavia che ciò non avvenga e che l'Italia riprenda con forza il cammino verso il raggiungimento dello 0,70 entro il 2030, così come previsto all’obiettivo 17 dell’Agenda delle Nazioni unite.

Una norma per "sgonfiare" l'aiuto

La legge di bilancio inoltre ha compiuto un altro passo avanti su una materia di cui ci siamo occupati più volte. Si tratta della relazione tra le risorse destinate alla cooperazione e quelle per l'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati in Italia. La ragione per cui queste due materie sono collegate è legata principalmente al fatto che le regole del comitato Dac dell'Ocse prevedono la possibilità di conteggiare una parte delle risorse destinate all'accoglienza come cooperazione.

Una regola che alcuni anni fa ha portato a un aumento in parte fittizio dell'Aps. La crescita infatti era in gran parte dovuta a risorse che a tutti gli effetti erano utilizzate interamente nel nostro paese. Si tratta insomma della principale componente di quello che Concord Europe chiama aiuto gonfiato.

Si parla di aiuto gonfiato per le risorse contabilizzate come Aps nel rispetto dei criteri Ocse Dac ma che non prevedono un effettivo trasferimento di fondi verso paesi in via di sviluppo. Vai a "Che cosa si intende per aiuto genuino e aiuto gonfiato"

È bene chiarire che non si tratta di una competizione per le risorse. Siamo convinti che sia il tema della cooperazione che quello dell'accoglienza migranti abbiano bisogno di maggiori risorse e attenzione. Accogliere i richiedenti asilo e i rifugiati è senza dubbio una politica fondamentale che nessuno ha intenzione di scoraggiare, anzi. Allo stesso tempo però è assurdo che questo tipo di politica sia conteggiata come Aps, in particolare quando come nel 2017 il suo ammontare raggiunge il 30% del valore complessivo di questo settore.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(ultimo aggiornamento: giovedì 16 Settembre 2021)

Nel 2018 poi i costi per i rifugiati sostenuti dal paese donatore sono iniziati a calare e con questi il valore complessivo dell'Aps. A quel punto la nostra richiesta e di molte rappresentanze di Ong di sviluppo fu quella di destinare le risorse non utilizzate per l'accoglienza a veri e propri progetti di cooperazione allo sviluppo.

Per tutta risposta però la legge di bilancio per il 2019 stabilì che eventuali risorse risparmiate dal ministero dell'interno nel settore dell'accoglienza sarebbero state destinate alle esigenze di quello stesso ministero.

Le risorse non spese per l'accoglienza saranno destinate ora a progetti di cooperazione.

Dopo 3 anni finalmente la nuova legge di bilancio (art. 1 comma 807) ha modificato questa norma, destinando all'Agenzia per la cooperazione le risorse eventualmente risparmiate dal ministero dell'interno nella gestione dell'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati. A quanto ammonteranno tali risorse è tutto da verificare. In gran pare in effetti questo dipenderà dalle previsioni di spesa del Viminale, dalla sua gestione finanziaria, oltre che dall'andamento dei flussi migratori che caratterizzerà i prossimi anni.

In ogni caso la norma adottata pone un cambio di prospettiva culturale, destinando eventuali risorse aggiuntive a un settore, quello della cooperazione, che dovrebbe essere considerato strategico anche per la gestione dei flussi migratori. Nel medio periodo infatti solo il miglioramento delle condizioni di vita nei paesi a basso e medio reddito potrà consentire di governare i fenomeni di migrazione forzata e di mobilità umana, in particolare verso l'Europa.

 

Foto Credit: Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) - Twitter

PROSSIMO POST