Un nuovo giudice e un nuovo presidente per la corte costituzionale Mappe del potere

Con la fine del mandato del presidente Giancarlo Coraggio il consiglio di stato ha eletto un nuovo giudice alla corte costituzionale, Filippo Patroni Griffi, mentre la corte stessa ha eletto il suo nuovo presidente, Giuliano Amato.

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Il 28 gennaio si è concluso il mandato di Giancarlo Coraggio presso la corte costituzionale. Dato che il suo nome era stato indicato, nel 2013, dal consiglio di stato è toccato sempre a quest’organo eleggere il suo sostituto. La decisione è ricaduta su Filippo Patroni Griffi, che in quel momento presiedeva il consiglio di stato stesso.

Ma Coraggio era anche il presidente della consulta. Per questa ragione gli altri componenti della corte, una volta cessato il suo incarico, hanno dovuto eleggere un sostituto, ovvero Giuliano Amato, che già ricopriva il ruolo di vicepresidente.

Un nuovo giudice nel plenum

Filippo Patroni Griffi è stato eletto giudice costituzionale dal consiglio di stato il 15 dicembre 2021. Il giuramento e l’entrata in carica però sono avvenute il successivo 29 gennaio, dopo la conclusione ufficiale del mandato di Giancarlo Coraggio.

La corte è composta da 15 giudici. Cinque sono scelti dal presidente della repubblica, 5 dal parlamento, 3 dalla corte di cassazione, 1 dal consiglio di stato e 1 dalla corte dei conti. Vai a "Cos’è la corte costituzionale e di cosa si occupa"

Come accennato prima di ricevere questo incarico Patroni Griffi presiedeva il consiglio di stato, organo di cui faceva parte dal 1985.

Negli anni però Patroni Griffi ha avuto modo di ricoprire molti, diversi incarichi anche nelle istituzioni di governo, sia come dirigente amministrativo, sia come ministro o sottosegretario.

Le carriere del nuovo giudice e del nuovo presidente della corte si erano già incontrate negli anni ’90 quando Amato nominò Patroni Griffi suo capo di gabinetto.

Negli anni ’90 ha ricoperto il ruolo di capo dell’ufficio legislativo per 4 ministri per la funzione pubblica: Franco Bassanini (primo governo Prodi), Giovanni Motzo, Franco Frattini (entrambi primo governo Dini) e Sabino Cassese (governo Ciampi). Proprio Giuliano Amato, che oggi presiede la corte di cui Patroni Griffi è appena diventato membro, lo ha invece nominato capo di gabinetto quando ricopriva il ruolo di ministro per le riforme istituzionali nel primo governo D’Alema.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 1 Febbraio 2022)

Alcuni anni dopo (2006), il presidente del consiglio Romano Prodi gli conferì l'incarico di capo del dipartimento affari giuridici e legislativi della presidenza del consiglio, mentre nel 2008 (quarto governo Berlusconi) il ministro per la funzione pubblica Renato Brunetta lo scelse come suo capo di gabinetto.

Nel corso di questo periodo dunque Filippo Patroni Griffi è stato nominato in importanti funzioni amministrative da politici di diverso orientamento, sempre in posizioni più o meno direttamente afferenti alla gestione della pubblica amministrazione.

Dopo vari ruoli amministrativi con governi di diverso colore, Patroni Griffi ha ricoperto incarichi politici in 2 esecutivi di larghe intese.

Non stupisce quindi che con la nascita del governo di larghe intese guidato dal senatore Mario Monti, proprio Patroni Griffi sia stato scelto come ministro della pubblica amministrazione e della semplificazione.

Nel governo successivo, questa volta guidato da un politico, Enrico Letta, ma comunque sostenuto da una maggioranza larga, il presidente del consiglio gli conferì invece l'incarico di sottosegretario alla presidenza del consiglio con funzione di segretario del consiglio dei ministri.

La carriera di Giuliano Amato

Quando a fine 2020 Giancarlo Coraggio è stato eletto presidente della corte costituzionale, tra i suoi primi atti c'è stato quello di confermare l'incarico di vicepresidente a Giuliano Amato, senza nominarne altri.

Rimasto l'unico con questo titolo, non è stata una sorpresa che la consulta abbia scelto proprio Amato come successore di Coraggio.

Prima di essere nominato giudice della corte costituzionale, Amato aveva attraversato una lunga carriera sia accademica, come professore di diritto costituzionale, che politica ricoprendo ruoli di altissimo profilo in molti dei governi che si sono susseguiti a cavallo tra la prima e la seconda repubblica.

9 i governi di cui ha fatto parte Giuliano Amato, come sottosegretario, ministro, vice presidente del consiglio o presidente del consiglio.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 1 Febbraio 2022)

I primi incarichi di governo di Amato sono stati quelli di sottosegretario alla presidenza del consiglio con funzioni di segretario del consiglio dei ministri, nei due governi Craxi.

