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Tra i molti paesi che compongono il comitato Ocse Dac variano considerevolmente gli importi che ciascuno investe nel settore della cooperazione. Alcuni paesi hanno raggiunto o superato l’obiettivo dello 0,7% Aps/Rnl già da diversi anni. Altri invece sono molto indietro. In ogni caso se per un periodo abbiamo assistito a un trend di crescita dei fondi complessivi, negli ultimi anni questa tendenza si è interrotta.

Ma oltre all’obiettivo generale, i paesi Ocse Dac si sono anche impegnati a destinare una quota dell’Aps ai paesi a basso reddito (Ldcs). Anche su questo esistono differenze considerevoli tra i paesi donatori. L’Italia in particolare è molto indietro su questo tema e da molti anni non si registra alcun segno di cambiamento.

Fermo al palo l’Aps dei paesi Dac

L’Italia purtroppo non è l’unico paese ad essere rimasto fermo in tema di aiuto pubblico allo sviluppo. Se tra 2013 e 2016 complessivamente i fondi destinati alla cooperazione dai paesi Ocse Dac sono cresciuti in maniera consistente, a partire dal 2016 invece questi importi risultano del tutto stagnanti.

All’interno dell’Ocse opera il comitato per l’aiuto allo sviluppo, noto con l’acronimo inglese “Dac” (development assistance committee). Ne fanno parte 30 membri tra cui l’Italia e l’Unione europea. Vai a "Che cosa sono i paesi dac"

FONTE: Elaborazione openpolis su dati Ocse
(ultimo aggiornamento: martedì 23 Febbraio 2021)

E questo nonostante il rapporto tra fondi destinati alla cooperazione e reddito nazionale lordo complessivi dei membri Dac sia ancora molto distante dall'obiettivo comune dello 0,7% Aps/Rnl entro il 2030.

0,30% il rapporto Aps/Rnl dei paesi Dac considerati complessivamente.

In ogni caso si tratta di un dato superiore a quello raggiunto dall'Italia, che infatti risulta al diciottesimo posto nella classifica dei paesi Dac nel rapporto Aps/Rnl.

Al momento sono solo 5 i paesi che raggiungono o superano l'obiettivo: Regno Unito (0,70% Aps/Rnl), Danimarca (0,72), Svezia (0,96), Norvegia (1,03) e Lussemburgo (1,03).

FONTE: Elaborazione openpolis su dati Ocse
(ultimo aggiornamento: martedì 23 Febbraio 2021)

Peggio di noi fanno comunque paesi molto importanti, primo tra tutti gli Stati Uniti che raggiungono appena lo 0,15%. Tuttavia è bene ricordare che, in termini assoluti, gli Usa forniscono da soli circa il 22% dei fondi complessivi.

Ragionando in questi termini però si potrebbero anche considerare unitariamente i paesi membri dell'Unione europea, che collettivamente forniscono quasi il 56% di tutto dell'aiuto pubblico allo sviluppo dei paesi Ocse Dac.

L'aiuto italiano ai paesi a più basso tasso di sviluppo

Oltre all'obiettivo principale dello 0,7% Aps/Rnl un altro importante impegno è quello di destinare una quota compresa tra lo 0,15 e lo 0,20% del reddito nazionale lordo ai paesi più svantaggiati.

L'Italia, come gli altri paesi Ocse Dac, si è impegnata a destinare almeno lo 0,15% del reddito nazionale lordo ai paesi a più basso tasso di sviluppo (Ldcs). Vai a "Che cosa sono i paesi Ldcs"

Tuttavia anche nel 2019 l'Italia è arrivata molto distante dall'obiettivo, destinando a questi paesi appena lo 0,06% del reddito nazionale lordo. Lo stesso dato era stato raggiunto nel 2017 e nel 2018 e anche negli anni precedenti non ci si era discostati di molto. In effetti è almeno dal 2008 che il dato italiano sugli Ldcs oscilla tra lo 0,05% e lo 0,07.

0,06% del reddito nazionale lordo è stato destinato dall'Italia ai paesi Ldcs nel 2019. Un dato attorno al quale il nostro paese oscilla da oltre un decennio.

FONTE: Elaborazione openpolis su dati Ocse
(ultimo aggiornamento: lunedì 15 Marzo 2021)

I fondi destinati dall’Italia agli Ldcs posizionano il nostro paese in fondo alla classifica dei donatori anche in questo settore. Un dato che, anche senza essere confrontato con gli altri paesi, rimane basso e distante dall'obiettivo stabilito. Su questo tema insomma l'Italia fatica a fare progressi, anche limitati.

 

Foto Credit: Tommy Trenchard - Oxfam

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