Decreti attuativi, una questione ancora non risolta

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “Mancano ancora all’appello oltre 400 decreti attuativi“.

61,3%

i decreti attuativi richiesti da norme varate dal parlamento e dal governo Meloni dal suo insediamento. Se si analizzano complessivamente i decreti attuativi richiesti dalle norme varate nel corso delle ultime 3 legislature possiamo osservare che ne mancano ancora all’appello 442 su 2.098. Si tratta del 21% rispetto al totale. Se però si considerano solo le norme più recenti, cioè quelle varate dall’inizio della XIX legislatura la percentuale aumenta notevolmente. Un dato da non sottovalutare in vista dell’inizio delle discussioni sulla legge di bilancio. Vai all’articolo.

48

i decreti attuativi ancora non pubblicati relativi alla legge di bilancio per l’anno in corso. Tipicamente, la legge di bilancio è una delle norme che richiede il maggior numero di attuazioni e quella per il 2023 non fa eccezione. Allo stato attuale manca ancora all’appello il 42% delle misure di secondo livello richieste per la sua implementazione. Considerando le norme a cui manca ancora il maggior numero di decreti attuativi, al secondo posto troviamo il decreto 75/2023 (Pa, sport e giubileo) con 22, il decreto 13/2023 (Pnrr ter) con 19 e la legge di bilancio per il 2022 con 16. Vai al grafico. 

9,2 miliardi €

le risorse già stanziate ma bloccate a causa della mancanza dei decreti attuativi richiesti. Sono 107 gli atti di secondo livello la cui emanazione sbloccherebbe l’erogazione di risorse. Tra questi, il più rilevante vede come soggetto responsabile il ministero delle imprese e del made in Italy e riguarda un fondo per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative. Parliamo di 1,4 miliardi di euro. Dal ministero dell’ambiente invece è atteso un decreto attuativo riguardante i contributi per l’acquisto di gas in caso di un aumento eccessivo dei prezzi. L’importo stanziato in totale è di 1 miliardo. Dal dipartimento per la coesione infine è atteso un decreto per il riparto di 700 milioni per la riduzione dei divari infrastrutturali tra nord e sud. Vai alla tabella. 

164

le attuazioni non pubblicate entro la scadenza prevista. In alcuni casi le norme possono prevedere un termine ultimo per la pubblicazione dei decreti attuativi a cui esse stesse rinviano. Purtroppo non sempre queste scadenze vengono rispettate. In particolare le attuazioni che avrebbero già dovuto essere pubblicate ma che ancora mancano all’appello sono il 37%. Tra queste, 43 sono legate all’erogazione di fondi per un totale di circa 4,5 miliardi complessivi.  Vai alla tabella. 

65

gli atti ancora da pubblicare in capo al ministero dell’ambiente. Il dicastero guidato da Gilberto Pichetto Fratin è quello che in numeri assoluti deve ancora emanare il maggior numero di attuazioni. Seguono il ministero dell’economia (52) e quello delle infrastrutture (48). Se però si considera il rapporto percentuale tra le attuazioni ancora da pubblicare e quelle richieste in totale per ogni ministero, il Mase scende al secondo posto (47,1% di attuazioni mancanti) superato dalla struttura che fa riferimento al ministro Raffaele Fitto (76,9%). Al terzo posto invece, molto distanziato, si trova il dipartimento dello sport (40,8%). Vai al grafico.

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