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I dati ufficiali Ocse al momento arrivano solo fino al 2019. Tuttavia le leggi di bilancio per il 2020 e per il 2021 ci forniscono già informazioni utili sugli stanziamenti previsti in questo settore nei prossimi anni. Informazioni che tuttavia devono essere lette con occhio critico.

Le leggi di bilancio per il 2020 e il 2021

La legge 125/2014 prevede che il ministero dell’economia e delle finanze (Mef) proponga ogni anno in sede di legge di bilancio, una tabella in cui sono indicati tutti gli stanziamenti destinati alla cooperazione da ciascun ministero.

Mettendo in rapporto gli stanziamenti complessivi previsti in questa tabella con le stime del Pil indicate nell’ultima nota di aggiornamento al Def è possibile stimare il rapporto Aps/Rnl (più precisamente Aps/Pil) per gli anni 2020-2023. Ovviamente anche le stime sul Pil hanno un grado di incertezza, che aumenta a seconda di quanto si spinge avanti nel tempo la previsione. Un ragionamento sempre valido ma da tenere presente a maggior ragione in una fase di grande incertezza dovuta alla pandemia.

In ogni caso resta il fatto che, con i dati ad oggi disponibili, il nostro paese arriverebbe nel 2020 molto vicino (0,29% Aps/Rnl) al traguardo previsto, per poi raggiungerlo l’anno successivo. Se così fosse sarebbe certamente un’ottima notizia tuttavia, come abbiamo avuto occasione di verificare in più approfondimenti, si tratta di previsioni poco credibili.

FONTE: Elaborazione openpolis su dati Ocse e Mef (Bilancio finanziario e NaDef)
(ultimo aggiornamento: martedì 23 Febbraio 2021)

Infatti nella tabella proposta dal Mef dovrebbero essere indicati fondi che possono poi essere rendicontati come cooperazione secondo i criteri e le regole Ocse. Ma mentre gli altri ministeri riportano cifre che successivamente risultano confermate dai dati Ocse, il ministero dell'interno, da alcuni anni, inserisce in questa sede importi sistematicamente sovradimensionati.

Nella legge di bilancio il ministero dell'interno indica come cooperazione l'intero importo sostenuto per l'accoglienza dei migranti. Le regole Ocse Dac tuttavia permettono di rendicontare come Aps solo una parte di questa spesa. Vai a "Che cos’è il capitolo di spesa “rifugiati nel paese donatore”"

I fondi che il ministero dell'interno destina al settore della cooperazione riguardano quasi integralmente l'accoglienza dei migranti in Italia. Una spesa che viene qui indicata per intero, nonostante sia ben noto che solo una parte di questa può essere rendicontata come cooperazione.

Per quanto riguarda i fondi per il 2019, ad esempio, il ministero dell'interno indicava nella legge di bilancio una spesa pari a 1 miliardo e 600 milioni. Per quello stesso anno tuttavia l'Ocse ha rendicontato appena 397 milioni per i rifugiati nel paese donatore.

-76,23% la variazione tra gli importi previsti dal ministero dell'interno per la voce rifugiati nel paese donatore nel 2019 e quelli effettivamente rendicontati dall'Ocse.

Le previsioni per i prossimi anni

Quali che siano le ragioni per cui il ministero dell'interno, e solo il ministero dell'interno, continui a indicare cifre così fuori misura, l'effetto è chiaramente quello di fornire un'informazione fuorviante e sbagliata. E questo non è solo un problema di trasparenza nei confronti dell'opinione pubblica, ma anche democratico. Infatti è su quei dati che si basano deputati e senatori nel corso dei lavori parlamentari sulla legge di bilancio.

Considerando stabili i fondi destinati ai rifugiati, le stime sull'Aps nei prossimi anni calano drasticamente.

Proprio per superare questo problema abbiamo quindi ipotizzato che per gli anni 2020-2023 i fondi destinati alla voce di spesa "rifugiati nel paese donatore" siano equivalenti a quelli rendicontati dall'Ocse per il 2019, ovvero circa 397 milioni di euro.

Una proiezione di questo tipo cambia drasticamente le prospettive. Calcolato in questo modo infatti il rapporto Aps/Rnl per il 2020 passerebbe dallo 0,29 allo 0,22%, rimanendo quindi invariato rispetto al dato ufficiale sul 2019.

0,24% il rapporto Aps/Rnl previsto per il 2021 se gli importi destinati ai rifugiati nel paese donatore risulteranno equivalenti a quelli indicati da Ocse per il 2019.

Nel 2021 poi si verificherebbe una crescita, che tuttavia ci porterebbe solo allo 0,24, per poi tornare a calare fino allo 0,21% nel 2023.

Nel 2021 crescono i fondi per il canale multilaterale

Analizzando i dati delle ultime leggi di bilancio per singoli ministeri emergono poi alcuni elementi interessanti. Innanzitutto se si escludono i fondi del ministero dell'interno, che come abbiamo detto risultano poco affidabili, si assiste comunque a una crescita degli importi, anche se moderata.

+11,52% la crescita dei fondi destinati dalla legge di bilancio al settore della cooperazione tra 2019 e 2021 se si escludono gli importi del ministero dell'interno.

FONTE: Elaborazione openpolis su dati del Ministero dell'economia e delle finanze
(ultimo aggiornamento: martedì 23 Febbraio 2021)

Tuttavia è importante notare che l'aumento dei fondi risulta trainato in particolare dagli importi a valere sul ministero dell'economia e delle finanze. Fondi che quindi saranno destinati al canale multilaterale.

+19,12% la crescita dei fondi destinati alla cooperazione a valere sul ministero dell'economia tra 2019 e 2021.

Si tratta di fondi erogati per finanziare le organizzazioni internazionali specializzate in cooperazione (come l’Oms, la Fao o Unhcr che fanno parte del sistema Nazioni unite,  oppure istituzioni finanziarie internazionali e banche regionali di sviluppo). Il loro ammontare quindi è determinato attraverso gli accordi tra l'Italia e queste organizzazioni. Gli importi a valere sul ministero degli esteri e della cooperazione internazionale, invece, ricadono principalmente sul canale bilaterale e risultano in calo del 7%.

Ma è proprio sul canale bilaterale che può maggiormente incidere la legge di bilancio. E sono queste le voci di bilancio attraverso cui l'Italia può portare avanti una propria politica di cooperazione, sviluppando le sue priorità sia in termini geografici che tematici. Come abbiamo visto però gli importi a valere sul canale bilaterale sono in continua flessione dal 2018. Una tendenza che sembra destinata a proseguire anche nei prossimi anni.

 

Foto Credit: Anna Pasquale - Oxfam

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