I cambi di gruppo in parlamento nel 2021 Valzer parlamentare

L’anno che sta per concludersi è stato molto intenso. Diversi riposizionamenti sono da attribuire alla caduta del governo Conte II ma il fenomeno, che non si è mai arrestato del tutto, acquista importanza anche in vista delle elezioni per il Quirinale.

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Quello che ci stiamo per lasciare alle spalle è stato un anno particolarmente intenso per quanto riguarda il fenomeno dei cambi di gruppo in parlamento. Nonostante l’emergenza coronavirus – con la conseguente interruzione delle attività parlamentari – infatti il 2021 è stato l’anno in cui se ne è verificato il maggior numero dall’inizio della legislatura.

126 i cambi di gruppo avvenuti nel 2021.

Questo dato è in parte attribuibile alla crisi di governo iniziata alla fine del 2020 e che ha portato alla dimissioni di Giuseppe Conte e all’arrivo a palazzo Chigi di Mario Draghi. La scelta del Movimento 5 stelle di entrare nella nuova maggioranza di unità nazionale in particolare non fu apprezzata da una parte dei suoi esponenti che decisero di lasciare i gruppi parlamentari (o furono espulsi per non aver votato la fiducia al governo).

Ma la crisi di governo non è stato l’unico evento ad aver “provocato” una notevole quantità di cambi di gruppo. A maggio ad esempio la nascita della nuova formazione di centro Coraggio Italia ha portato ad una nuova significativa serie di riposizionamenti.

Dopo una fase autunnale abbastanza stabile si sta registrando infine una nuova ripresa del fenomeno. Tra le motivazioni di questa dinamica potrebbe esserci anche la prossima elezione del presidente della repubblica. Da un lato infatti i partiti stanno cercando di ottenere il maggior peso possibile in vista delle votazioni. Dall’altro deputati e senatori potrebbero volere un candidato diverso rispetto a quello indicato dal gruppo.

In aggiunta, occorre sottolineare che nelle ultime settimane il senato ha annullato l’elezione di due suoi esponenti a causa di errori e irregolarità nel conteggio dei voti. Episodi che potrebbero portare a ulteriori cambiamenti nei rapporti di forza tra i gruppi.

I cambi di gruppo dal 2018 a oggi

Come già accennato, la XVIII legislatura si è caratterizzata finora per 3 spartiacque principali: la nascita dell’esecutivo Conte II, l’emergenza legata al coronavirus e, da ultimo, la formazione del governo Draghi. Dal 2018 a oggi i cambi di gruppo in totale sono stati 274, per una media di 6,2 al mese.

I gruppi rappresentano la proiezione dei partiti all’interno del parlamento. Ogni parlamentare deve aderire ad un gruppo ma può scegliere a quale senza vincoli. E può anche cambiare liberamente nel corso della legislatura. Vai a "Che cosa sono i gruppi parlamentari"

Alla camera i deputati coinvolti sono stati 141 per un totale di 180 cambi di gruppo. A palazzo Madama invece i riposizionamenti sono stati 94 e hanno visto protagonisti 68 senatori.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 17 Dicembre 2021)

Il 2021 è stato l’anno in cui questo fenomeno si è verificato più spesso. Da gennaio a oggi infatti i cambi di appartenenza sono stati complessivamente 126. Più del doppio rispetto a tutti quelli avvenuti nell’anno precedente (58) e una quota significativamente più alta anche rispetto a quanto avvenuto nel 2019 (72), altro anno caratterizzato da una crisi di governo.

46% i cambi di gruppo avvenuti nel 2021 rispetto al totale della legislatura.

Lo stato di salute dei gruppi parlamentari

L’analisi dei cambi di gruppo nel lungo periodo evidenzia come Movimento 5 stelle, Forza Italia e Partito democratico siano le forze politiche maggiormente danneggiate dal fenomeno. Sebbene infatti sostanzialmente tutti i gruppi parlamentari abbiano registrato nel tempo movimenti sia in entrata che in uscita, questi tre partiti sono gli unici che ad oggi hanno visto una riduzione dei propri ranghi rispetto ai seggi scaturiti dalle elezioni del 2018.

Lega e Fdi i gruppi presenti alle elezioni che si sono ingranditi rispetto al 2018.

Dall’inizio della legislatura il M5s ha perso complessivamente 96 parlamentari tra camera e senato (molti di essi però sono stati espulsi), Forza Italia 38, mentre il Pd 31. Escludendo il caso particolare del misto, i gruppi che hanno beneficiato del fenomeno sono stati Italia viva (Iv) di Matteo Renzi (+42) e Coraggio Italia (Ci) di Giovanni Toti e Luigi Brugnaro (+22). In entrambi i casi però si tratta di gruppi formatisi a legislatura iniziata. È quindi fisiologico per queste formazioni registrare un saldo positivo tra gli ingressi e gli abbandoni.

Analizzando invece le forze che hanno partecipato al confronto elettorale del 2018 possiamo osservare che Lega e Fratelli d’Italia hanno beneficiato del fenomeno. Tale dinamica può essere almeno in parte attribuita anche all’alto gradimento che questi due partiti - Carroccio prima, Fdi in seguito - hanno riscosso secondo i sondaggi. Nel caso del partito di Salvini i deputati “conquistati” sono stati 6 mentre i senatori 5. Nel caso della formazione di Giorgia Meloni invece gli ingressi sono 9 (6 alla camera e 3 al senato).

FONTE: dati ed elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 17 Dicembre 2021)

+69 l’aumento di membri del gruppo misto dall’inizio della legislatura a dicembre 2021.

