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Piero FASSINO in data 27 marzo 2009
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Anna FINOCCHIARO in data 26 marzo 2009
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Renato BRUNETTA in data 25 marzo 2009
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Andrea FERRAZZI in data 25 marzo 2009
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Giorgio NAPOLITANO in data 25 marzo 2009
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Luigi Nicolais in data 23 marzo 2009
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Dario FRANCESCHINI in data 23 marzo 2009
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» «Diversità sulla funzione della Chiesa» - INTERVISTA
Gaetano Quagliariello in data 23 marzo 2009
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» Extracomunitari. «Scelte da medioevo: fanno dell’Italia un paese forcaiolo» - INTERVISTA
Guido CALVI in data 18 marzo 2009
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Paolo GIARETTA in data 18 marzo 2009
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» Federalismo fiscale. «Questa legge è solo una scatola vuota» - INTERVISTA
Michele Giuseppe VIETTI in data 18 marzo 2009
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» Testamento biologico. «Ddl pericoloso, ma era scontata la frattura nel Pd» - INTERVISTA
Donatella PORETTI in data 18 marzo 2009
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Nichi VENDOLA in data 17 marzo 2009
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Gianfranco CONTE in data 17 marzo 2009
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Pier Paolo BARETTA in data 17 marzo 2009
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Marco CAPPATO in data 17 marzo 2009
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Romano PRODI in data 16 marzo 2009
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Silvio BERLUSCONI in data 16 marzo 2009
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Pietro ICHINO in data 16 marzo 2009
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Marco PANNELLA in data 16 marzo 2009
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Dario FRANCESCHINI in data 16 marzo 2009
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» "No soy el delfín de Berlusconi" - ENTREVISTA
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Gianfranco FINI in data 10 marzo 2009
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» «Franceschini? Con lui un'altra legnata» - INTERVISTA
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» Partite Iva in terra leghista. Il Pd riparta da qui - INTERVISTA
Massimo CALEARO CIMAN in data 19 febbraio 2009
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» «Sono spaesato, mi ha voluto Walter, su suggerimento di Rutelli... [Dalla base sale un urlo sul web "Adesso via tutta la nomenklatura"]
Andrea SARUBBI in data 18 febbraio 2009
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» "Troppo gelo intorno a me ora farò il militante semplice"
Valter VELTRONI in data 18 febbraio 2009
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» Fallimento di una politica non di un uomo
Paolo FERRERO in data 18 febbraio 2009
Dichiarazione di Gianfranco FINI
Alla data della dichiarazione: Pres. Camera (Lista di elezione: PdL) - Deputato (Gruppo: FLI)
"No soy el delfín de Berlusconi" - ENTREVISTA
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(10 marzo 2009) - fonte: EL PAIS - Miguel Mora - inserita il 11 marzo 2009 da 31
Con su aire principesco, Gianfranco Fini (Bolonia, 1952) recibe a este diario en su despacho de la Cámara de Diputados fumando un cigarrillo. "Siempre he sido políticamente incorrecto", se justifica riendo. Y es verdad. En el país que inventó el fascismo, Fini ha dirigido durante 15 años a la posfascista Alianza Nacional, heredera del Movimiento Social Italiano, y ahora que ha abandonado el puesto y el Pueblo de la Libertad de Silvio Berlusconi está a punto de fagocitar al partido, parece el político más equilibrado de esta emotiva y agitada III República italiana.
El largo viaje de Fini desde la extrema derecha a la tolerancia democrática, que él agradece entre otros a José María Aznar, ha corrido en paralelo a la autodestrucción de la izquierda italiana, y ha logrado una especie de milagro: hoy, muchos votantes del Partido Democrático (PD) se sienten representados por este hombre laico e institucional, antitético delfín de Berlusconi cuyo futuro tiene una sola meta: ser el próximo primer ministro.
Pregunta. ¿ Cree que habría que reformar un sistema tan caro como el del Parlamento italiano, en el que un diputado gana casi 20.000 euros al mes?
Respuesta. Desde luego, tenemos un sistema institucional viejo, lento y mastodóntico. Hay 945 parlamentarios nacionales, y algunos cientos más en los consejos regionales. No sólo por los costos, sino por los tiempos, la segunda parte de la Constitución debe ser reformada profundamente. Yo no tocaría la primera, que hace referencia a los valores fundamentales, salvo para incorporar una mención a la UE. Pero sí debemos acabar con el sistema bicameral perfecto, incorporar un Senado regional o autonómico, como el español o el alemán, y buscar un nuevo equilibrio entre el Legislativo y el Ejecutivo.
