Come cambia la corte costituzionale Nomine

Finito il mandato di Marta Cartabia e di un altro giudice, due nuovi componenti entrano a far parte della corte costituzionale. Intanto Mario Rosario Morelli è stato eletto presidente, anche se il suo sarà un mandato breve.

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A metà settembre è scaduto il mandato di due giudici costituzionali: Aldo Carosi, vice presidente della corte, e Marta Cartabia, prima donna a presiedere la consulta.

Il 15 settembre il presidente della repubblica ha quindi ufficialmente conferito l’incarico ai due nuovi giudici Angelo Buscema e Emanuela Navarretta.

Il primo compito del nuovo plenum è stato quello di eleggere un nuovo presidente e la scelta è ricaduta su Mario Rosario Morelli. Il suo però sarà un mandato breve e tra meno di tre mesi si dovrà procedere alla nomina di un nuovo presidente.

I nuovi giudici costituzionali

I giudici della corte costituzionale sono 15 e durano in carica 9 anni. Un terzo dei giudici è nominato direttamente dal presidente della repubblica, un terzo è eletto dal parlamento e un terzo dalle alte magistrature. La nomina di questi ultimi inoltre è suddivisa tra la corte di cassazione (che ne nomina 3), il consiglio di stato (1) e la corte dei conti (1).

Terminato l’incarico di Marta Cartabia e Aldo Carosi è stato compito degli organi che li avevano eletti indicare due nuovi giudici costituzionali.

Aldo Carosi prima di diventare giudice era stato consigliere della corte dei conti, ed è dunque a quest’organo che è toccato eleggere il suo sostituto.

Buscema è il primo presidente della corte dei conti ad entrare a far parte della corte costituzionale.

La scelta è ricaduta su Angelo Buscema, che fino a quel momento ricopriva l’incarico di presidente della corte dei conti stessa. Al contrario di quello che si potrebbe pensare il passaggio di un presidente della corte dei conti alla corte costituzionale è tutt’altro che una prassi. In realtà Buscema è il primo ad aver ricoperto entrambi questi incarichi di prestigio.

La presidente Marta Cartabia invece era stata nominata nel 2011 dall’allora presidente della repubblica Giorgio Napolitano. È quindi toccato a Sergio Mattarella scegliere come nuova giudice Emanuela Navarretta, professoressa di diritto privato all’università di Pisa.

Il fatto che la scelta del colle sia ricaduta su una donna non è casuale. Si tratta infatti dell’ennesima conferma di come il Quirinale rimanga l’organo più attento all’equilibrio di genere tra i membri della corte.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 25 Settembre 2020)

Delle 3 donne che fanno attualmente parte della corte infatti 2 sono state nominate dal presidente della repubblica e una dal parlamento, Silvana Sciarra.

Per il parlamento tuttavia si trattava del primo caso di questo tipo, mentre in precedenza la scelta era sempre ricaduta su degli uomini.

Complessivamente invece il Quirinale ha nominato 5 donne a giudice della corte, la prima a metà degli anni '90. Inoltre delle ultime 6 nomine fatte dal colle la metà sono state attribuite a donne.

6 le donne che nel tempo sono entrate a far parte della corte costituzionale. Tra queste, 5 sono state nominate dal presidente della repubblica.

Le alte magistrature invece ad oggi hanno conferito questo incarico solo a degli uomini, confermando come per le donne resti più difficile accedere alle più alte cariche della magistratura.

Le presidenze brevi della corte costituzionale

La prima presidenza al femminile della corte costituzionale non ha avuto una lunga durata. Cartabia infatti è rimasta in carica appena 9 mesi. Non si tratta tuttavia di un eccezione. Infatti nella storia dell'istituzione quasi la metà dei presidenti sono stati in carica meno di un anno e in 8 casi meno di 6 mesi.

45,2% dei presidenti della corte costituzionale sono stati in carica meno di 1 anno.

Ad essere nominato presidente della corte al posto di Cartabia è stato Mario Rosario Morelli, già presidente della corte di cassazione e giudice della consulta dalla fine del 2011. La sua durata in carica dunque sarà decisamente breve, non arrivando a toccare i tre mesi.

Nei primi decenni di funzionamento della corte, i presidenti tendevano a rimanere in carica per periodi più lunghi. A partire dagli anni novanta invece la durata in carica dei presidenti della corte si è notevolmente ridotta assestandosi in media intorno a un anno.

Il presidente è considerato primus inter pares e il suo voto vale come quello degli altri giudici, eccetto in casi di parità. È eletto a maggioranza assoluta, con eventuale ballottaggio, per tre anni. Il mandato sarebbe rinnovabile, tuttavia accade spesso che un presidente non termini neanche il primo mandato, visto che solitamente la scelta ricade tra uno dei membri più anziani.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 24 Settembre 2020)

Tempistiche così brevi comportano in sostanza che oltre 1/3 dei giudici della corte a un certo punto del loro mandato hanno ricoperto l'incarico di presidente.

36,21% la quota di giudici costituzionali che sono poi diventati presidenti della corte.

Certo si potrebbe pensare che una prassi di questo tipo sia legata ai privilegi attribuiti al presidente, che in questo modo vengono distribuiti tra un maggior numero di giudici. Secondo un altra interpretazione invece questa prassi sarebbe legata alla volontà di mantenere più coesa la corte, evitando protagonismi e ambizioni dei singoli componenti.

Foto Credit: Quirinale

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