Con l’ingresso in carica di viceministri e sottosegretari, la squadra del governo Meloni può dirsi finalmente completa. Resta ancora da capire come cambieranno l’organizzazione interna e le competenze di alcuni ministeri ma è già possibile tracciare un quadro piuttosto completo sul nuovo esecutivo. Cosa che faremo nei prossimi capitoli di questa pubblicazione in tre uscite.

In particolare ci concentreremo sulla composizione dell’attuale governo, con un occhio di riguardo per la rappresentanza femminile e per l’età media. Anche in confronto con i precedenti esecutivi del periodo repubblicano.

Nei capitoli successivi vedremo poi gli equilibri tra le varie formazioni politiche all’interno della compagine governativa. Infine analizzeremo l‘esperienza politica di ministri, viceministri e sottosegretari.

La composizione del governo Meloni

Il primo elemento che emerge dall’analisi sulla composizione del nuovo esecutivo è che questo è formato da 65 membri. Il numero massimo possibile in base al decreto legislativo 300/1999. Più nello specifico, oltre alla presidente del consiglio, troviamo i 15 esponenti posti a capo di un dicastero (ministri “con portafoglio”) a cui si aggiungono 9 ministri “senza portafoglio” e 40 tra viceministri e sottosegretari.

Il primo grafico mostra il numero totale di componenti di ogni esecutivo italiano al momento del suo insediamento dal dopoguerra a oggi. Nel conteggio sono considerati il presidente del consiglio dei ministri, i ministri e viceministri, i sottosegretari e anche altre figure oggi non più in uso come gli alti commissari. Il secondo grafico invece mostra il numero di ministri, viceministri e sottosegretari che costituiscono il governo Meloni suddivisi in base al dicastero di appartenenza. I ministri che rientrano all’interno della presidenza del consiglio sono i cosiddetti “senza portafoglio”. Non sono cioè posti a capo di una struttura amministrativa.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 9 Novembre 2022)

Ci siamo già soffermati in precedenza sulla composizione del consiglio dei ministri (Cdm). In questo capitolo ci concentreremo quindi sui numeri del governo nel suo complesso e sulle figure dei viceministri e dei sottosegretari.

I sottosegretari coadiuvano i ministri nell’esercizio delle loro funzioni. Fino a dieci possono essere nominati viceminsitri. Vai a “Che cosa fanno i viceministri e i sottosegretari di stato”

Possiamo osservare che a 8 sottosegretari è stata attribuita la carica di viceministro.

Era forse lecito ipotizzare, a priori, la possibilità di un esecutivo meno numeroso rispetto ai precedenti, anche per non “sottrarre” troppi esponenti al parlamento. Come abbiamo raccontato infatti, le nuove camere a ranghi ridotti pongono (soprattutto al senato) un serio punto di domanda sulla capacità di deputati e senatori di assolvere ai molti compiti a cui sono chiamati.

Nel governo ci sono molti candidati che non sono stati eletti in parlamento.

Evidentemente però ha avuto un peso maggiore l’esigenza di trovare una quadra tra le varie forze che compongono la coalizione di centrodestra. Come vedremo meglio nei prossimi capitoli infatti, la stragrande maggioranza del governo è composta da esponenti delle due camere.

Un altro elemento interessante riguarda il fatto che fanno parte dell’esecutivo anche molti esponenti che erano stati candidati ma che alla fine non sono stati eletti. Tra questi:

  • Maria Tripodi, sottosegretaria agli esteri (Forza Italia);
  • Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario alla difesa (Fi);
  • Giorgio Silli, sottosegretario agli esteri (Noi moderati);
  • Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla cultura (Noi moderati);
  • Luigi D’Eramo, sottosegretario all’agricoltura e sovranità alimentare (Lega);
  • Giuseppina Castiello, sottosegretaria per i rapporti con il parlamento, (Lega);
  • Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla cultura (Fratelli d’Italia);
  • Claudio Barbaro, sottosegretario all’ambiente e sicurezza energetica (Fdi).

C’è da dire, d’altra parte, che prima dell’introduzione del limite al numero di componenti i governi erano tendenzialmente più corposi. Il dato medio dal 1948 è infatti di 71 membri. Sono poi ben 35 gli esecutivi ad avere una rappresentanza superiore ai 65 componenti. Il più numeroso in assoluto fu il governo Andreotti VI, entrato in carica nel luglio del 1989, che contava 100 esponenti. In anni più recenti invece il governo Prodi II, entrato in carica nel 2006, aveva 99 membri (così come l’Andreotti VII).

Nel governo Meloni pochissimi under 40

Nei nostri approfondimenti dedicati al nuovo parlamento avevamo evidenziato come fossero pochissimi i rappresentanti eletti con un’età inferiore ai 40 anni. Una tendenza confermata anche analizzando il nuovo esecutivo. Nonostante infatti la presidente del consiglio Giorgia Meloni, con i suoi 45 anni, sia considerata una politica piuttosto giovane, così non può dirsi per la maggior parte della sua squadra.