P. ¿ Dando más poderes al primer ministro?
R. Hace falta un Gobierno que gobierne y decida con rapidez. Y, a la vez, cuanto más decida, más fuerte debe ser el control del Parlamento. El gran reto es encontrar ese nuevo equilibrio. Lo que no puede ser es que para destituir a un ministro, el primer ministro deba pedir una moción de confianza. Ahora legisla el Parlamento y legislan las regiones. Es una chapuza que produce lentitud, burocracia, incerteza del derecho y contenciosos permanentes. E impide gobernar.
P. Se ha hecho por ejemplo una polémica ley de extranjería...
R. Ustedes han contribuido bastante a esa polémica. Es cierto que ha podido haber un exceso de emotividad, y de propaganda, por parte de todos, incluso yo mismo he podido cometer errores. Y los medios también han atizado el fuego. Si titulan "rumano viola italiana", quizá sea verdad, pero es intolerable usar el componente étnico. La violación es una infamia siempre. Hace falta equilibrio. Y no echar gasolina al fuego de la xenofobia y el racismo. La inmigración requiere una reflexión profunda. Es como la dinamita: manejar con cuidado... Por un lado, ningún país tiene la receta para afrontar ese fenómeno bíblico de forma aislada. Hace falta una política común. Y por otro, es mejor prevenir que reprimir.
P. ¿ Y las patrullas ciudadanas?
R. Si alguno piensa que para garantizar la seguridad debemos hacer como en el Lejano Oeste, habría que meterlo en la cárcel, pues supone el fin del Estado de derecho. Pero si se dice que ciudadanos desarmados, coordinados con el jefe de policía, avisen de que hay sitios donde se incumple la ley o se trafica con droga, eso existe ya. Y no sólo en el norte de Italia, sino en otros países.
P. ¿ Sabe que se dice que se ha convertido en el jefe de la oposición?
R. Eso es sólo una broma que lanzó un amigo, de derechas por cierto, por carnaval. La cultura de la derecha en el tercer milenio debe modernizarse, hay que acabar con las etiquetas del siglo pasado, que es el milenio pasado. Hay retos culturales que debemos afrontar todos juntos. El integrismo, el laicismo, la emigración, los derechos ciudadanos, la autoridad del Estado...
P. Pero la izquierda italiana no existe...
R. Walter Veltroni salvó al Partido Demócrata, porque sin él las elecciones les habrían ido mucho peor. Ahora el PD está sufriendo graves problemas, y el sistema bipolar de dos grandes bloques, en el cual creo, sólo está en pie si el Gobierno es fuerte y la oposición también...
P. ¿ Por eso ha fusionado su partido con el de Berlusconi?
R. Nuestros electores están más unidos de lo que estaban nuestros partidos. La gran apuesta es el bipartidismo, acabar con la fragmentación y la inestabilidad.
P. Sobre el laicismo del Estado, ¿el caso Eluana lo ha puesto en riesgo?
R. Ha habido actitudes excesivas y equivocadas. La laicidad de las instituciones es un principio que no puede ponerse en cuestión. Si pensamos en la hipótesis de un Estado confesional, entramos en una óptica integrista, incompatible con la cultura europea. Eso no significa negar a la Iglesia su magisterio moral. Pero son dos esferas distintas. Algunos políticos parecen tener escasa conciencia del valor de la laicidad institucional. Y algunos obispos tienen tendencia a ir más allá del magisterio. Legislar sobre el fin de la vida subidos en una ola de emociones es equivocado. Pero Berlusconi ha dicho ya que se respetará la libertad de conciencia de todos.
P. Usted, que es el delfín de Berlusconi...
R. Mire, espere... [se levanta y va a buscar una foto: él buceando con un tiburón]; los delfines están en el mar, y esto es un tiburón, no un delfín. Además yo soy republicano, y Berlusconi no es un rey con heredero... La política es otra cosa... Los liderazgos se afirman si hay capacidad y condiciones. Y eso no debo decirlo yo...
P. ¿ Berlusconi será presidente de la República?
R. Ciertamente, hoy, tiene un apoyo personal y popular que convierte la hipótesis en menos que una rareza.
P. ¿ Y usted se ve como primer ministro?
R. Más allá de cómo se ve uno en el espejo, la política es realismo y estrategia. Yo creo haber contribuido a una estrategia que ha llevado la cultura política de la derecha italiana a integrarse plenamente en el sistema político, gracias también a algunos amigos españoles, entre ellos Aznar, antes que nadie en Europa. Ese actor político nuevo, que estaba ligado a la nostalgia del fascismo, es hoy una derecha...
P. ¿ Civilizada...?
R. Democrática. Si decimos civilizada quiere decir que antes éramos inciviles.
P. El fascismo lo era, ¿no?
R. Sí, está bien. Pero es una palabra rara. Digamos una derecha no ideológica, democrática, europea e institucional.
Fonte: EL PAIS - Miguel Mora | vai alla pagina » Segnala errori / abusi