Coronavirus, l’elenco completo degli atti Osservatorio normativo

La fine dello stato di emergenza non ha comportato un’interruzione nella produzione di “atti Covid”. Sono molti gli attori coinvolti nella gestione della più grande crisi sanitaria del nostro paese. Ecco le decisioni che sono state prese.

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Il 31 marzo del 2022, dopo oltre 2 anni, si è concluso lo stato di emergenza. Una condizione amministrativa resasi necessaria per assicurare il rapido ed efficace funzionamento dell’organizzazione (protezione civile, commissario straordinario, strutture sanitarie) predisposta per fronteggiare la pandemia.

Lo stato di emergenza è uno strumento giuridico che consente di attivare poteri straordinari in deroga alle leggi Vai a “Che cos’è lo stato di emergenza”

Dal 2020 a oggi molto è cambiato dal punto di vista della gestione dei contagi e di chi prende le decisioni. Sono cessate infatti le attività del commissario straordinario Figliuolo, ma anche di tutte quelle task force e comitati tecnico scientifici attivati nel corso del tempo sia a livello nazionale che regionale.

26 mesi la durata dello stato di emergenza per la gestione della pandemia da coronavirus.

La fine dell’emergenza da un punto di vista giuridico però purtroppo non sta coincidendo con la fine del Covid. Come ci ricordano gli atti pubblicati alla fine del 2022 la gestione dei contagi, seppur passata in secondo piano agli occhi di media e opinione pubblica, necessità ancora di grande attenzione. Infatti, alcuni poteri straordinari continueranno ad essere in vigore ancora per un po’ di tempo e la produzione di “atti Covid”, seppur ridotta, non si è fermata.

Atti Covid, i numeri

Dal 2020 a oggi gli atti pubblicati per contrastare l’avanzata del coronavirus nel nostro paese sono stati 1.039. Per una media di circa 26 al mese. Logicamente, le fasi iniziali sono state quelle più intense da questo punto di vista poiché era necessario strutturare l’organizzazione. A febbraio 2020 furono pubblicati 67 atti Covid, a marzo 103, ad aprile 65. Nel 2022 invece gli atti pubblicati sono stati 176 in totale. Nel 2023 quelli emanati sono 17.

FONTE: dati Gazzetta ufficiale, ministero della salute, protezione civile e altri soggetti coinvolti. Elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 3 Maggio 2023)

Gli atti Covid emanati durante l’esecutivo Draghi sono stati 490 in totale, di cui 31 pubblicati dopo l’annuncio delle dimissioni da parte del presidente del consiglio, rimasto in carica solo per il disbrigo degli affari correnti. Tale cifra va quasi ad eguagliare le norme prodotte durante il governo Conte II. Complessivamente infatti i provvedimenti adottati dal precedente esecutivo sono stati 507.

176 gli atti Covid adottati nel 2022.

La crisi di governo seguita alle dimissioni di Giuseppe Conte aveva comportato un primo rallentamento nella produzione normativa, questa però non si è mai fermata del tutto. Con l’ingresso in carica del governo Draghi e l’esplosione delle nuove varianti la pubblicazione di “atti Covid” è poi ripresa con nuovo vigore. La produzione di misure volte a gestire i contagi è proseguita anche a seguito dell’insediamento del governo Meloni. Sono già 42 infatti gli atti pubblicati successivamente al 23 ottobre 2022.

Sono numerosi i soggetti chiamati a prendere decisioni finalizzate a fronteggiare l’avanzata del virus. Il più prolifico in assoluto è il ministero della salute con 419 provvedimenti emanati. Seguono la protezione civile (143), il governo nel suo complesso (69) e il ministero dell’interno (57). In 82 casi poi l’atto ha avuto come firmatari due o più ministri.

FONTE: dati Gazzetta ufficiale, ministero della salute, protezione civile e altri soggetti coinvolti. Elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 3 Maggio 2023)

Per quanto riguarda la tipologia di atti adottati invece quello più ricorrente è l’ordinanza (370). D’altronde due dei soggetti maggiormente coinvolti nella gestione dell’emergenza (il ministero della salute e la protezione civile) hanno fatto frequente ricorso a questo strumento. Tra le altre tipologie più utilizzate le circolari (291), decreti ministeriali e interministeriali (126), decreti legge (63) e decreti del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm, 45).

Perché è importante proseguire nel monitoraggio

Come detto, anche a livello amministrativo, la fine dello stato di emergenza non ha comportato uno stop degli atti Covid emanati dai diversi soggetti. La produzione di ordinanze, decreti eccetera è proseguita già dal giorno successivo, quando sono state diramate una serie di ordinanze e circolari volte a delineare la fase di transizione tra la fine dello stato di emergenza e il ritorno alla normalità.

Fine dello stato di emergenza non vuol dire fine dei contagi.

Con il cambio di governo da Draghi a Meloni, l’atteggiamento delle istituzioni nei confronti del virus sembrerebbe essere cambiato. Solo per fare alcuni esempi, il decreto legge 162/2022 ha disposto il reintegro del personale sanitario non vaccinato. Una circolare del ministero della salute pubblicata il 31 dicembre ha invece “ammorbidito” le modalità di gestione dei contagiati e di chi ha avuto contatti stretti. In ogni caso infatti non si prevede un periodo di isolamento superiore ai 5 giorni.

Al contrario invece, un’altra circolare pubblicata 3 giorni prima aveva reso più stringenti – in accordo anche con quanto deciso a livello comunitario – le procedure e i controlli per quei viaggiatori che arrivano nel nostro paese dalla Cina. Ciò a causa dell’impennata di casi che si sta registrando nel paese.

È proprio in virtù di questa continua produzione normativa che è necessario continuare a monitorare al meglio l’evolversi degli eventi.

A seguire l’elenco di tutti gli atti presi da metà gennaio del 2020 ad oggi. L’elenco rappresenta un modo per consentire il monitoraggio di cittadini e società civile.

Cerca gli atti di tuo interesse o scorri la cronologia delle decisioni adottate.

FONTE: dati Gazzetta ufficiale, ministero della salute, protezione civile e altri soggetti coinvolti. Elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 3 Maggio 2023)

Foto: palazzo ChigiLicenza

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