L’assistenza agli alunni con disabilità nella scuola italiana #conibambini

L’inclusione degli studenti con disabilità è legata anche all’offerta di figure di supporto. In crescita gli insegnanti di sostegno, ma non sempre con formazione specifica. Permangono divari territoriali nella presenza di assistenti all’autonomia e alla comunicazione.

|

Partner

In Italia gli alunni con disabilità rappresentano il 3,6% degli iscritti a scuola, in base ai dati recentemente rilasciati dall’istituto di statistica, relativi all’anno scolastico 2020/21.

Parliamo di oltre 300mila bambini e ragazzi, un numero in costante crescita negli ultimi anni: erano il 2,7% degli studenti nel 2014/15 mentre oggi si avvicinano alla soglia del 4%.

L’elaborazione include le scuole di infanzia, primarie, secondarie di I e II e secondo grado. Il dato 2020/21 è provvisorio, perché non sono ancora inclusi i dati relativi agli alunni con disabilità per la provincia di Bolzano.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur e Istat
(ultimo aggiornamento: mercoledì 12 Gennaio 2022)

Tale crescita nel tempo testimonia anche l'impegno verso una maggiore inclusione da parte del sistema educativo. Da un lato sono oggi più frequenti le diagnosi di disabilità, dall'altro - sulla scorta delle richieste di assistenza da parte delle famiglie - anche la risposta delle istituzioni educative viene sollecitata.

Questa dinamica è il risultato della maggiore attenzione nel diagnosticare e certificare la condizione di disabilità tra i giovani, dell’aumento della domanda di assistenza da parte delle famiglie e della crescente sensibilità del sistema di istruzione ordinaria verso il tema dell’inclusione scolastica.

La centralità delle politiche per l'inclusione

La sfida per la scuola e per tutta la comunità educante è quindi riuscire a includere nel percorso scolastico ragazze e ragazzi disabili, portatori di bisogni educativi specifici che variano in base alla loro condizione.

+4.000 gli studenti con disabilità tra l'anno scolastico 2019/20 e quello 2020/21.

I dati degli ultimi anni, come abbiamo già avuto modo di approfondire, mostrano una crescita dei disturbi dello sviluppo (dal 17% degli studenti con disabilità nel 2013/14 a 26,4% del 2018/19) e di quelli dell'attenzione e comportamentali (vicini al 20%).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: giovedì 6 Febbraio 2020)

L'inclusione poggia su una pluralità di interventi e politiche.

Rispondere alle necessità di bambini e ragazzi con disabilità comporta quindi una serie di politiche diverse. A partire dalla trasformazione dell'edilizia scolastica, seguendo l'approccio del design universale. Si tratta del principio per cui già in fase di progettazione edifici, spazi e arredi vengono pensati per la fruibilità da parte di tutti. Ovvero l'opposto di progettare in funzione di chi non ha una disabilità, per poi successivamente riadattare gli spazi ad hoc.

Un'altra questione cruciale è inoltre quella del diritto alla mobilità e della disponibilità di trasporti dedicati. Un tema che è strettamente connesso a quello del diritto all'autonomia dei disabili.

42,4% gli edifici scolastici statali che dispongono di un servizio di trasporto dedicato agli alunni con disabilità.

Accanto a quelli citati, uno degli aspetti imprescindibili per la piena inclusione scolastica è la presenza di assistenti all'autonomia e di insegnanti di sostegno. Figure professionali dedicate al supporto nella didattica e nella comunicazione con gli insegnanti e i compagni di classe.

Attraverso i dati, approfondiamo perché la loro presenza è così importante e quanto varia sul territorio nazionale.

In crescita gli insegnanti di sostegno, ma non sempre con formazione specifica

I docenti di sostegno sono il vero e proprio fulcro del percorso di inclusione. Vengono assegnati alla classe dell'alunno disabile e, insieme agli altri insegnanti, elaborano la programmazione didattica per l'allievo e per la classe. Un compito delicato per cui la legge 244/2007 ha stabilito un numero minimo da garantire nelle scuole.

il numero dei posti degli insegnanti di sostegno (...) in modo da non superare un rapporto medio nazionale di un insegnante ogni due alunni diversamente abili

La soglia limite dei 2 alunni per insegnante è rispettata in tutto il paese, con un rapporto medio di 1,4 alunni per docente. Gli insegnanti di sostegno sono 191mila, un dato in crescita di circa 8mila docenti rispetto all'anno scolastico precedente.