Nell’approfondimento sul nuovo consiglio dei ministri, avevamo rilevato che l’attuale esecutivo risulta essere il quarto con l’età media più alta della storia repubblicana. Se ai componenti del Cdm si aggiungono anche viceministri e sottosegretari la situazione cambia leggermente ma l’età media rimane comunque piuttosto elevata. Considerando tutti i governi dal 1948 a oggi infatti possiamo osservare che l’età media è di 52,5 anni. Un valore superato dall’esecutivo attualmente in carica che si attesta sui 55,1. Dato che lo pone al settimo posto tra quelli più “anziani” della storia repubblicana.

Il grafico mostra l’età media dei componenti di tutti i governi dal 1948 a oggi nel momento dell’insediamento dell’esecutivo. Nel conteggio sono considerati il presidente del consiglio dei ministri, i ministri e viceministri, i sottosegretari e anche altre figure oggi non più in uso come gli alti commissari.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 9 Novembre 2022)

Il più giovane è il sottosegretario alle infrastrutture Tullio Ferrante (Forza Italia) con i suoi 33 anni. Gli altri “under 40” sono Matilde Siracusano (37), Augusta Montaruli (39), Maria Tripodi (40) e Matteo Perego di Cremnago (40).

5 gli “under 40” nel governo Meloni.

Gli esponenti compresi nella fascia di età che va dai 41 ai 59 anni invece sono 37, mentre gli “over 60” sono 20. L’esponente più anziano in assoluto è la ministra per le riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia, 76 anni).

L’età chiaramente non è un criterio per valutare il governo, tuttavia è comunque una prospettiva interessante da analizzare. Da un lato infatti è importante poter fare affidamento su una squadra esperta, specie in un momento delicato come quello che stiamo vivendo. Non è un caso, come vedremo meglio nei prossimi capitoli, che molti dei membri del governo attuale avessero già ricoperto incarichi negli esecutivi di centrodestra guidati da Silvio Berlusconi.

D’altra parte però, il coinvolgimento dei giovani sarebbe importante per trasmettere loro le competenze necessarie per diventare la classe dirigente del futuro.

La presenza di donne nel governo

Un altro aspetto interessante da approfondire riguarda la presenza di donne all’interno dell’esecutivo. Considerando anche viceministre e sottosegretarie, l’attuale esecutivo si pone al terzo posto tra i governi italiani per percentuale di rappresentanza femminile.

30,8% la percentuale di donne presenti nel governo Meloni.

Un dato che rimane abbastanza modesto. Lontano dall’obiettivo della parità di genere e comunque in controtendenza rispetto a quanto fatto dai governi Conte II e Draghi. Gli ultimi due esecutivi prima dell’attuale infatti avevano raggiunto rispettivamente il 34,9% (Conte II) e il 40,2% (Draghi).

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 9 Novembre 2022)

Valutare la presenza femminile nel complesso però può dirci poco sull’impatto che le donne potranno avere all’interno dell’esecutivo. Ovviamente il fatto che il presidente del consiglio sia una donna rappresenta una novità importante e storica per il nostro paese. Tuttavia, come abbiamo già visto nel caso della presenza dei giovani, anche per quanto riguarda le donne quella di Meloni pare essere più un’eccezione che la regola.

Salvo la presidente del consiglio, le donne non ricoprono incarichi di primo piano nel governo.

Infatti notiamo che delle 20 donne che fanno parte del governo solo 3 sono ministre “con portafoglio”. Si tratta di Anna Maria Bernini (Fi, università e ricerca), Marina Elvira Caltagirone (indipendente, lavoro) e Daniela Santanché (Fdi, turismo). Ministeri certamente importanti ma non tra i più strategici – come quello dell’economia, delle infrastrutture o delle imprese e made in Italy (ex sviluppo economico) – che invece sono stati affidati tutti a uomini.

Ci sono poi anche 3 ministre senza portafoglio. Si tratta di Alessandra Locatelli (Lega, disabilità), Eugenia Roccella (Fdi, famiglia) e la già citata Maria Elisabetta Alberti Casellati. A loro si aggiunge un gruppo di altre 13 donne che si suddividono incarichi di viceministra o sottosegretaria. Le viceministre in particolare sono 2. Si tratta di Vannia Gava (Lega, ambiente e sicurezza energetica) e Maria Teresa Bellucci (Fdi, lavoro e politiche sociali).

10 su 20 le esponenti di Fratelli d’Italia nell’esecutivo. Le altre si distribuiscono tra Forza Italia (5), Lega (4) e un’indipendente.

A livello di sottosegretarie invece in due casi troviamo due esponenti femminili. Al ministero dell’economia infatti ci sono Lucia Albano (Lega) e Sandra Savino (Fi). Due donne si trovano anche presso il dipartimento per i rapporti con il parlamento che è una diretta emanazione della presidenza del consiglio. Si tratta di Giuseppina Castiello (Lega) e Matilde Siracusano (Fi).

Foto: palazzo Chigilicenza

PROSSIMA PARTE