Il governo Draghi e la proliferazione dei decreti legge Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai a “I problemi legati all’abuso della decretazione d’urgenza“.

146

i decreti legge pubblicati nella XVIII legislatura. Gli ultimi 2 esecutivi hanno fatto un massiccio ricorso alla decretazione d’urgenza per far fronte alla pandemia prima e alla crisi economica innescata dalla guerra in Ucraina successivamente. Il governo Draghi ne ha pubblicati 62, il Conte II 54 mentre il Conte I si era fermato a 30. Analizzando le ultime 3 legislature, il governo più prolifico degli ultimi anni è stato il Berlusconi IV con 80. L’eccessivo ricorso ai decreti legge però ha comportato dei problemi. Spesso infatti il parlamento non è stato in grado di convertirli tutti. Peraltro l’esecutivo uscente ha lasciato in “eredità” alle nuove camere il Dl 144/2022 da convertire.  Vai al grafico.

3,26

i decreti legge pubblicati in media al mese dal governo Draghi. Nel nostro paese i governi non hanno tutti la stessa durata. Per questo, per farsi un’idea della frequenza con cui gli esecutivi fanno ricorso allo strumento, è utile confrontare il rapporto tra Dl emanati e mesi di governo in carica. Gli ultimi 2 esecutivi risultano ai primi posti secondo questa metrica (3,26 Dl al mese l’esecutivo Draghi, 3,18 il Conte II). Mentre al terzo troviamo il governo Letta (2,78). Vai all’articolo.

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le leggi di conversione di decreti approvate dal parlamento durante il governo Draghi. Un altro modo per valutare l’incidenza dei decreti legge sull’attività del parlamento è l’analisi della percentuale di leggi di conversione approvate rispetto al totale. In questo caso possiamo osservare che il 32,2% delle leggi approvate durante il governo Draghi è una conversione di decreto (47 su 146 leggi totali). Tale valore è del del 34,7% per il governo Conte II (34 su 99) e del 34,3% per il Conte I (22 su 69). Il dato più elevato in assoluto è quello del governo Letta (52,4%). Vai al grafico.

27,4%

la percentuale di decreti legge presentati dal governo Draghi che non sono stati convertiti in tempo dal parlamento. A causa dell’eccesso di decreti legge negli ultimi anni le camere spesso non sono state in grado di rispettare la scadenza dei 60 giorni. Durante il governo Draghi ad esempio, sono stati ben 17 i Dl che non sono stati convertiti in tempo. Dato che pone l’esecutivo uscente al primo posto tra quelli delle ultime legislature, sia per quanto riguarda il numero assoluto di decreti legge non convertiti che per rapporto percentuale rispetto a tutti i decreti legge pubblicati. Al secondo posto troviamo il governo Conte II (12 decreti legge decaduti, pari al 22,2% del totale). Per quanto riguarda il rapporto percentuale, al terzo posto troviamo l’esecutivo Gentiloni (20%). In valori assoluti invece c’è il governo Berlusconi IV (11). Vai al grafico.

100%

i decreti legge del governo Draghi non convertiti in tempo ma “salvati” da altre leggi. Quando il parlamento si rende conto di non riuscire a convertire in tempo un decreto, può decidere di abrogarlo e di “salvare” le norme giuridiche in esso contenute. È quanto avvenuto a tutti i decreti del governo uscente che non sono stati convertiti in tempo dal parlamento. Si parla in questo caso di “decreti minotauro”, una pratica non molto corretta e che sarebbe auspicabile evitare. Vai all’articolo.

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