Il lento ritorno al museo nel post-pandemia #conibambini

Nel 2021 sono tornate ad aumentare le visite ai musei ma siamo ancora lontani dai livelli pre-pandemici, soprattutto per i minori. Solo il 41% delle strutture ha svolto laboratori e percorsi tematici dedicati a bambini, ragazzi e scolaresche.

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La pandemia ha comportato un vero e proprio crollo negli accessi ai musei, così come sulle altre attività culturali che richiedono la presenza fisica.

Prima dell’emergenza Covid, nel 2019, si era raggiunto il picco di visitatori. Le strutture censite dall’indagine Istat, sia pubbliche che private, in quell’anno avevano sfiorato i 130 milioni di ingressi. I soli musei statali nel biennio 2018-19 avevano totalizzato 55 milioni di visite.

Numeri crollati in conseguenza delle restrizioni seguite all’emergenza: nel 2020 visitatori sono stati circa 36 milioni (13 considerando solo le strutture statali). Nel 2021 si registra una prima inversione di tendenza.

Le riaperture parziali, unite al progressivo allentamento delle misure e al ritorno del turismo, hanno riportato il numero di visite sopra la soglia dei 48 milioni nel 2021. Oltre un terzo in più dell’anno precedente, anche se per adesso siamo molto lontani dai livelli pre-pandemici.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: mercoledì 21 Dicembre 2022)

Queste cifre testimoniano l’impatto dell’emergenza sulla vita culturale delle persone. Un tema particolarmente delicato soprattutto per bambine e bambini, ragazzi e ragazze che attraversano l’età della formazione. A maggior ragione perché è proprio tra i minori che la fruizione effettiva dei musei è diminuita di più.

Quanti sono i minori che visitano musei e mostre

Nell’ultimo anno prima della pandemia, bambini e ragazzi erano i maggiori fruitori di musei e mostre.

Nel 2019 oltre la metà dei residenti tra 11 e 17 anni aveva dichiarato di averli visitati. Tra quelli compresi tra 6 e 10 anni la quota era poco inferiore (46,8%), facendo dei minori la fascia demografica che di gran lunga visitava di più musei, monumenti, mostre, aree archeologiche. Verosimilmente anche grazie ad esperienze organizzate in ambito scolastico.

53,4% i minori tra 11 e 14 anni che avevano visitato musei nel 2019. Molto più della media della popolazione (31,8%).

Con la pandemia, è proprio tra i minori che la fruizione è diminuita di più. Tra 11 e 14 anni è passata dal 53,4% all’8,8%, tra i 15-17enni da 50,8% a 8,4%. Un calo quindi di oltre 40 punti percentuali nell’arco di un biennio. La terza fascia d’età con la diminuzione più importante è quella dei bambini tra 6 e 10 anni (-38,9 punti).

Nel progressivo ritorno alla normalità, affrontare la questione è quanto mai urgente per la formazione educativa e culturale delle giovani generazioni. Diventa quindi rilevante capire quanti musei siano oggi maggiormente attrezzati per tale sfida.

L’offerta di laboratori e percorsi didattici nei musei italiani

In media, circa 4 musei su 10 in Italia svolgono attività specificamente dedicate ai minori. Nel 2021 il 41,1% delle strutture ha proposto laboratori didattici rivolti a bambini, ragazzi e scolaresche. Più o meno la stessa quota (41,4%) di quelli che dispongono di percorsi tematici o didattici destinati ai più piccoli.

Nella provincia autonoma di Trento e in Lombardia oltre la metà dei musei ha svolto laboratori (59,8% nella prima, 53,9% nella) e dispone di percorsi per la fruizione dei minori (rispettivamente il 58,5% e 50,7%).

Oltre a quelle citate, le altre regioni con più musei adeguati alle esigenze educative dei minori sono Emilia Romagna, Umbria e Toscana, dove oltre il 45% delle strutture ha laboratori e percorsi didattici specifici. Percentuali da cui sono molto lontani altri territori, nel mezzogiorno e non solo.

1 su 5 i musei siciliani che offrono laboratori didattici per minori e scolaresche.

La Sicilia è la regione in cui meno strutture dichiarano l’offerta di laboratori (21,8%) e percorsi didattici (23,2%). I laboratori sono presenti in meno di un terzo dei musei di Campania (31,7%), Basilicata (31,0%), Molise (29,4%), provincia autonoma di Bolzano (28,7%) e Valle d’Aosta (28,3%). Così come meno di una struttura su 3 dispone di percorsi didattici in Molise (32,4%), Abruzzo (31%), Basilicata (28,6%), Valle d’Aosta (26,1%), oltre che nella già citata Sicilia.

Divari territoriali nella fruibilità dei musei per bambini e ragazzi

Sul territorio, le differenze si riscontrano anche in base alla centralità del comune. I musei dei comuni polo, le città baricentriche in termini di servizi, sono più dotati di laboratori (50%) e percorsi tematici per i minori (49,8%).

Man mano che ci si allontana dai centri principali l’offerta didattica rivolta a bambini, ragazzi e scuole diminuisce drasticamente. Nei comuni periferici, territori da cui servono 40 minuti per raggiungere il polo più vicino, solo il 34,1% dei musei è adeguato alle esigenze educative dei minori. In quelli ultraperiferici la quota scende al 31,5%.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: giovedì 9 Febbraio 2023)

Allo stesso tempo, nonostante in media circa la metà dei musei nei poli disponga di un’offerta didattica rivolta ai minori, il dato non è omogeneo tra tutte le città.

Tra i capoluoghi vi sono infatti 10 città in cui tutti i musei dichiarano di aver svolto nel 2021 laboratori didattici in presenza, rivolti specificamente a bambini, ragazzi e scolaresche. Si tratta di Chieti, Cremona, Foggia, Frosinone, Isernia, Vibo Valentia, Rovigo, Sondrio, Verbania e Vercelli. Anche la toscana Prato è sopra il 90%, mentre in 5 capoluoghi meno del 15% dei musei hanno svolto laboratori: Caserta, Enna, Imperia, Salerno e Ragusa.

Anche tra le città più popolose vi sono forti differenze. Se consideriamo le 10 dove vivono più bambini e ragazzi, a Torino e Bologna oltre il 70% dei musei svolge laboratori didattici, mentre in 2 capoluoghi siciliani – Palermo e Catania – la percentuale è molto inferiore.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: giovedì 9 Febbraio 2023)

Nel capoluogo regionale siciliano si attesta al 25%, mentre a Catania al 18,2%. In diverse grandi città la quota di musei che hanno svolto laboratori didattici nel 2021 sono circa la metà del totale. Tra queste Bari (55,6%), Genova (53,3%), Milano (47,9%) e Firenze (45,3). La percentuale si colloca attorno al 40% a Napoli e Roma.

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I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell’articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati sui musei sono stati elaborati a partire dai microdati dall’indagine Istat relativa al 2021.

Foto: Aaina Sharma (unsplash)Licenza

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