Gli equilibri nel sottogoverno

Nella scelta di ministri, viceministri e sottosegretari, ogni governo deve valutare diversi fattori, tra cui non ultimo l’equilibrio politico delle forze di maggioranza.

In un precedente approfondimento avevamo visto il diverso peso che hanno Fratelli d’Italia (FdI), Lega e Forza Italia (FI) all’interno del consiglio dei ministri. Con la nomina dei sottosegretari e dei viceministri tuttavia, si aggiungono nuovi elementi che vale la pena di rilevare.

Quello che emerge da una prima analisi è che, già considerando solo i ministri, gli esponenti di Fratelli d’Italia rappresentavano una maggioranza consistente (10 su 25 tra cui 5 indipendenti). Includendo nel conto anche i componenti del cosiddetto sottogoverno (4 viceministri e 15 sottosegretari) tale predominanza cresce piuttosto che ridursi.

44,6% la quota di esponenti di Fratelli d’Italia nell’esecutivo, considerando anche viceministri e sottosegretari.

FONTE: openpolis

Al secondo posto troviamo la Lega con 16 esponenti tra cui 5 ministri e 2 viceministri, mentre al terzo Forza Italia con 13, di cui anche in questo caso 5 ministri e 2 viceministri. Rappresentanza infine anche per Noi moderati con 2 sottosegretari.

Nella scelta dei ministri, in 5 casi la maggioranza si è rivolta a delle personalità indipendenti. Per i sottosegretari però la squadra di governo è stata completata scegliendo solo figure di partito. Anche nel primo caso comunque è bene tener presente che, avendo questi accettato di far parte di un governo fortemente politico, non si può parlare propriamente di “tecnici”, quanto piuttosto di personalità d’area non direttamente ricollegabili a uno specifico partito della coalizione.

Questa prevalenza dei sottosegretari di Fratelli d’Italia peraltro si esprime in particolare nei ministeri con portafoglio, dove questi raggiungono il 48,5%. Al contrario presso la presidenza del consiglio quelli appartenenti a FdI sono solo 3, ovvero il 42,9%. D’altronde qui, oltre alla stessa presidente Meloni, FdI conta già 4 ministri senza portafoglio. Ai 3 sottosegretari alla presidenza del consiglio di FdI peraltro sono attribuite deleghe importanti. Alfredo Mantovano infatti è il sottosegretario verbalizzante, Alessio Butti si occuperà di innovazione tecnologica, un settore a cui era destinato un ministro senza portafoglio fino allo scorso governo, e Giovanbattista Fazzolari dell’attuazione del programma.

La scelta dei viceministri

Quanto ai viceministri il nuovo governo ha deciso di attribuire questo ruolo a 8 sottosegretari, su un massimo di 10 previsto dalla legge. In questo caso sono esattamente la metà i viceministri espressione di Fratelli d’Italia, ovvero Maurizio Leo viceministro all’economia, Edmondo Cirielli agli esteri, Maria Teresa Bellucci al lavoro e Galeazzo Bignami alle infrastrutture.

2 i viceministri nominati al dicastero delle infrastrutture.

In maniera del tutto particolare, al ministero delle infrastrutture è stato nominato un altro viceministro, questa volta della Lega, ovvero Edoardo Rixi. La cosa appare piuttosto inusuale non solo perché non è frequente che si nominino 2 viceministri nello stesso dicastero, ma anche perché in questo caso il ministro delle infrastrutture è un altro leghista, anzi il segretario stesso del partito Matteo Salvini. A parte Rixi poi la Lega conta un altro viceministro, ovvero Vannia Gava alla sicurezza energetica.

Come la Lega anche Forza Italia conta 2 viceministri: Valentino Valentini allo sviluppo economico e Francesco Paolo Sisto alla giustizia. Una scelta quest’ultima che sembra voler ricucire almeno in parte le divergenze emerse nella fase della scelta dei ministri, quando Forza Italia aveva molto insistito perché fosse attribuito a un suo esponente questo dicastero.

I politici nei ministeri

A parte ovviamente la presidenza del consiglio, il ministero con più incarichi di direzione politica (ministri, viceministri e sottosegretari) è quello dell’economia. Qui infatti oltre al ministro Giorgetti (Lega) si trova un viceministro di Fratelli d’Italia (Maurizio Leo) e un sottosegretario rispettivamente per Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.

Segue il ministero delle infrastrutture che come abbiamo visto è l’unico ad avere due viceministri (Lega e FdI) oltre a un sottosegretario (FI). I ministeri dello sviluppo economico, della giustizia e degli esteri invece hanno un viceministro e due sottosegretari ciascuno. Tre sottosegretari ma nessun viceministro invece nei ministeri della cultura e dell’interno.

Il primo grafico mostra per ciascun ministero, oltre che per la presidenza del coniglio, il numero di esponenti di partito che ricoprono i ruoli di ministri, viceministri o sottosegretari. Il secondo grafico mostra invece il numero di viceministri e sottosegretari.

FONTE: openpolis

Tra i tre principali partiti della maggioranza, Fratelli d’Italia è l’unico che dispone di almeno un esponente in ogni ministero.

La Lega invece ha almeno un ministro o un sottosegretario in 11 dei 15 ministeri più la presidenza del consiglio, mentre Forza Italia in 9. Anche in questo caso dunque Forza Italia appare come la più sfavorita tra le 3 principali forze di maggioranza, nonostante abbia ottenuto praticamente gli stessi consensi della Lega alle ultime elezioni.

Escludendo però il ministero del Turismo, che oltre alla ministra Santanché di Fratelli d’Italia non ha sottosegretari, e quello della salute in cui il ministro non è espressione di un partito e l’unico sottosegretario è di Fratelli d’Italia, si può dire che Forza Italia sia rimasta esclusa dai ministeri dell’interno, dell’Istruzione, della cultura, del lavoro e delle politiche agricole.

Allo stesso modo invece la Lega risulta esclusa dai ministeri dell’università, della difesa e degli esteri, un dicastero quest’ultimo dove Forza Italia conta invece sia il ministro che un sottosegretario.

Foto: Governo.it

PROSSIMA PARTE