Focalizzandoci sugli avvenimenti degli ultimi mesi però possiamo notare alcune dinamiche divergenti rispetto al contesto fin qui descritto. Ad esempio, da settembre Forza Italia e Partito democratico hanno recuperato un seggio ciascuno. Dall’altro lato invece si conferma la “diaspora” nel Movimento 5 stelle che nel periodo considerato ha perso altri 2 esponenti. Significativa anche l'inversione di tendenza che ha caratterizzato 2 dei gruppi nati a legislatura in corso. Negli ultimi 4 mesi infatti sia Iv che Ci hanno perso due componenti ciascuno.

Il grafico mostra la variazione nella consistenza dei gruppi parlamentari rispetto ad agosto 2021. Non sono mostrati i gruppi di Lega, Fratelli d’Italia, Liberi e uguali (camera) e Per le autonomie (senato) la cui consistenza nel periodo considerato è rimasta invariata.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 17 Dicembre 2021)

Anche in questo caso il consenso elettorale potenziale descritto dai sondaggi potrebbe aver giocato un ruolo importante. Questi abbandoni infatti potrebbero forse essere interpretati come il segno che i due progetti non sono riusciti ad attecchire nel paese - almeno per il momento - nel paese. E hanno probabilmente deluso le attese di chi aveva lasciato il proprio gruppo originario per intraprendere un percorso diverso.

I cambi di gruppo nel dettaglio

Analizzando più nel dettaglio i cambi di gruppo avvenuti tra settembre e dicembre 2021 possiamo osservare come questi siano stati 8 in totale. Nel periodo considerato si sono registrati due nuovi ingressi in Forza Italia. Il primo è stato quello di Gianluca Rospi, che aveva iniziato la legislatura nel Movimento 5 stelle ed è poi transitato dal gruppo misto e da Coraggio Italia. L’altro ingresso nel gruppo azzurro è stato invece quello di Alessandro Sorte, rientrato in Fi dopo aver aderito al gruppo misto.

Due ingressi anche per quanto riguarda il misto. Il primo è quello di Giovanni Vianello, ennesimo esponente ad aver abbandonato il M5s. L’altro riguarda invece Claudio Pedrazzini. Il deputato lombardo ha lasciato da Coraggio Italia dopo che aveva iniziato la legislatura in Fi. L’ultimo cambio per quanto riguarda la camera è quello di Francesco Scoma che ha lasciato Iv per passare alla Lega. Anche Scoma aveva iniziato la legislatura nel gruppo di Forza Italia.

La mappa mostra tutti i passaggi di gruppo effettuati dai parlamentari nel corso del 2021. Non sono conteggiati i passaggi di componente interni al gruppo misto.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 17 Dicembre 2021)

52 i parlamentari autori di più di un cambio di gruppo nella XVIII legislatura.

Sono stati 3 invece i cambi di gruppo registrati al senato. Il primo è quello di Rosellina Sbrana, passata dalla Lega al gruppo misto. Anche qui poi si registrano alcuni abbandoni in Italia Viva. Il primo è quello di Leonardo Grimani, passato al gruppo misto. L’altro abbandono è quello di Valeria Sudano approdata alla Lega. Entrambi i senatori avevano iniziato la legislatura nel Partito democratico. Sotto questo profilo quindi il passaggio della senatrice siciliana a una formazione di destra risulta particolarmente significativo. Anche in vista delle elezioni per il Quirinale. Dove centrodestra e centrosinistra da soli non hanno i numeri per eleggere il successore di Sergio Mattarella.

I casi Minuto e Cario

Un ultimo elemento interessante riguarda i casi dei senatori Anna Carmela Minuto e Adriano Cario. Già in un precedente approfondimento avevamo ricostruito la situazione di palazzo Madama. Qui infatti, nonostante la legislatura sia entrata nella sua fase conclusiva, non sono ancora stati proclamati ufficialmente i 193 senatori eletti nei collegi proporzionali.

Ciò a causa dei ricorsi presentati da alcuni dei candidati risultati non eletti a causa - a loro dire - di errori o irregolarità nel conteggio dei voti. Una situazione molto critica che anche autorevoli studiosi hanno auspicato possa risolversi prima delle elezioni per il presidente della repubblica.

In senato si stanno affrontando le questioni legate alle contestazioni del risultato elettorale.

Nelle ultime settimane l’aula del senato ha iniziato ad occuparsi della questione. Nella seduta del 2 dicembre infatti è stata dichiarata nulla l’elezione della senatrice Minuto, con il suo seggio riassegnato a Michele Boccardi. Stessa sorte anche per il senatore Cario, eletto nella circoscrizione estero-America meridionale. In questo caso l’esito delle urne è stato annullato per l’accertata presenza di brogli elettorali. Nella seduta del 16 dicembre la giunta per le elezioni del senato ha riassegnato il suo seggio a Fabio Porta, candidato in quota Pd.

2 le elezioni annullate in senato a dicembre 2021.

Nella stessa seduta inoltre è stato deliberato anche l'annullamento dell'assegnazione del seggio a Vincenzo Carbone (eletto con Fi ma poi passato a Italia viva). La sua elezione era stata contestata dal primo dei senatori non eletti nello stesso collegio, il presidente della Lazio calcio Claudio Lotito che adesso potrebbe quindi fare il suo ingresso a palazzo Madama. Queste ultime 2 deliberazioni dovranno però essere confermate dal voto dell’aula.

Foto credit: Facebook - Claudio Pedrazzini

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