Negli anni successivi Amato è stato ministro delle riforme istituzionali (primo governo D'Alema), ministro del tesoro (governi Goria, De Mita e entrambi i governi D'Alema), ministro dell'interno (secondo governo Prodi), vicepresidente del consiglio (governo Goria) e 2 volte presidente del consiglio.

Molti importanti incarichi politici dunque, a cui ne andrebbero aggiunti altri come quelli da parlamentare e da presidente dell'autorità garante per la concorrenza e il mercato. Non stupisce quindi che il suo nome sia stato tra quelli di cui si è parlato nelle scorse settimane rispetto al dibattito sulla nomina del nuovo presidente della repubblica.

Il giudice Amato e la nomina a presidente

Giuliano Amato è stato nominato giudice costituzionale dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano nel 2013. Da quel momento ha redatto numerose decisioni, tra cui alcune molto importanti. Tra queste la sentenza sulla trasmissione ai figli del cognome materno, quella con cui è stata eliminata la necessità di interventi chirurgici per la rettifica anagrafica del genere e quella con cui è stato esteso agli stranieri l’accesso al servizio civile.

171 le decisioni redatte da Giuliano Amato dal momento della sua nomina a giudice costituzionale (2013) a oggi.

Giudice semplice per 7 anni Amato è stato nominato vicepresidente della corte dal presidente Mario Rosario Morelli a settembre 2020 e poi confermato da Giancarlo Coraggio.

Con la sua elezione a presidente, decisa dalla corte all'unanimità, Amato diventa quindi il diciannovesimo presidente della corte costituzionale ad essere stato nominato giudice dal presidente della repubblica. Si conferma dunque la tendenza, che già avevamo sottolineato, per cui i giudici che più di frequente accedono alla carica di presidente sono quelli indicati dal Quirinale.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 3 Febbraio 2022)

La sua comunque non sarà una presidenza lunga, a settembre infatti scadrà il mandato di Amato presso la consulta.

7 mesi il periodo in cui resterà in carica Giuliano Amato come presidente della consulta.

Un periodo breve dunque, anche se non si tratta di un fenomeno insolito. Il presidente della corte è eletto per 3 anni e il mandato è rinnovabile una volta. Tuttavia è prassi ormai consolidata che il presidente sia eletto a fine mandato e che dunque cessi il suo periodo presso la corte prima che siano trascorsi 3 anni. Inoltre nella storia della consulta non mancano casi in cui i presidenti sono stati eletti solo per pochi mesi.

È tuttavia da considerare che negli anni la durata in carica dei presidenti si è via via ridotta. Fino agli anni '80 infatti i presidenti rimanevano in carica in media un po' più di 2 anni. A partire dagli anni '90 invece questo dato si è assestato intorno all'anno.

Pur essendo solo agli inizi degli anni '20 poi, ad oggi emerge un'ulteriore riduzione dei tempi di questa carica (poco meno di 8 mesi). Dal 2020 ad oggi infatti sono già stati nominati 3 presidenti della corte e visto che Amato cesserà l'incarico a settembre, entro la fine del 2022 ne sarà nominato un quarto.

Il presidente è considerato primus inter pares e il suo voto vale come quello degli altri giudici, eccetto in casi di parità. È eletto a maggioranza assoluta, con eventuale ballottaggio, per tre anni. Il mandato sarebbe rinnovabile, tuttavia accade spesso che un presidente non termini neanche il primo mandato, visto che solitamente la scelta ricade tra uno dei membri più anziani.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 3 Febbraio 2022)

I vicepresidenti

Il primo atto del nuovo presidente è stato quello di nominare 3 vicepresidenti: Daria De Pretis, Silvana Sciarra e Nicolò Zanon.

2 su 3 le donne nominate vice presidenti della corte costituzionale da Giuliano Amato.

Si tratta di un elemento importante per la dinamica di genere all'interno della corte. Innanzitutto perché i vicepresidenti hanno un ruolo importante, sostituendo, tra le altre cose, il presidente nelle sue funzioni in caso di assenza. Ma anche perché la maggior parte dei presidenti della consulta, storicamente, hanno prima ricoperto la carica di vicepresidente.

64,52% la quota di presidenti della corte costituzionale che prima di ricevere questo incarico erano stati nominati vicepresidenti, a partire dagli '90.

Inoltre, per quanto non si tratti di un passaggio obbligato, gli ultimi 5 presidenti hanno seguito proprio questo percorso.

A decidere sul suo presidente ovviamente è solo la corte. Tuttavia la nomina di 2 donne a vice presidente lascia intendere la possibilità che a breve possa essere replicato il precedente di Marta Cartabia, prima donna a essere eletta presidente della corte costituzionale.

Foto: Quirinale

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