+4,4% l'aumento di insegnanti di sostegno tra l'anno scolastico 2019/20 e quello 2020/21.

Parliamo quindi di una crescita doppia rispetto all'aumento di alunni disabili, che porta il rapporto attuale a essere migliore rispetto a quanto prescritto dalla legge. Tuttavia oltre un terzo degli insegnanti di sostegno sono stati selezionati per l'anno in esame attraverso le liste curricolari. Si tratta perciò di docenti non specializzati e che quindi non dispongono di una formazione specifica.

33,6% gli insegnanti per il sostegno selezionati dalle liste curricolari nell'anno scolastico 2020/21.

La carenza di figure specializzate riguarda soprattutto le regioni settentrionali, dove la quota media sale fino al 44,3%. Con punte superiori al 45% in Toscana, Lombardia e Piemonte.

Quando selezionati dalle liste curricolari, gli insegnanti per il sostegno non dispongono di una formazione specifica. Si tratta di personale selezionato per sopperire alla carenza di figure specializzate. Il dato relativo alla provincia autonoma di Bolzano è rilevato dall’istituto provinciale di statistica (Astat).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: mercoledì 12 Gennaio 2022)

Un insegnante di sostegno su 5 in media viene assegnato in ritardo.

Il fenomeno incide meno nel mezzogiorno, dove comunque rappresenta il 19,7% dei docenti di sostegno.

Altro aspetto di rilievo è la percentuale di insegnanti assegnati in ritardo: in media il 20,4% dei docenti di sostegno non era stato ancora assegnato al 10 ottobre 2020. Una quota che supera un insegnante su 4 in Liguria (33,6%), Lombardia (28,9%), Lazio (27,6%), Veneto (25,7%), Umbria (25,6%) e Sardegna (25,4%).

Nel mezzogiorno meno assistenti all'autonomia

Quella dell'assistente all'autonomia e alla comunicazione è una figura professionale altrettanto importante. Il suo ruolo è coadiuvare l'attività dell'insegnante di sostegno, in particolare nelle relazioni tra il bambino e i compagni di classe e nella partecipazione alle attività della scuola.

Un compito essenziale per lo sviluppo del minore, della sua socialità e del diritto all'autonomia, la cui erogazione, come previsto dalla legge 104/1992, è in capo agli enti locali.

Nelle scuole di ogni ordine e grado, fermo restando (...) l'obbligo per gli enti locali di fornire l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali, sono garantite attività di sostegno mediante l'assegnazione di docenti specializzati.

Anche per questa ragione, la loro presenza varia fortemente sul territorio nazionale. Rispetto a una media italiana di 4,6 alunni disabili per assistente, nel mezzogiorno il rapporto sale a 5,4. Dati migliori nell'Italia centrale (4,1) e settentrionale (4,3).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: mercoledì 12 Gennaio 2022)

Nella classifica spiccano due regioni del sud continentale, Campania e Molise, dove il rapporto tra alunni e assistenti raggiunge rispettivamente la quota di 15,7 e di 9,9 studenti per assistente. Poco sotto soglia 10 tuttavia si trovano anche regioni del nord, come Veneto (8) e Liguria (7,2).

2,9 alunni per ciascun assistente all'autonomia nella Marche. Si tratta del rapporto migliore in Italia nell'a.s. 2020/21.

L'offerta più ampia invece si registra nelle Marche (2,9) e in Lombardia (3,2). Si attestano poco sopra anche Sicilia, Abruzzo e le due province autonome di Bolzano e Trento, tutte con 3,4 alunni per assistente all'autonomia e alla comunicazione.

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati utilizzati sugli alunni con disabilità sono di fonte Istat, Miur e Astat.

Foto: DFID - UK Department for International Development - Licenza

PROSSIMO POST